ItaliaOggi, 14 dicembre 2021
Negli usa il vaccino fa curriculum
La vaccinazione nel curriculum. Negli Stati Uniti, a causa della crisi legata alla pandemia, c’è chi cerca un’occupazione con cadenza mensile. Il Covid, oltre al mercato del lavoro, ha cambiato anche il modo di presentarsi ai colloqui. E sono sempre più gli americani che inseriscono la somministrazione del vaccino tra le voci del proprio percorso professionale, tra formazione scolastica, esperienze precedenti e conoscenza delle lingue.
Il presidente Joe Biden, lo scorso settembre, ha ordinato alle aziende con 100 o più dipendenti di garantire che i loro lavoratori siano vaccinati o testati almeno settimanalmente, ma la direttiva è stata temporaneamente sospesa da una Corte d’appello federale. Nonostante lo stop, il 63% delle imprese, come ha rivelato il sondaggio condotto da ResumeBuilder.com, chiede la vaccinazione, elemento che potrebbe rivelarsi decisivo per essere assunti.
«Nella maggior parte dei casi, i candidati che hanno affermato di essere vaccinati dovrebbero avere un vantaggio rispetto a chi non lo è», ha spiegato Andrew Challenger, vicepresidente senior della società di ricollocamento Challenger, Gray&Christmas. Ma potrebbe valere anche il contrario. Soprattutto negli Stati repubblicani, che hanno un alto tasso di no vax e una legislazione che vieta l’obbligo vaccinale. «In questo caso un aspirante dipendente non vaccinato potrebbe avere qualche chance in più di essere assunto», ha detto ancora Challenger a Usa Today, «Se un candidato sa che l’azienda cui si rivolge richiede la prova della vaccinazione, è meglio includerla nel curriculum».
La questione, tra etica e giurisdizione, è intricata. «Ai candidati diciamo che la priorità da inserire nel curriculum dovrebbe sempre essere la capacità e il potenziale d’idoneità al ruolo», ha specificato Rich Deosigh, presidente del personale di Robert Half, una società di consulenza globale con sede a Menlo Park, in California. «Per quanto riguarda il vaccino noi diciamo agli aspiranti lavoratori di scegliere secondo la propria coscienza, ma allo stesso tempo devono sapere che l’argomento, probabilmente, salterà fuori durante il colloquio».
Il 63% dei responsabili delle assunzioni intervistati da ResumeBuilder.com ha preferito leggere lo stato di vaccinazione di un candidato sul curriculum. E un terzo ha affermato di eliminare automaticamente i candidati che non lo includono. «In altre parole, alcuni candidati non vaccinati potrebbero essere esclusi prima che mettano piede in ufficio, specialmente per le posizioni con competenze inferiori», ha precisato Lisa Rangel, ceo di Chameleon Resumes, servizio di consulenza per la ricerca del lavoro. «Con la carenza di lavoratori ormai diffusa negli Stati Uniti, i datori di lavoro potrebbero essere più dubbiosi nell’escludere immediatamente candidati non vaccinati qualificati per ruoli con competenze più elevate».
Nelle offerte di lavoro dei vari portali americani sono ancora pochi i datori di lavoro che chiedono il certificato di vaccinazione, ma la percentuale è in crescita. Secondo LinkedIn il 4% dei post richiede la vaccinazione, mentre sul sito di lavoro Indeed il 5,4% degli annunci richiede espressamente il certificato vaccinale. In settembre la percentuale non superava l’1%.