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 2021  dicembre 13 Lunedì calendario

Intervista a Carol Alt

È stata, segretamente ma non troppo, la wag più famosa della Formula Uno. Ma Carol Alt, è stata molto di più che la compagna dietro le quinte di Ayrton Senna: modella, attrice, collezionista di copertine (oltre 500), musa di registi e fotografi. Una vita vissuta tra l’America, dove è nata il 1 dicembre del 1960, e l’Italia, «tra Milano e Roma, il posto dove probabilmente sono nata in un’altra vita: solo l’aria che respiro mi fa sentir meglio». Un’icona a cavallo tra i due mondi, che ha da poco festeggiato i suoi primi 61 anni, parafrasando il film che l’ha resa celebre in Italia, I miei primi 40 anni, ispirato alla vita di Marina Ripa di Meana.
Cosa ricorda di quel film?
«Marina era contraria che fossi io la protagonista, aveva in mente Rachel Welch, bellissima, con i capelli rossi come i suoi. Carlo Vanzina la convinse. Dopo aver visto il film il marito Carlo Ripa di Meana mi disse: “da oggi ho ben due Marine”».
Prima c’era stato il film «Via Montenapoleone».
«Sì, l’inizio fu tragico. Ero una modella prestata al cinema: il primo giorno, dopo aver girato una scena in sauna, ho pensato: “Sono negata”. Carlo Vanzina due settimane dopo mi ha confessato che aveva pensato che ero davvero negata, ma dopo due settimane mi aveva scelto come la protagonista del I miei primi 40 anni».
Oggi che lavoro fa?
«L’attrice. Ho appena finito di interpretare una parte nella serie televisiva Paper Empire con Kelsey Grammer: arriverà anche in Italia. E poi ci sarà il mio primo film di animazione: sarò la fidanzata fashionista di Orso, nel film Masha & The Bear».
Cosa la affascina del cinema?
«La possibilità di far evadere le persone, soprattutto ora che il Covid ha seminato solitudine e depressione. Una risata o un’emozione, oggi più che mai, sono terapeutiche».
Come ha trascorso questo periodo così complesso?
«Lontana dall’Italia: ho sempre cercato di passare il mese di dicembre qui, il Paese dei grandi ricordi e dei grandi amori. Mio padre è morto proprio nel periodo di Natale e avevo perso la voglia di festeggiarlo: poi ho visto un Babbo Natale di carta nella cartoleria Virsecchi di Roma e ho di nuovo sorriso».
Quante volte è stata innamorata nella sua vita?
«Due volte: di Ayrton e del mio compagno Alexei. Due storie molto differenti, ma fatte entrambe di passione».
L’incontro con Ayrton.
«A una sfilata di Salvatore Ferragamo: io indossavo un cappotto corto rosso con i bottoni. Lui non guardava i fotografi, era fisso su di me».
La prima cosa che le ha detto?
«“Grazie”, perché per non farlo sfigurare davanti ai flash mi sono tolta i tacchi e sono rimasta scalza».
Il vostro segreto?
«La chimica».
Un ricordo?
«Una cena a Milano, una delle prime allo scoperto con pochi amici: prendo il tovagliolo e dentro c’era un orologio, un suo regalo. L’ho fatto volare inavvertitamente e ho distrutto gran parte dei bicchieri».
Come apprese la notizia della morte?
«Ero in Florida e avevo la tv accesa. Avrei dovuto raggiungerlo in Italia la settimana dopo. Rimasi sotto choc: la mia mente era completamente bianca».
Lo seguiva nei circuiti?
«Spesso e a volte avevo paura. Solo dopo la sua morte ho capito che avrei dovuto averne di più».
Il suo compagno Alexei Yashin è un ex hockeista e ha 13 anni meno di lei.
«Lo guardo e vedo il suo fisico straordinario, da atleta. E nel contempo prendo atto del fatto che anche io ho il corpo di una donna “mortale”».
Quanto conta la bellezza?
«Aiuta, ma le donne con il cuore nero sono orribili, anche se fuori sono perfette».
Le donne più belle?
«Monica Bellucci e Maria Grazia Cucinotta. Poi Paulina Porikzova, che con il coraggio ha cambiato il corso di una vita dura e sfortunata».
È apparsa in 500 copertine: verità o leggenda?
«Non so, forse potrebbero essere anche di più, ma ho peso il conto dopo la morte di mio padre: era lui il collezionista di ritagli della figlia».
La preferita?
«Quella scattata in costume da bagno giallo da Albert Watson per Vogue Francia. Albert per me è stato come Carlo Vanzina nel cinema. Ma anche Renato Grignaschi: mio padre stava morendo e lui mi ha detto: “sbrighiamoci con queste foto, così vai in ospedale”».
Il suo elisir di giovinezza.
«Il crudismo. In Italia è più facile, con il prosciutto».
Non ha avuto figli. Con Ayrton ne avrebbe voluti?
«No, ma ho fatto tanti errori e a volte vorrei tornare indietro e cambiare il corso delle cose».
È più famosa in America o in Italia?
«In America sono una modella, in Italia un’attrice».
C’è una erede di Carol Alt?
«Non la cercherei né tra le modelle, né tra le attrici. Oggi le nuove star sono tutte su Instagram».
[Nota di j: credo che la caroleria sia Vertecchi, Virsecchi non mi risulta]