Il Messaggero, 15 dicembre 2021
La cioccolata fondente fa bene all’umore
La cioccolata fondente mette di buonumore. Ma a patto che sia fondente fondente, cioè quella con un contenuto di cacao superiore all’85%. Lo dimostra uno studio dell’Università di Seul, pubblicato su Journal of Nutritional Biochemistry, che fornisce anche il dosaggio del buonumore: 30 grammi al giorno, insomma qualche quadratino, pari ad un terzo circa di una tavoletta di cioccolato standard da 100 grammi. Ma i ricercatori coreani sono categorici: guai a scendere sotto questo contenuto di cacao. Una fondente al 60% infatti non sortirà alcun beneficio sull’umore; per non parlare poi del cioccolato al latte. Tra l’altro, la cioccolata super-fondente ha anche il vantaggio di essere amica della linea e della salute in generale, contenendo meno zuccheri, grassi (come l’olio di palma), additivi o coloranti.
Senza nulla togliere agli studiosi coreani, per molte persone è prassi comune concedersi un po’ di cioccolato quando si sentono un po’ giù. Questo studio dunque non fa altro che dare una spiegazione scientifica a questa ricerca istintiva del cioccolato, come SOS psicologico. Ma i risultati ottenuti sono tuttavia in larga misura inediti, anche perché non sono molti gli studi che si sono occupati finora dell’effetto di un consumo giornaliero di cioccolato fondente sull’umore. Anzi, quello appena pubblicato potrebbe in realtà essere il primo in assoluto a dimostrare che introdurre qualche quadretto di cioccolato fondente nella vita quotidiana, possa avere un impatto positivo sul benessere psicologico.
Ma cos’è dunque che fa della cioccolata nera uno strumento di felicità? Questo studio dimostra che il cioccolato extra-fondente altera in maniera favorevole la composizione del microbioma, quell’esercito di microrganismi che costituisce la cosiddetta flora intestinale.
MODALITÀ
La ricerca ha coinvolto 46 persone, alle quali è stato chiesto di consumare 30 grammi di cioccolata all’85% al giorno o 30 grammi di cioccolato al 70% o niente cioccolata (gruppo di controllo), per tre settimane. Il loro umore è stato quindi misurato utilizzando una scala psicologica (PANAS, Positive and Negative Affect Schedule). Allo studio psicologico sono stati abbinati anche dei sofisticati esami sul microbiota intestinale.
I risultati sono che la cioccolata extra-fondente, riduce gli stati d’animo negativi, mentre quella al 70% non sortisce questi effetti. E questo effetto risulta associato a importanti differenze, evidenziate nella composizione del microbiota intestinale, che è risultato molto più diversificato nei consumatori di cioccolato all’85%. In particolare, nel gruppo 85% erano presenti livelli più alti di Blautia obeum, un batterio intestinale significativamente associato con un impatto positivo sull’umore, mentre apparivano nettamente ridotti quelli di Faecalibacterium prausnitzii.
INFLUSSO
Insomma la felicità indotta dal cioccolato extra- fondente potrebbe essere mediata dal cosiddetto asse intestino-cervello e, più in particolare, dalla tipologia di batteri che popolano il nostro intestino e che, a nostra insaputa, vanno ad influire anche sui nostri stati d’animo. Il cacao tra l’altro è ricco di fibre, ferro e polifenoli in grado di rinforzare il sistema immunitario e ridurre il rischio di una serie di malattie, da quelle cardiovascolari, ai tumori, passando per la demenza, l’ictus e l’artrosi. Motivo in più per coccolarci ogni giorno con qualche quadretto di cioccolata; a patto però che contenga almeno l’85% di cacao.