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 2021  dicembre 16 Giovedì calendario

I nuovi colori dei tatuaggi

Toglietegli tutto ma non il colore. Chi ha negli occhi il quadro su pelle dalle mille tinte, dipinto sul petto, sul busto, sul collo e sulle gambe di Fedez, o le braccia fiammeggianti della dj La Pina e della cantante Levante, o ancora le creazioni a inchiostro ribelle di J-Ax e la schiena ricamata di Asia Argento, fa prima a dimenticarli. Addio fantasia, addio creatività. Le nuove severe regole della Ue mettono al bando praticamente tutti gli inchiostri per i tattoo utilizzati finora e rischiano di trasformare l’arte di chi vuole riscrivere la propria personalità, con mille sfumature di colore su cute, in un disegno a tinte scure: nero, bianco e grigio. Praticamente solo questi colori, nel mondo dei tattoo, sono privi di isopropanolo, l’ingrediente che l’Unione europea ha deciso di vietare dal 4 gennaio prossimo.
E il mondo del tatuaggio è in agitazione. Dalla Germania all’Austria, che hanno lanciato per primi l’allarme e si sono fatti promotori di un’interrogazione parlamentare a Bruxelles, all’Italia: i professionisti sono disorientati, perché dei 4000 prodotti che il nuovo regolamento Reach della Ue (articolo 75, comma 12) renderà illegali tra poche settimane, ci sono anche i 27 pigmenti con cui hanno sempre lavorato. Basta sostituirli? Non proprio. Il guaio è che l’industria degli inchiostri, per la larghissima parte americana, non riuscirà ad adeguarsi abbastanza in fretta all’urgenza, in modo da essere pronta per i primi mesi del 2022 a immettere nuovi colori non illegali sul mercato. Di alcuni, in particolare il “«blu 15» e il «verde 7», attualmente non esiste neppure un sostituto. I surrogati non sono stabili, non durano nel tempo e garantiscono una resa non professionale. Per questi due pigmenti, i tatuatori avranno tempo fino al 2023 per cambiare prodotti, senza rischiare multe salate e la chiusura del negozio. Non oltre.
Tutto a tutela del cliente, è ovvio. Ma le restrizioni del regolamento comunitario che si occupa della registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche e innova quello del 2006 colgono la grande maggioranza degli studi europei di tattoo impreparati. «Dobbiamo buttare via tutto il materiale che abbiamo in negozio – racconta furente alla Süddeutsche Zeitung Urban Slamal, presidente dell’associazione tatuatori tedeschi -, e la nuova legge (annunciata nel 2020, ndr) è solamente precauzionale: non è affatto chiaro quanto siano effettivamente dannosi i singoli inchiostri per tatuaggi. Per saperne di più, bisognerebbe ricorrere alla sperimentazione animale, essenzialmente sui maiali, ma questo non lo si vuole fare. Dunque, vietano tutto».
L’isopropanolo, o alcol isopropilico è un ingrediente comune in molti disinfettanti e detergenti, ma è presente in tutti i 27 pigmenti usati per i tatuaggi colorati. «Questo è un grosso danno per noi – spiega Yuri Basso, membro della Confederazione nazionale tatuatori e piercer e tra i fondatori del Council of European Tattoo Associations –: più del 60% delle sfumature con cui operiamo andranno a sparire. In particolare, l’ombra del blu è molto importante per realizzare alcuni tipi di tattoo, e questo colore è presente anche nel marrone, in alcune tonalità di rosso». Senza contare, aggiunge, «che dovremo spendere molti soldi per cambiare prodotti, e i prezzi aumenteranno, perché il mercato deve mettersi a produrre velocemente nuovi colori, e su alcuni non sa come innovare». Il tatuaggio, insomma, «rischia di diventare un bene di lusso», dice ancora Basso. Che con i colleghi sta portando avanti una petizione internazionale, «Save the pigments», e un’azione legale per chiedere alla Ue di concedere una proroga. I legislatori spiegano che è necessario bandire l’isopropanolo perché questo componente, usato come conservante e fluidificante degli inchiostri, può irritare gli occhi, seccare la pelle e causare danni al sistema nervoso. C’è anche il sospetto che scateni allergie cutanee e possa essere cancerogeno.
In Europa, circa il 13 per cento dei cittadini indossa un tatuaggio, dati in linea con quelli italiani, mentre in America la percentuale sale al 35, il venti per cento ne ha più di due. Per le aziende del nostro Paese, oltre 5000 regolarmente registrate (a fronte di oltre 20 mila illegali) che fruttano oltre 300 milioni al fisco, «i prossimi mesi saranno una grande incognita – continua Basso – e il lavoro, nell’anno del Covid, rischia di calare ancora. I produttori stanno facendo i doppi turni per rifornire il mercato europeo, ma non basta». Di fatto, con il divieto, il mondo della body art rischia di cambiare pelle totalmente. Dal caleidoscopio di colori, il tattoo potrebbe dover contare, e per molto tempo, solo sulle mille sfumature del nero. —