ItaliaOggi, 15 dicembre 2021
Periscopio
Voci, sospetti e veleni che abbondano tra i parlamentari, dove anche una frase di Conte ha suscitato mugugni: «Berlusconi ha fatto anche cose buone». Dice quel che i nostalgici dicono di Mussolini. Monica Guerzoni. Corsera.
Per quanto ci riguarda basta rispettare le diversità, insegnandole anche ai bambini, senza avventurarsi in modifiche genetiche della società. Le radici, la storia dei popoli, la religione vanno mantenuti e difesi perché sono un valore che forse non va esibito come un trofeo, ma nemmeno nascosto in virtù di un malinteso senso dell’inclusione. Beppe Boni. QN.
Sul web la satira funziona eccome: Osho, spesso accusato di avere simpatie politiche "sbagliate" (cioè di destra), e Lercio.it, feroce nel ridicolizzare l’informazione tradizionale, sono due storie di meritato successo. Tuttavia, è innegabile: lo spazio della satira si è ristretto, a causa del politicamente corretto e della invadenza dei partiti nei media, non che non ci fosse in passato, ma forse non era così diretta e pressante. Alessandro Gnocchi. Il Giornale.
Mario Draghi ha dovuto fare i conti e li dovrà fare ancora di più nelle prossime settimane, confrontandosi anche con un sindacato che, perse le ragioni storiche e politiche della propria esistenza, rivendica la sua parte nell’«arraffo» e, addirittura, per bocca del leader della Cgil Maurizio Landini contesta «la chiamata a cose fatte». Il governo ha convocato i sindacati per informarli dei propri orientamenti (è impensabile -anche se è accaduto- che il governo si lasci dettare l’agenda politica dai segretari di Cgil, Cisl e Uil). Domenico Cacopardo. ItaliaOggi.
Il punto è che chi si comporta male deve mettere in conto le conseguenze delle proprie azioni. Il fatto che molte manate purtroppo passino sotto silenzio, o molti furbetti del vaccino la facciano franca, non significa che tutti i molestatori e tutti i furbetti abbiano il diritto di agire indisturbati. Al ristoratore e al dentista è andata male. E chi cerca di intervistarli non li sta perseguitando; sta facendo il suo mestiere. Aldo Cazzullo. Corsera.
Nel suo libro di memorie dal titolo «What Happened» (Simon & Schuster, settembre 2017), Hillary Clinton racconta che se avesse vinto le elezioni presidenziali contro Trump «avrebbe voluto presentarsi sul palco del Javits Center di New York, vestita di bianco, il colore delle suffragette». Oggi, a 74 anni appena compiuti, dal luminoso soggiorno della sua casa di Chappaqua, rivive con amarezza quell’appuntamento mancato con la grande Storia.Corsera.
Come scrisse Indro Montanelli all’uscita di Venezia viva, mio marito possedeva una mostruosa, animalesca facoltà di concentrare tutte le forze intellettive nell’occhio. Era questo a fare di lui uno dei maestri della fotografia mondiale. Magari non capiva, ma aveva visto tutto. Lou Embo, vedova del fotografo Fulvio Roiter, (Stefano Lorenzetto). Corsera.
Alcuni soldati giapponesi nascosti nella giungla del Palazzo non si rassegnano all’idea che il mandato presidenziale di Sergio Mattarella cessi irrevocabilmente al più tardi il 3 febbraio, giorno in cui (nella deprecabile assenza di un successore) sarà Elisabetta Casellati a esercitarne le funzioni come presidente del Senato. Resistono d’altra parte, anche nel Parlamento della Repubblica, persone convinte che la Terra sia piatta e chi immagina che il vaccino uccida. Si fa sempre più strada, tuttavia, l’idea che nella seconda metà di gennaio si debba scegliere un nuovo capo dello Stato. A questo punto la pressione si trasferisce da Mattarella a Draghi perché rinunci alla tentazione di candidarsi. Bruno Vespa. QN.
Anche Mozart è stato colpito dal Covid. La Salzburg Schokolade ha avviato la procedura di fallimento, a causa della pandemia non riesce a vendere le sue storiche Mozartkugeln, le palline di Mozart, i cioccolatini che piacciono soprattutto ai turisti. E? un colpo all?anima dell?Austria, scrive la Salzburger Nachrichten, il quotidiano di Salisburgo. Muore un simbolo nazionale, come la Sachertorte o le Wienerschnitzel, le cotolette panate che non sono una copia delle cotolette alla milanese. Entrambe gustose, ma diverse. Non saprei trovare un esempio con l’Italia o con la Germania, i nostri prodotti tipici, dal panettone al torrone, non sono esclusiva di una fabbrica. Roberto Giardina. ItaliaOggi.
Ma non è solo questione di numeri ad El Alamein. L’attesa della battaglia può essere dura come la battaglia stessa. I nostri reparti, i paracadutisti della “Folgore” nella parte più a sud del fronte, i bersaglieri del Settimo, i carristi della “Ariete” e della “Trieste”, i fanti della “Pavia”, della “Bologna” e della “Brescia” devono fare i conti con la solita disorganizzazione italica: le linee di rifornimento sono diventate lunghissime e molto discontinue. «Mancava l’acqua - raccontavano i reduci -, che quando arrivava veniva trasportata nelle taniche del carburante e sapeva di nafta. Oltre a fare schifo, intossicava». «In prima linea - raccontavano i parà - ne venivano concessi due gavettini al giorno: mezzo litro d’acqua puzzolente in pieno deserto è niente». Maurizio Pilotti. Libertà.
Glucksmann spiegava che c’era stato un rovesciamento delle parti: trasformata la cuoca in amministratrice dello Stato, gli amministratori del medesimo, cioè i marxisti-leninisti, le guardie armate dei lager e la burocrazia sovietica, si erano trasformati in cuochi, comandati a servire, meglio a impiattare, sempre la stessa sbobba cannibale: tartare di carne umana. A molti, il sapore della carne umana evidentemente piaceva (a Sartre, ai comunisti italiani, a Pablo Neruda, ai gruppuscoli di sinistra-sinistra) purché a essere serviti in tavola fossero i prosciutti di qualcun altro (di russi, cechi, vietnamiti, cambogiani, cubani, rumeni, albanesi, coreani del nord, polacchi, cinesi). Diego Gabutti, ItaliaOggi.
Il 27 maggio 1965 Ligabue “ospite” del Ricovero di mendicità di Gualtieri, muore. Nella sua lapide si legge: “Il rimpianto del suo spirito, che tanto seppe creare attraverso la solitudine e il dolore, è rimasto in quelli che compresero come sino all’ultimo giorno della sua vita egli desiderasse soltanto libertà e amore”. Postumi i riconoscimenti del suo genio. Lo stesso Ligabue ne ha consapevolezza: con amarezza prevede che un giorno i suoi quadri sarebbero diventati famosi anche se durante la sua vita i contadini di Gualtieri svendevano le sue opere e i suoi dipinti finivano per diventare sgabelli per mungere le mucche o tappare le finestre. Valter Vecellio. ItaliaOggi.
La pace non esiste. L’uomo è destinato a combattere contro gli altri e contro se stesso. Roberto Gervaso.