la Repubblica, 16 dicembre 2021
Billie Eilish guardava porno a 11 anni
Le confessioni di Billie Eilish che (come tutto ciò che fa) già dividono l’America: «Ho cominciato a vedere porno a 11 anni, mi hanno distrutto il cervello», ha infatti confidato la reginetta del “dark pop” – 20 anni il 18 dicembre – ai microfoni del più noto conduttore radiofonico d’America: quell’Howard Stern, da sempre controcorrente, che a novembre ha annunciato che se Donald Trump si ripresenterà nel 2024, correrà nelle fila repubblicane contro di lui. Vera figura mitica dell’etere americano, Stern ha d’altronde molta influenza sul pubblico. E una celebrata capacità di ottenere rivelazioni dalle star che ospita nel suo show in onda sulla radio in streaming Sirius XM, che ha fatto di lui il conduttore radiofonico più pagato del mondo: ben 500 milioni di dollari.Anche questa volta lo scoop di Stern è grosso (anche se Billie accennava alla sua dipendenza dal porno anche nel testo di “Male Fantasy”, brano del suo secondo album Happier Than Ever: dove si descrive sola in casa intenta a distrarsi con un porno per riprendersi da una storia finita).Eilish è infatti l’idolo della Generazione Z scoperta a 15 anni sulla piattaforma SoundCloud dove aveva pubblicato quello che sarebbe diventato il suo primo successo globale, Ocean Eyes. All’attivo ha 3 album, 34 premi – compresi 5 Grammy, prima donna e più giovane artista a raggiungere quel traguardo 65 milioni di dischi venduti nel mondo e un conto in banca da 53 milioni di dollari. Ma ai microfoni di Stern si è decisamente lasciata andare: «Il porno è una vergogna. Ne ho guardato tanto. Iniziando quando avevo 11 anni per non sentirmi esclusa. Volevo sentirmi una dei ragazzi». L’esperienza, però, le ha fatto male: «Mi ha distrutto il cervello. Mi sento incredibilmente devastata dall’essere stata esposta a così tanto porno». Spiegando che quell’esperienza ha influenzato negativamente le sue prime relazioni sessuali: «Solo dopo ho compreso che alle mie prime esperienze dicevo sì a cose che non andavano bene. Pensavo fossero quello da cui dovevo essere attratta» ha insistito, spiegando di aver preso coscienza dei propri desideri e della propria volontà solo di recente, nell’era del #MeToo. Una confessione cruda, la sua. Come i testi delle sue canzoni dove da sempre affronta temi difficili – la morte, la depressione, ma anche il body shaming – evidentemente capaci di toccare profondamente i suoi fan (principalmente ragazzine fra i 13 e i 17 anni). Ecco perché le confessioni della teen-star che veste sempre oversize e rifugge da ogni sessualizzazione, oggi fanno tanto scalpore. Scandalizzando da una parte (coloro che d’altronde l’hanno sempre ritenuta eccessiva per la sua giovane età) scatenando allo stesso tempo il plauso per la loro onestà. Ma nell’America più divisa che mai anche un altro elemento dell’intervista della giovane star fa discutere: la parte in cui affronta la sua esperienza di malata di Covid. «È stato brutto», dice senza giri di parole. «Non sono morta, e non stavo per morire, ma è stato ugualmente orrendo ed è durato oltre due mesi. Ho ancora effetti collaterali». Sottolineando un aspetto per cui qui in questa parte dei mondo è già diventata la nemica dei (tanti, troppi) fanatici no vax: «Grazie al vaccino sto bene. Se non fossi stata vaccinata probabilmente sarei morta». Pornografia consumata da bambina, fiducia nel vaccino e poi l’impegno contro i cambiamenti climatici e il sostegno ai candidati dem: ingredienti perfetti per farne il nuovo spauracchio della destra americana.