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 2021  dicembre 12 Domenica calendario

Che fine ha fatto Debora Caprioglio

Debora Caprioglio, una vita su e giù dal palco lungo l’esistenza raminga degli attori, appesa ai capricci del pubblico come alle pretese dei registi. L’attrice veneziana lo scoprì molto presto sulla sua pelle, perché debuttò nel cinema grazie a Klaus Kinski, tipetto assai difficile che per le proprie intemperanze rischiò di essere ammazzato a fucilate dal regista cui era più legato, Werner Herzog, sul set di Fitzcarraldo. Non contenta di lavorare nel Paganini di Kinski, la Caprioglio ebbe pure una storia sentimentale con l’attore tedesco durata due anni, che le spianò la strada verso il successo sopravvenuto grazie al ruolo di protagonista in Paprika di Tinto Brass.

La bicicletta vince su tutto
Oggi il teatro la assorbe interamente, e quando non è il teatro è la cucina, che insieme ai viaggi e la bicicletta è la sua passione privata. La incontriamo a Modena, una delle tappe della tournée di Amore mio aiutami, spettacolo teatrale tratto da un testo di Rodolfo Sonego che la vede a fianco di Maurizio Micheli. Gli inizi in giovanissima età, quando era ancora studentessa e frequentava il liceo classico: «Avevo diciotto anni, recitavo e contemporaneamente recitavo. Paganini è del 1986, prendevo lezioni di dizione ma il lavoro l’ho imparato sul campo, a bottega». Lavorare con Klaus Kinski, un egocentrico di rara potenza soggetto a isterismi capricciosi, è stato più rovente di qualsiasi battesimo del fuoco: «Aveva un gran caratteraccio e attacchi di ira furibonda, esattamente com’è descritto nel documentario di Herzog Il mio più caro nemico, che lo racconta con grande efficacia».

L’esperienza del porno
Poi, dopo la partecipazione a La maschera del demonio di Lamberto Bava, è arrivato Brass. «Paprika ebbe un successo nelle sale al di là di ogni rosea aspettativa, parlava di una fidanzata costretta dal suo uomo a entrare in un bordello nel secondo Dopoguerra, poco prima della legge Merlin». Recitare in un film del genere poteva comportare lo stigma di attrice ai confini del porno, ma alla Caprioglio questo non è mai imporato granché: «Brass veniva da La Chiave e Miranda, era un regista molto ambito e molte attrici volevano la mia parte in Paprika. Forse le attrici di Brass uscivano un po’ segnate dai suoi film, ma in realtà dipende sempre da come una si gestisce. Io non ho mai avuto problemi». La bella attrice di un film erotico può diventare una preda in certi ambienti, ma insidie e molestie sono sempre rimaste fuori dalla sua esperienza: «Già allora pensavo che prevenire è meglio che curare, così mi premuravo di fare i casting nei luoghi deputati e non a casa di qualcuno, oltre a farmi sempre accompagnare da un’agente donna. Ho sempre ragionato con scaltrezza veneziana. Trovo ingiusto approfittare della debolezza di una giovane ragazza, ma con questa storia delle molestie c’è stata anche una caccia alla streghe».

"Mi piace il bello"
La passione per il teatro e le occasioni professionali l’hanno spinta lontano dallo schermo grande del cinema e da quello televisivo, sui palcoscenici di tutta Italia, dove non ha mai smesso di essere la donna pratica che è sempre stata: «Vado in giro con una piccola valigia quando molte mie colleghe, per non parlare degli attori maschi, vanno in tournée portandosene dietro venti...». E quando non vaga con una compagnia da un capo all’altro dello stivale, può dedicarsi ad altre passioni, a cominciare dai viaggi: «Quando non lavoro a teatro mi piace viaggiare. Prima del lockdown ho fatto il giro delle cattedrali di Francia con la mia più cara amica». Cucinare è un’altra passione forte: «Risotti, pasta, pesce, fegato alla veneziana, qualcosa di romano, e poi gnocchi, lasagne, tutto rigorosamente italiano. La carbonara è il piatto che mi riflette di più». Poi ci sono lunghi giri in bicicletta col fidanzato, fino a cinquanta chilometri al giorn in mountain byke nei dintorni di Belluno, dove vive la coppia. «Mi piace molto anche camminare per le città e andare per musei, perché mi piace il bello, le cose belle mettono di buon umore».