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 2021  dicembre 14 Martedì calendario

La mafia più pericolosa è quella nigeriana


CORRISPONDENTE DA WASHINGTON
L’Fbi ha sentito odore di maxi frode nel lontano 2010. Le unità specializzate nel rintracciare i crimini finanziari hanno iniziato a setacciare il Web e le chat nascoste nei forum, quindi hanno ricostruito il passaggio di denaro e rivelato email e Ip da dove i truffatori gestivano i contatti con i malcapitati. Dal 2019 al 2021 gli agenti del Bureau hanno messo sotto accusa 35 persone responsabili di frodi multi-milionarie in California.
In queste settimane intelligence Usa e Interpol sono sulle tracce di nove criminali nascosti in Sud Africa. Ma è solo una parte del lavoro che Procure e intelligence di molti Paesi stanno conducendo sotto copertura.
Le vittime – che nelle chat sequestrate sono definite come «mugu» o «maye», idioti – venivano adescate con trucchi sul Web; veniva fatto loro credere che depositando i loro soldi su una banca, generalmente svizzera, avrebbero fruttato interessi favolosi. Fra le mail recuperate dagli agenti del Bureau ce ne è una in cui un signore californiano chatta con i suoi truffatori e a un certo punto, come d’incanto, scopre l’inganno: «La banca cui mi dite di appoggiarmi non esiste…». Nel frattempo, 3 milioni di dollari erano già in fumo.
Se la storia finisse qui ci troveremmo davanti a un ennesimo caso di truffa – pur se di proporzioni ingenti – su scale globale.
A far fare un salto alla vicenda è l’identità dei truffatori: la mafia nigeriana, Black Axe.
Di questo gruppo anche l’Italia ha fatto di recente una conoscenza ravvicinata. Il 30 aprile scorso trenta persone sono state arrestate in 14 province con l’accusa di sfruttamento della prostituzione, traffico di esseri umani, truffa informatica e riciclaggio. Il tutto aggravato dall’associazione di stampo mafioso. La mente del gruppo che dirigeva il ramo italiano è un 35enne nigeriano che aveva issato a L’Aquila il suo quartier generale e che in due anni aveva messo insieme frodi per circa un milione di euro. L’uomo era partito nel 2014 dalla Nigeria, si era fermato in Libia e da lì con un barcone era sbarcato a Pozzallo finendo poi nel centro di prima accoglienza del capoluogo abruzzese dove viveva in un appartamento regolarmente affittato e pagato.
La sua storia ci porta direttamente al luogo da dove i tentacoli di questo network criminale si diramano, ovvero Benin City, capitale dello stato nigeriano dell’Edo. È qui che 40 anni fa Black Axe è nata. All’inizio è una gang locale spregiudicata e votata alla violenza. I riti di iniziazione sono brutali, frustate sulle gambe, nudi con il viso nel fango a subire botte e insulti. Chi sopravvive diventa un Black Axe e si garantisce protezione eterna dal gruppo.
Negli anni il gruppo si è evoluto in una struttura criminale di proporzioni globali, trova coperture politiche e si infila nei gangli del potere nigeriano. Il disegno strategico va oltre esecuzioni e lotte per il controllo di un territorio o del mercato locale. Le autorità canadesi nel 2017 hanno smascherato uno schema di riciclaggio di denaro collegato a questa mafia del valore di 5 miliardi di dollari. Le persone coinvolte risiedevano in Nigeria, nel Regno Unito, in Malaysia, negli Stati del Golfo e in un’altra decina di Stati.
A gettare ulteriore luce sui movimenti e gli affari sporchi di Black Axe sono stati alcuni pentiti rintracciati dalla Bbc a Benin City in un lavoro investigativo durato quasi due anni. Uche Tobias – nome di copertura – è uno dei custodi degli archivi digitali del gruppo di cui ha fatto parte. I membri «sparsi in ogni angolo del mondo sono circa 30mila», ha detto. «Si dividono le zone e ognuna di esse ha un riferimento che esige una tassa di appartenenza annuale ai suoi seguaci». I proventi delle truffe finiscono poi a Benin City dai leader della mafia. Che assolda manodopera locale – principalmente ragazzi fra i 16 e i 23 anni – per i suoi traffici. Secondo i dati del 2020 dell’Unhcr il 70% dei nigeriani che imbocca la via della Libia per entrare in Europa proviene dall’Edo. E la regia di questo traffico come per le truffe bancarie ha un nome preciso: Black Axe. —