Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2021  dicembre 12 Domenica calendario

Come è morto David Rossi?

Dopo otto anni e tre inchieste archiviate si riapre nuovamente il caso David Rossi, l’ex manager di Mps morto il 6 marzo del 2013. Ieri il presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta, Pierantonio Zanettin, ha annunciato l’invio degli atti della Commissione alla procura di Genova – competente per le indagini sui pm di Siena – e al Csm – per valutare eventuali provvedimenti disciplinari.
A scatenare la nuova bufera sul caso dell’ex capo della comunicazione, le dichiarazioni rilasciate alla Commissione dal colonnello dei Carabinieri Pasquale Aglieco, all’epoca comandante provinciale a Siena. Per la Commissione il resoconto dell’audizione di Aglieco porterebbe a galla un grave inquinamento probatorio della cosiddetta scena criminis sotto vari aspetti: dal rovesciamento del cestino, alla chiusura della finestra da cui precipitò Rossi in un vicolo sul retro della sede di Mps, dagli effetti personali toccati o mossi nella stanza tra cui il computer, fino ai momenti in cui un pm avrebbe risposto a una telefonata sul cellulare di Rossi. «Quanto ha dichiarato il colonnello Pasquale Aglieco appare oggettivamente grave», ha detto l’onorevole Pierantonio Zanettin, presidente della Commissione parlamentare di inchiesta, annunciando, appunto, di voler proporre «alla Commissione di inviare il resoconto della seduta alla procura della Repubblica di Genova e al Csm». David Rossi era da poco precipitato dal suo ufficio e secondo Aglieco ci fu un sopralluogo nella stanza prima della polizia scientifica. Sarebbe stato toccato il pc, rovesciato sulla scrivania il contenuto del cestino dove c’erano pure fazzolettini intrisi di sangue, chiusa la finestra e risposto al cellulare di Rossi. Azioni che sarebbero state fatte senza usare guanti e altre precauzioni per non mischiare le proprie impronte con altre e senza alterare le posizioni degli oggetti per un loro eventuale e veritiero esame scientifico. L’ufficiale ha ricordato anche che un magistrato si sedette sulla sedia di Rossi e rovistò nel cestino con una penna prima di rovesciarlo. Ai commissari che hanno sollevato dubbi sul modo di condurre il sopralluogo, Aglieco ha risposto: «Il pubblico ministero è padrone della scena del delitto».
La telefonata alla quale fa riferimento Aglieco è quella di Daniela Santanchè. «Chi rispose al cellulare di Rossi quando ha telefonato l’onorevole Santanchè (telefonata di 38 secondi negli atti, ndr)?», è stato chiesto. «Mi sembra di ricordare il dottor Nastasi», ha risposto Aglieco. Sul fatto se sia normale che un pm risponda a un telefono su luogo di indagine l’ufficiale ha poi risposto: «Francamente non so se sia normale perché non è previsto da nessuna parte, né sì né no...». A Corriere.it Daniela Santanché ha dichiarato: «Ricordo bene quella chiamata. Telefonai a David, qualcuno alzò la cornetta, senza però interloquire. Dicevo “pronto David, mi senti?”. Poi la linea fu messa giù dall’altra parte». La stessa Santanchè però nel 2017 – il filmato è disponibile su internet – aveva dichiarato di non aver ricevuto nessuna risposta. Agli atti delle tre indagini sul caso, due a Siena e una a Genova, tutte archiviate, la chiamata risulta deviata verso la segreteria. Antonino Nastasi, finora rimasto estraneo alle polemiche sul «caso David Rossi», non ha rilasciato commenti ma conversando con i colleghi avrebbe negato seccamente di aver risposto al telefono. Attualmente il magistrato è pm a Firenze, dove si è occupato tra le altre cose delle indagini sulla Fondazione Open di Matteo Renzi.