Corriere della Sera, 12 dicembre 2021
La telefonata della Santanché a David Rossi (ormai morto)
È la sera del 6 marzo 2013. David Rossi, capo della comunicazione del Monte dei Paschi di Siena, è stato appena trovato morto sotto la finestra del suo ufficio di Rocca Salimbeni, sede della banca che in quel periodo era nell’occhio del ciclone per l’inchiesta sul crac della banca condotta dai pm Marini, Natalini e Nastasi. Proprio uno di loro, Antonino Nastasi, «mentre eravamo nell’ufficio del manager per un primo sopralluogo rispose al cellulare di Rossi, ad una telefonata di Daniela Santanchè» (allora deputata di Forza Italia), ha raccontato il colonnello Pasquale Aglieco, all’epoca comandante provinciale dei carabinieri di Siena, durante un’audizione fiume di 5 ore davanti alla commissione parlamentare d’inchiesta istituita per tentare di fare luce sulla morte del manager Mps.
Daniela Santanchè, oggi senatrice di Fratelli d’Italia, lei scoprì da quella telefonata che David Rossi era morto?
«No. Lo scoprii appena pochi minuti dopo, leggendo le agenzie. Rimasi sconvolta, la stessa sensazione davanti a questa nuova testimonianza».
Quindi lei, quella tragica sera di 8 anni fa non parlò con il pm Antonino Nastasi?
«Ricordo bene quella chiamata. Telefonai a David, qualcuno alzò la cornetta, senza però interloquire. Per 36 secondi, dicono i tabulati. Dicevo “pronto David, mi senti?”... Insomma, una delle tante telefonate in cui il cellulare ha poco campo. Poi la linea fu messa giù dall’altra parte».
Quindi lei ha appreso dalle dichiarazioni del colonnello Aglieco che a rispondere al cellulare di Rossi sarebbe stato il pm Nastasi?
«Sì. E devo dire che mi si è gelato il sangue. David aveva sicuramente il mio numero registrato e quindi chi ha risposto vendeva chiaramente l’identità del chiamante».
Cosa ha pensato ascoltando la testimonianza del colonnello?
«Non ho la certezza granitica, di certo sono dichiarazioni rese da un alto ufficiale dell’Arma in una sede istituzionale. Di certo c’è invece che quelle indagini sono state fatte male e frettolosamente».
Che rapporto avevate lei e Rossi?
«Ai tempi guidavo una concessionaria che vedeva pubblicità per alcuni giornali. Il rapporto con David era nato per motivi professionali. Poi, nel corso degli anni, ne era nata una sincera amicizia. Rossi era una persona fantastica, seria e dai modi gentili. Adorava Carolina, la sua figlia acquisita».
Lei crede al suicidio?
«Questa commissione parlamentare la volemmo, con forza, noi di Fratelli d’Italia. Troppe cose non tornano. Io, come amica che lo conosceva bene, non posso certo credere che si sia ammazzato. Era sì un momento molto difficile, ma lui era un combattente vero ed era a posto con la coscienza».
Crede che ci sia una dimensione politica in tutta questa vicenda?
«Non lo so, ma è tutto molto strano».
L’ex premier Matteo Renzi, sul palco di FdI ad Atreju, si è detto «sconvolto» del fatto che si tratti «dello stesso pm di Open» che a Firenze lo vede indagato per finanziamento illecito ai partiti.
«Se è vero tutto questo, Renzi fa bene a non stare tranquillo. Chi potrebbe esserlo se a indagare su di lui fosse un pm che ha modi così irrituali e non consoni alla sua figura?».