la Repubblica, 15 dicembre 2021
I cent’anni di Miss America
NEW YORK — Miss America compie 100 anni: e li dimostra tutti. Il concorso di bellezza più famoso del mondo è in crisi. Lacerato da scandali e mutamenti di costume. Nato nel 1921 in quella Sin city, la città del peccato, che era allora Atlantic City, in un Paese dove le donne avevano ottenuto il diritto di voto da appena un anno, è stato a lungo il grande sogno delle ragazze americane. La prossima Miss sarà incoronata giovedì al casinò Mohegan Sun di Uncasville, in Connecticut (una location meno glamour delle precedenti). E a dimostrarne il declino basta già la notizia che nonostante l’anniversario, la diretta andrà in onda solo in streaming su Peacock della rete Nbc : detronizzato dal posto d’onore della prima serata tv.D’altronde, i tempi d’oro del concorso – a lungo considerato una possibile porta di Hollywood (da Cloris Leachman a Eva Longoria) – sono finiti da un pezzo. Se il femminismo ne ha messo alla gogna l’esposizione dei corpi in bikini, le battaglie per i diritti civili degli afroamericani ne hanno esposto il profondo razzismo. Fino agli anni 50, le non bianche erano escluse dalla regola “numero 7” del concorso: “le concorrenti” recitava, dovevano essere “in buona salute e di razza caucasica”. Così, in polemica con la mancanza di diversità, nel 1968 nacque Miss Black America e solo nel 1984 venne incoronata la prima Miss America nera, Vanessa Williams. Costretta, subito dopo, a rinunciare al titolo per certe sue foto nude, salvo poi ricevere le scuse dall’organizzazione nel 2015.A dare il colpo di grazia lo scandalo del 2018: quando la pubblicazione di una serie di mail sessiste scritte dal Ceo del contest, Sem Haskell provocò la ribellione di 49 ex reginette che con una lettera dissero basta alla “cultura di molestie, bullismo e sfottò dominante”, costringendolo a dimettersi. Imponendo, di fatto, le istanze del movimento #MeToo nato proprio quell’anno anche nel tempio di superficialità e apparenza. Chiedendo «di cambiare le regole e contribuire a potenziare le donne». Apriti cielo. Quell’anno 4 membri del board si dimisero in polemica con la decisione di abolire la sfilata in costume presa dall’ex Miss America 1989 Gretchen Carlson, subentrata ad Haskell. Una nuova formula, assicurano gli organizzatori, che funziona. La gara non esamina più solo l’aspetto fisico, puntando sulla bellezza anche interiore delle 51 concorrenti. Eppure, nonostante gli sforzi di reinventare la gara, il pubblico se ne è disamorato. «Il concorso è ormai in un vicolo cieco: più cerca di progredire, più perde la sua identità originale e dunque l’interesse di chi ancora lo amava», scrive Margot Mifflin, autrice di “Looking for Miss America: A Pageant’s 100–Year Quest to Define Womanhood”. Miss America compie 100 anni: e chissà se sopravvivrà ai prossimi 100.