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 2021  dicembre 12 Domenica calendario

La Space Economy ha bisogno di regole

Come spiega Lensey Conn, senior manager della Space Foundation, a trainare investimenti e lanci è l’iniziativa di Space X del visionario Elon Musk ma sarebbe un grave errore ignorare il resto di un fenomeno planetario che ha visto il governo americano nel 2020 spendere 51,8 miliardi nello sviluppo di programmi civili e militari – pari all’11,6 del totale globale – ed altri Stati – Cina, Spagna, Francia, Germania ed Agenzia spaziale europea – sommare 38,4 miliardi di dollari, pari all’8,6 per cento del totale globale. Fra le nazioni più impegnate nella “Space Economy” a restare indietro negli investimenti sono state Russia, India, Brasile e, purtroppo, anche l’Italia. Nella corsa complessiva alla leadership di un settore di sviluppo che somma ricerca, sicurezza e nuove materie prime la sfida è una gara mozzafiato fra progetti di Stati Uniti, Cina ed Agenzia spaziale europea (Esa) assegnando all’Europa un evidente ruolo di vero concorrente delle maggiori potenze del pianeta. Da qui l’importanza delle parole pronunciate da Josef Aschbacher, capo dell’Esa, sul bisogno che “il mondo si dia in fretta nuove regole per la convivenza nello spazio”.
Se grazie a Space X Elon Musk riesce a lanciare in orbita satelliti ad una velocità senza precedenti – puntando a creare il sistema di Internet dal cosmo Starlink – ed ha già superato quota 2000, puntando ad arrivare a 12 mila, i suoi rivali Jeff Bezos con il Kuiper Project – e OneWeb rispondono con progetti ancora più estesi di costellazioni privati di comunicazioni nella bassa orbita terrestre ovvero fino a 2000 km di altezza sopra il Pianeta. Questo significa che, entro la fine dell’attuale decennio, potrebbero esserci in orbita attorno alla Terra fino a 100 mila satelliti civili con le missioni più disparate, dai servizi a banda larga al monitoraggio del clima. Ma non è tutto perché a fianco di tutto questo c’è la competizione militare che ha visto negli ultimi mesi Mosca e Pechino lanciare inequivocabili sfide alla leadership degli Stati Uniti: la Russia è riuscita a far esplodere una vecchia navicella spaziale sovietica dando vita a oltre 1500 detriti nel cosmo e la Cina ha testato con successo un missile nucleare a velocità ipersonica che è riuscito a fare il giro della Terra prima di cadere a breve distanza dall’obiettivo prefisso, dimostrando una capacità tecnologica che ha sorpreso il Pentagono. Da qui la possibilità che nell’arco di breve tempo Usa, Cina e Russia saranno in grado di minacciarsi concretamente con le armi spaziali. Se a tutto ciò aggiungiamo i piani della Nasa per riuscire a intercettare gli asteroidi che si avvicinano alla Terra – come nel caso di Nereus 4660 da ieri entrato nella nostra orbita – al fine di esplorarli per estrarne materie prime celesti, non è difficile arrivare alla conclusione che il Trattato Onu del 1967 sullo Spazio esterno provincia di tutta l’umanità ha bisogno di essere aggiornato al fine di includere necessità divenute impellenti come la condivisione delle informazioni sulle traiettorie dei satelliti per evitare collisioni o le regole sulla durata della vita di un satellite. Un primo, timido, passo in questa direzione è stato compiuto nel 2019 dal Comitato Onu sull’Uso pacifico dello spazio esterno con la redazione di 21 principi sulla “sostenibilità di lungo termine nel cosmo”.
Ma poiché l’adesione è volontaria e mancano sanzioni per le trasgressioni, si tratta di un testo incapace di governare le significative trasformazioni in atto dell’attività umana nello spazio attorno alla Terra. Spetta dunque anzitutto ai maggiori protagonisti degli investimenti commerciali nello spazio – Usa, Cina ed Europa – assumere l’iniziativa di definire regole di coesistenza capaci di favorire sviluppo e ricerca, governare la competizione e scongiurare ogni sorta di conflitti. Al fine di consentire ai privati – non solo Musk e Bezos – di operare in un quadro di protezioni giuridiche capaci di favorire e moltiplicare gli investimenti in un nuovo spazio economico che può aiutare il Pianeta a crescere, sfidando la nostra immaginazione.