La Stampa, 16 dicembre 2021
L’addio al calcio di Sergio Aguero
Sognava di vivere il suo quarto Mondiale, al fianco dell’amico Messi dopo aver appena conquistato la tanto agognata Copa America con l’Argentina, ed invece Sergio Aguero in Qatar sarà solo uno spettatore. Non semplice, visto quello che ha combinato sui campi di tutto il mondo con 438 reti in 806 partite, ma sicuramente la coppa la vedrà da ex giocatore. Il doloroso addio al calcio a soli 33 anni è arrivato ieri, direttamente dal Camp Nou di Barcellona e con un fiume di lacrime a bagnare una decisione resa obbligatoria dall’aritmia cardiaca che l’ha colpito lo scorso 30 ottobre. Durante Barça-Alaves, sua 5ª presenza in blaugrana, accusò difficoltà respiratorie e vertigini. «Ho fatto di tutto per vedere se c’era qualche speranza di tornare a giocare – ha detto un commosso Aguero -, ma purtroppo non erano molte... È un momento molto difficile, però sono felice della decisione che ho preso per il bene della mia salute».
Altri suoi colleghi non hanno avuto questa possibilità di scelta, basta citare le tragedie di Astori o Morosini, e probabilmente tutto ciò ha pesato sui ragionamenti del Kun. La vita non è un cartone animato, anche se proprio il suo soprannome era nato da un disegno giapponese, e così uno dei più forti centravanti del nuovo millennio lascia senza rimpianti nei giorni in cui l’ormai ex interista Eriksen riparte dalla sua Danimarca (Odense) con un defibrillatore sottocutaneo dopo un’aritmia. «Il calcio mi ha insegnato che puoi trasformare una sconfitta in una vittoria – ha aggiunto Aguero –: è sicuramente doloroso, ma le tragedie sono un’altra cosa. Non mi fermo al tempo che mi sarebbe rimasto per giocare ancora, bensì ai meravigliosi 18 anni in cui ho potuto farlo».
Ad abbracciare l’ex genero di Maradona c’era anche Pep Guardiola, venuto appositamente da Manchester per onorare il miglior realizzatore del Manchester City (260 gol in 390 partite) nonché lo straniero più prolifico nella storia della Premier (184 reti che hanno fruttato 5 campionati in 10 stagioni). Aguero ha vinto di tutto nella sua carriera, compreso un oro olimpico nel 2008, ma ha solo sfiorato la Champions dopo aver conquistato Europa League e Supercoppa con l’Atletico Madrid nel 2010. Resta il vuoto nella bacheca, ma non nella memoria: il Kun è per sempre. —