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 2021  dicembre 14 Martedì calendario

Periscopio

Il principe Henry di casa Windsor è intervenuto a un dibattito sul lavoro, a conferma che ciascuno tende a parlare di ciò che non conosce. Massimo Gramellini. Corsera.


Io entrerei in un governo Meloni e lei farebbe lo stesso. Matteo Salvini al vertice di Atreju.


Nel mio libro racconto il mio incontro con Matteo Renzi. Ottobre 2009. Era appena diventato sindaco di Firenze, se la menava un po’ da Magnifico. Me lo trovai di fronte a Torino. Lo portai in giro per Eataly. Era veloce, anzi velocissimo. Capiva al volo le dinamiche di un’azienda. Divorò un piatto di carne cruda da gran goloso. Lo confesso: me ne innamorai. Oscar Farinetti, patron di Eataly (Aldi Cazzullo). Corsera.


«Siamo tutti peccatori, anch’io», ha detto l’altro giorno papa Francesco parlando dell’arcivescovo di Parigi, che si è dimesso per una presunta relazione con una donna. Tutti peccatori. Invece la follia del nuovo moralismo pretende di dividere il mondo in buoni e cattivi, in onesti e disonesti, in candidabili e incandidabili. E il risultato è una gigantesca ipocrisia di massa, al cui cospetto impallidisce perfino il moralismo bigotto e clericale degli anni Cinquanta. Ci sono donne e uomini, nella storia, che hanno compiuto opere grandiose per l’intera umanità, che hanno fatto del bene: e magari lo hanno fatto anche per riscattarsi da qualche piega nera che sentivano nell’anima. Celebrarli è doveroso, anche per quelle loro debolezze. Michele Brambilla. QN.


Parecchi studenti italiani, tra la fine degli anni Sessanta ed gli anni Settanta conducevano durante le ore diurne un’esistenza sfrenata. Militavano in organizzazioni estremiste e si erano accanitamente scontrati con la Polizia, sulle barricate. Però alle venti e trenta in punto tornavano a casa, si lavavano ubbidientemente le mani prima di cenare con Mamma e Papà e Fratellino e Sorella e la Zia Zitella. Quando se ne andavano da casa definitivamente, lo facevano tramite l’unico biglietto di viaggio ammissibile: il matrimonio. Tom Wolfe: “Il decennio dell’Io”, (Diego Gabutti), ItaliaOggi.


I No vax e anche molti No Green pass vanno a cercare dati ambigui nel migliore dei casi, quando non palesemente falsi, episodi isolati elevati a campioni di credibilità assoluta, giocando sull’umanissimo sentimento della paura di chi ascolta. Lo trovo profondamente ingiusto. I vaccini hanno salvato l’umanità, eppure ogni volta ci sono state opposizioni. Ma la fiducia nella scienza è prevalsa sempre e gli uomini sono vissuti più a lungo. Bruno Vespa. QN.


Si deve disciplinare la cosiddetta obbligatorietà dell’azione penale, rivedere i poteri e le responsabilità dei pm, separare le carriere. Insomma se si è voluto un codice alla Perry Mason occorre adeguarlo a quello dove funziona da secoli, cioè il modello anglosassone. E negli Usa il Pm se perde i processi va a casa. Quanto al giudice, nessuno si domanda a che corrente appartenga, il verdetto è pronunciato dalla giuria popolare sorteggiata e in parte ricusabile. Un altro pianeta. Carlo Nordio, già procuratore aggiunto di Venezia. (Alessandra Ricciardi). ItaliaOggi.


Chiunque abbia seguito la carriera di Draghi non può non sapere quali siano le sue idee e la sua intelligenza negoziale: prima professore e contemporaneamente direttore esecutivo della Banca mondiale, come dire un consesso più politico che finanziario, visto che vi partecipano tutti i paesi del mondo con la necessità di destinare risorse ai più poveri; poi direttore generale del tesoro anche per la negoziazione delle privatizzazione; poi ai vertici di Goldman Sachs, la prima banca d’affari del mondo; quindi governatore di Bankitalia e contemporaneamente presidente del Financial stability forum e, infine, presidente della Bce con in consiglio un mastino come il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann. Draghi è quindi un negoziatore raffinato. Niccolò Machiavelli insegna: non pretendere mai che l’avversario vada al tappeto. L’importante è ottenere il risultato voluto. E per fortuna Draghi si è sicuramente letto Machiavelli. Paolo Panerai. ItaliaOggi.


Arthur Koestler era nato a Budapest, nel 1905, ebreo askhenazita. Con il crollo dell’impero asburgico, sparisce il mondo come l’aveva conosciuto. E comincia il suo viaggio in quello nuovo: al Politecnico di Vienna, dove la famiglia si è trasferita nel 1922, è iscritto alla confraternita sionista. La “aliyah”, l’emigrazione in Palestina, è la prima tappa. Lavora per un po’ come ingegnere, ma scrivere è nel suo sangue: diventa corrispondente dalla Terrasanta per i giornali tedeschi (Koestler da bravo intellettuale mitteleuropeo non conosce confini linguistici: parla e scrive correntemente in ungherese, tedesco, francese e inglese, se la cava a dialogare in russo e in ebraico). È il primo passo di una carriera che lo riporterà in Europa a scrivere per i giornali della catena Ullstein. Per Koestler la ricerca della Terra promessa non è finita con la parentesi mediorientale: Koestler si iscrive al Partito comunista tedesco. Gli costerà il licenziamento e al tempo stesso un incarico dal partito (con tanto di lettera d’ accredito del Comintern) per un lungo reportage in Russia sul piano quinquennale. Maurizio Pilotti. Libertà.


Mia moglie Tatiana mi ha aiutato molto. E più ancora ha aiutato i vecchi dell’ospizio San Lorenzo e i pazienti oncologici. Si faccia raccontare da lei la storia di Fabrizia, giovane e bellissima malata terminale, che sul letto di morte volle sposare il suo Davide, pilota di aerei di linea. Mi no sarìa bon de contarla. Pietro Scarpa, collezionista e antiquario. (Stefano Lorenzetto). Corsera.


Per capire il presente e gustarlo davvero nella sua ricchezza, bisogna liberarlo dalla prigione dell’attualità, come una caramella va scartata dalla cartina, onde assorbire i sapori della memoria e del passato da cui è fiorito. Un seme, prima di giungere a innalzare la vistosa corolla del fiore, deve passare per i vari stadi e le diverse stagioni della sua crescita. La Storia non si vede come non si vede crescere l’erba, eppure cresce anche se non ne abbiamo percezione. Roberto Pazzi. QN.


Adesso hanno scoperto che il Canale della Manica è un problema. Che la tragedia dei migranti annegati nel tentativo di raggiungere le coste inglesi è una vergogna, una ferita nel cuore dell’Europa. Che l’esistenza della «giungla» di Calais è intollerabile nella patria dei diritti umani. Che è più facile salvarsi tentando di sbarcare a Lampedusa, dove la gente ti aiuta, anziché nelle acque gelide fra Dunkerque e Dover, dove sei solo. Giovanni Serafini. QN.


La frivolezza è l’arte di essere inutili. Roberto Gervaso.