la Repubblica, 15 dicembre 2021
Intervista a Joe Barone
FIRENZE — Una Fiorentina così in alto in classifica non si vedeva da tempo. È quinta, davanti a Juventus, Roma e Lazio e reduce da tre vittorie di fila che hanno messo in evidenza quanto di buono seminato dal club di Rocco Commisso, dalla sua dirigenza e dal tecnico Vincenzo Italiano. L’ultimo a portarla in Europa fu Paulo Sousa. I Della Valle erano ancora proprietari e Giuseppe “Joe” Barone, attuale direttore generale, in quegli anni (2016/17) era a New York come dirigente dei Cosmos. Poco dopo Rocco Commisso avrebbe rilevato il club americano e poi, nel 2019, avrebbe acquisito la Fiorentina tornando insieme a Barone dove tutto era cominciato. Ovvero in Italia. Il dg ci accoglie nella sede dello stadio Franchi, nella sala della Tribuna dove all’intervallo delle partite si riunisce la dirigenza. È felice, la squadra è in salute. Firenze è tornata ad appassionarsi come non accadeva da troppo tempo ormai. E sogna, adesso. Insieme al tecnico Italiano, al suo bomber Vlahovic (record di gol in un anno solare con la maglia viola, 32 reti in aggiornamento) e attuale capocannoniere del campionato. È il momento per sorridere, guardare a quel che sarà ma pensare anche ai primi passi insieme a Commisso che segue tutto dagli States e che appena può vola a Firenze per stare al fianco della sua squadra.I primi due anni però non sono stati affatto semplici…«Difficili, tosti, complessi. Per la prima volta ci affacciavamo in una realtà nuova, facevamo i conti col sistema calcio italiano. Volevamo fare tutto ‘ fast, fast ’: nuovo stadio, nuovo centro sportivo, una squadra all’altezza della bellezza di Firenze.Dovevamo imparare in fretta e ringrazio il ds Pradè: il calcio è uguale in tutto il mondo ma è la politica, la gestione e il modo di farlo che cambia radicalmente. Il Covid ha complicato tutto ma il cammino adesso è ben delineato».Qualcuno ha accusato la nuova proprietà di non essere esperta a livello calcistico…«Non è vero. Ci sono persone che lavorano da una vita qui dentro: il ds Pradè, il dt Burdisso, il direttore del settore giovanile Angeloni.Abbiamo idee chiare e adesso sono sotto gli occhi di tutti».Sliding doors: a inizio estate salta Gattuso e arriva Italiano. Il colpo perfetto?«In inglese c’è un termine adatto:the perfect storm. La tempesta perfetta. La società lavorava per prendere Italiano, lui ha portato le idee di gioco propositive e avvolgenti, la squadra ha risposto mettendosi a disposizione e dimostrando che poi non era così scarsa rispetto a un anno fa».Eppure Gattuso ha detto che se n’è andato perché alcune promesse non sono state mantenute…«Ha lasciato all’inizio dell’estate, il calciomercato non era neanche partito. Si commenta da solo».Ma che tipo è, Italiano?«Mi piace tantissimo. Lo seguivo dai tempi del Trapani. Poi allo Spezia.Gioca alto, pressa, propone. Un tipo di calcio alla Zeman, oppure come il Lipsia. Esattamente quello che cercavamo come profilo. Lui in estate ha guardato la rosa e ci ha detto: “Ok, prima voglio vedere cosa riesco a fare con questi giocatori”. I risultati sono evidenti.Guardate Quarta, Duncan, Callejon, Saponara. Tutti rinati. A Vincenzo dico di rimanere sé stesso, sia come persona che come sistema di gioco che non si deve snaturare. È la forza di questa Fiorentina».Con un colpo questa squadra potrebbe davvero ambire per l’Europa? Si parla di Ikoné, esterno offensivo del Lille.«Sappiamo cosa fare a gennaio, stiamo lavorando da tempo.Seguiamo Ikoné, ci piace e sarebbe l’ideale per il nostro gioco».Certo, con un Vlahovic così tutto è più semplice. No?«È un professionista serio, su questo non posso dire niente e io ho anche un buon rapporto con lui.Siamo stati chiari con Dusan. Gli abbiamo proposto il rinnovo, il più alto di sempre nella storia della Fiorentina. L’abbiamo fatto più volte e sia lui che il procuratore ci hanno fatto capire che non vogliono accettare. La proposta è sul tavolo e rimane quella».Però non la accetta. Cosa accadrà a gennaio?«A oggi è un giocatore della Fiorentina. Non posso sapere quel che accadrà in futuro. Però una cosa voglio dirla: questo è un gruppo, compatto e forte. Vlahovic è uno dei suoi componenti».Una delle battaglie di Commisso e della Fiorentina è quella per arginare i procuratori…«Commisso e Barone non sono contro i procuratori, ma oggi il mercato è totalmente controllato da loro. A noi non piace il double dipping, ovvero quando un agente prende una percentuale da entrambe le parti. Sia dalla società dove risiede il suo calciatore, sia in quella dove vorrebbe che finisse al termine di una trattativa. Questo deve finire. Ci vogliono regole chiare, precise, che tutti devono rispettare».Un esempio?«Se c’è una quota, una percentuale: che sia quella. Sempre, fissa.Vogliamo continuare questa battaglia non per la Fiorentina ma per tutto il calcio, non solo quello italiano. A volte ci sentiamo da soli, invece tutte le società dovrebbero camminare insieme a noi».E a livello di governance del calcio italiano?«Qualcosa deve cambiare, è chiaro.Chiediamo più trasparenza. La Fiorentina è contro i fondi di private equity all’interno della Lega Serie A».Cosa si aspetta dal 2022?«Uno dei sogni è inaugurare il Viola Park, ovvero il nuovo centro sportivo di tutto il club, maschile e femminile insieme. Un gioiello unico in Italia e anche in Europa.Guardi, stanno già tirando su le future tribune. Sarà fantastico. Poi è chiaro, tutti speriamo di tornare in Europa e sarebbe ipocrita non ammetterlo. Mi immagino una Fiorentina molto competitiva».E cosa chiede alla sua Fiorentina?«Che si riprenda il posto tra le squadre che contano». Barone tira fuori il suo telefono, mostra un video di alcuni bambini che intonano cori e indossano le maglie viola. ‘Torneremo grandi ancora, come nel ’56’, cantano i bimbi.«Ecco, questo è un orgoglio per noi.Sono loro il futuro ed è per loro, quando parliamo di battaglie giuste e globali, che dobbiamo continuare a lottare».