Corriere della Sera, 13 dicembre 2021
Intervista a Iva Zanicchi
È di una simpatia travolgente Iva Zanicchi, 81 anni. Una da record: è la donna che ha vinto più edizioni del Festival di Sanremo, 3 volte (1967, 1969, 1974); la prima cantante italiana ad esibirsi al Madison Square Garden di New York nel ‘73 con Morandi; la prima ad attraversare l’Unione Sovietica in tour nel 1981. Ora ha una gran voglia di tornare al Festival di Sanremo, il prossimo febbraio.
Il suo Sanremo del cuore?
«Il più bello è quello dove ho vinto, insieme a Bobby Solo, con Zingara. Ma quel che è rimasto nel mio cuore è il primo nel ’65».
Ma fu eliminata...
«Proprio quell’esperienza mi ha reso forte. Ero terrorizzata. Gianni Ravera disse: “Non ce la fa a cantare sta ragazza, ha troppa paura”. Fui eliminata. Ho pianto da sola tutta la notte. Mi dissero che non andavo bene per i grandi spettacoli. Un dolore incredibile. Ma lì mi è scattata la molla, mi sono detta: “Vincerò”».
E cosa ha fatto per cambiare rotta?
«Ho fatto di tutto per la rivincita. Il mio passaporto era la mia voce. Gaber è stato il primo che mi e venuto in aiuto, mi disse “non demordere” e mi scrisse una canzone».
Nel 1967 vince Sanremo, ma soprattutto conosce l’amore.
«Sì, lì ho conosciuto Antonio Ansoldi, figlio del mio discografico. Mi era simpatico, ci siamo frequentati un po’, avevo 26 anni. Poi però gli dissi che dovevo pensarci e che non volevo legarmi. Torno a Ligonchio, perché vivevo ancora con la mia mamma e arrivata non mi sento bene. Vomito. Mia mamma mi guarda e mi dice: “Cos’hai fatto con Tonino?”. Eh sì ero incinta. A 26 anni per la prima volta avevo fatto l’amore...».
E da quell’unione è nata Michela.
«Un sentimento violentissimo. I miei due grandi amore: mia madre e mia figlia. Mia mamma si toglieva il pane per me, ha fatto sacrifici pazzeschi come solo le mamme sanno fare. Mi cantava le romanze».
Chissà com’era orgogliosa dei suoi successi canori?
«Sì, moltissimo. Anche se lei adorava Milva per la sua voce così profonda. Io un po’ lo pativo perché lei proprio sbrodolava. Diceva: “Che bei capelli, che bella voce, com’è magra”. Io gridavo: “Dillo che è la tua cantante preferita”».
Lei ha una tempra forte. L’anno scorso a novembre si è ammalata di Covid, un’esperienza durissima.
«Sì, non ho piu riacquistato l’olfatto: non sento l’odore del brodo della domenica, del caffè la mattina. Però grazie a Dio continuo a cantare, respiro bene».
«Un dolore straziante, lo adoravo come un figlio. Mio fratello era un poeta, lui teneva insieme tutta la famiglia. Pensare che l’ho sentito al telefono e mi ha detto: “I medici dicono che tra due giorni vengo a casa”. Dopo tre giorni è arrivato a casa, ma nella cassa. E ci hanno proibito di aprirla per l’ultimo bacio. Sono ancora incazzata nera con tutti».
È una vera guerriera.
«Quest’anno ho lavorato per la rinascita. Magari piango la sera in camera, ma di giorno combatto. Sono per la libertà, ma ai no vax dico: “Non vi vaccinate? Bene, state chiusi in casa, ma non venitemi a dire che non esiste il virus perché vi rompo la testa».
Perché desidera così tanto partecipare al prossimo Sanremo?
«Perché alla mia età è senz’altro l’ultimo come concorrente. Vuoi mettere star lì in mezzo ai ragazzi, che sono come nipotini per me, a fare la gara? Sono una vera matta. Per fortuna ci sono anche Ranieri e Morandi che alzano la media. Poi magari potrei andarci ancora una volta come ospite, ma è un’altra cosa. Oppure facciamo un trio: io, Berti e Vanoni, e andiamo con l’ossigeno».
Va per vincere?
«Sinceramente no, vado con determinazione, ma con leggerezza. Voglio presentare una bella canzone con la voce che avevo 50 anni fa».
Tra tutte le cantanti più o meno della sua generazione con chi ha un bel rapporto d’amicizia?
«Con Orietta Berti e Caterina Caselli (ora produttrice e discografica, ndr). Mina negli ultimi 30 anni non si e più vista, Ornella è piacevolissima, ma altalenante: un giorno ti butta le braccia al collo, l’altro giorno ti dice “ma chi sei?”».
In questo momento c’è la grande riscoperta di artiste più adulte Berti, lei, Vanoni, Milo, Fabrizi a «Ballando». Come mai? Cosa vi unisce?
«Abbiamo fatta tanta gavetta che è quella che ti permette di cantare a 80 anni come se ne avessi 50. Ho cantato tutte le sere nelle balere, nelle feste di piazza, nei teatri».
La tv le manca?
«No, basta. Ho fatto 15 anni di Ok, il prezzo è giusto ! e altre cose. Ora solo musica».
Che mamma è stata?
«Michela l’ho un po’ trascurata, ma è cresciuta bene, mi ha dato tante soddisfazioni. Ha aperto una etichetta discografica per seguire il solco di suo padre Ansoldi. L’ha chiamata Luvi (iniziali di Luca e Virginia, i suoi figli) e io andrò a Sanremo con la sua etichetta. E questo mi rende molto orgogliosa».