ItaliaOggi, 11 dicembre 2021
Arriva il Natale, ritorna Sissi
Si avvicina Natale, e puntuale alla Tv torna Sissi, da Amburgo a Vienna, tedeschi austriaci e svizzeri del Nord si commuovono per la romantica e infelice moglie dell’imperatore Francesco Giuseppe, il nostro Cecco Beppe. Sisi con una «s», i tedeschi non conoscono le doppie, e non le sanno pronunciare. La ß, la l’esse forte, è un’altra cosa. Puntuali, a ogni dicembre, trasmettono la trilogia degli Anni Cinquanta con un’adolescente Romy Schneider, che segnò il destino dell’attrice. Un grande successo, ma il patrigno si prese i soldi, e in seguito i tedeschi non perdonarono a Romy, di non essere uguale a Sissi, come osava amare un tipaccio come Alain Delon, per giunta francese?
Confesso di non aver mai visto i tre film, da adolescente avevo altri gusti. Come non ho visto nessuno dei film natalizi con De Sica. Non credo che siano mai arrivati nei cinema in Germania. Ancora Sissi dunque nel secondo Natale con il Covid. I telespettatori si divideranno tra la Romy degli Anni Cinquanta e la serie in sei puntate che va in onda su Rtl, con una Sissi ben diversa dal mito interpretata da Dominique Devenport, attrice svizzera americana, che sarà fedele alla verità storica. La bavarese Elisabeth Amelie Eugenie von Wittelsbach non era affatto dolce e remissiva, e tanto meno innamorata di suo marito. Arriva a Vienna per sposarsi, guidata dalla madre, e si veste di nero. «Come mai?» si meraviglia il futuro sposo. «Sono a lutto perché rinuncio al mio vero amore, Vostra Maest». Sissi, che era cugina di Ludwig, il folle re di Baviera che mandò in rovina il suo regno per finanziare Wagner e costruire castelli da fiaba alla Walt Disney, era innamorata di un semplice conte. Cedette alla mamma e alla ragion di Stato. Vuoi mettere a confronto dell’Imperatore di Austria-Ungheria? «Spero di far dimenticare la classica Sissi della Schneider», ha confidato Dominique.
Anche Francesco Giuseppe nella serie Rtl è presentato con più realismo. Non era follemente innamorato di Sissi, continuò sempre a tradirla, e la contagiò con una malattia venerea. E la moglie, sempre poco gradita alla corte di Vienna, era tanto disinibita da scegliere come cameriera la donna che l’Imperatore frequentava in un bordello. Romy era minuscola e delicata, Elisabeth era alta un metro e 73, una gigantessa per i suoi tempi, e niente affatto romantica. Una donna moderna, si era fatta allestire una sala di ginnastica a corte, seguiva una dieta ferrea. Sorrideva di rado, non perché fosse triste, sapeva di avere brutti denti. Era colta, liberale, scriveva poesie che rivelano talento, e non sono romantiche. Non era una Diana asburgica.
Fu un matrimonio poco felice, per entrambi. Francesco Giuseppe le rimproverava di essere fredda, lei non gli perdonò la morte di Rodolfo, il principe ereditario, che si uccise a Mayerling. Altro falso romantico. Non fu una tragedia d’amore. Convinse la diciassettenne baronessina Maria Wetsera a morire con lui, come alibi. Progettava di trasformare l’Austria-Ungheria in uno stato federale, diciamo una specie di Unione europea. Il padre lo considerava un inetto debosciato, ma forse Rodolfo avrebbe evitato la fine dell’Impero.
Sisi, con una o due esse, conosce da decenni un successo inspiegabile. Anche i giapponesi hanno prodotto un cartone animato, trasformando l’imperatrice in una bionda, se non ricordo male. Per l’anno venturo, Netflix annuncia un’altra serie, The Empress, e in America si progetta una seconda serie entro il 2022. Non basta, in Germania hanno girato il film Sisi und ich, ma la storia sarà vista attraverso una dama di compagnia dell’Imperatrice.
Gli austriaci hanno trasformato la storia dell’Imperatrice in fiaba per assecondare i turisti. A Vienna si può visitare un museo di Sisi, dove viene esposta anche la sua biancheria intima. Penso che la nuova serie non cancellerà il kitsch sdolcinato dei film di Romy. È impossibile a Natale, che la Ue progetta di cancellare, in nome di una pretestuosa omologazione dalla Finlandia. Un domani Bruxelles pretenderà che per le feste le Tv nazionali trasmettano gli stessi polpettoni? Gli europei dovrebbero essere liberi di commuoversi per Sissi, senza sentirsi in colpa.