Lorenzo Lamperti per “la Stampa”, 11 dicembre 2021
CINESI, CONTRORDINE: FATE FIGLI – IL CALO DEMOGRAFICO PREOCCUPA IL REGIME DI PECHINO, CHE HA ANNUNCIATO “LA POLITICA DEL TERZO FIGLIO”, CON MISURE DI SOSTEGNO PER LE FAMIGLIE – LA LIMITAZIONE A UN SOLO FIGLIO HA CREATO UNO SQUILIBRIO: OGGI NEL PAESE CI SONO 30 MILIONI DI UOMINI IN PIÙ DELLE DONNE E LA FORZA LAVORO È DIMINUITA QUASI DEL 7% IN UN DECENNIO, MENTRE GLI OVER 60 SONO IN AUMENTO – LA CINA LE PROVA TUTTE: DALL’ABOLIZIONE DELLA VASECTOMIA IN DIVERSI OSPEDALI PUBBLICI ALLA LOTTA CONTRO LA COMUNITÀ LGBT… -
La parola chiave è sempre la stessa: pianificazione. Ma se prima era volta a ridurre le nascite, presto potrebbe essere volta ad aumentarle. La Cina osserva i dati demografici, in declino prima del previsto, e teme di diventare vecchia prima di diventare ricca. Dopo che nel 2015 è stata abbandonata la politica del figlio unico, c'è chi propone all'esecutivo di introdurre un obbligo al contrario: quello di avere tre figli.
La richiesta arriva da un editoriale pubblicato sul media di stato China Reports Network, nel quale si propone che i membri del Partito comunista «si assumano la responsabilità e l'obbligo sostenere la crescita della popolazione».
Nessuno di loro «dovrebbe utilizzare delle scuse, oggettive o personali, per non sposarsi o avere figli. E nemmeno per averne solo uno o due». Un obbligo che, se introdotto, riguarderebbe una popolazione superiore di oltre a un terzo a quella dell'Italia, visto che gli iscritti al Partito sono 95 milioni. L'articolo è stato rimosso dal web diversi giorni dopo la pubblicazione, ma quando ormai era diventato virale con diversi milioni di visualizzazioni e commenti sui social media cinesi.
Negli scorsi mesi è stata annunciata la politica del terzo figlio, dopo che i dati del censimento decennale del 2020 hanno mostrato un rallentamento della crescita della popolazione. Il dato annuo dello 0,53% è il più basso dal primo censimento del 1953. Nel 2020 sono state registrate 8,52 nascite ogni mille persone, minimo storico dal 1978, vale a dire dall'anno prima dell'introduzione della politica del figlio unico di Deng Xiaoping.
Allora Pechino era convinta che la sovrappopolazione fosse un pericolo per crescita e benessere. Quasi mezzo milione di funzionari furono destinati alla pianificazione familiare e molti di loro operano ancora nello stesso dipartimento: anche per questo il governo non ha per ora proceduto a eliminare tutti i vincoli sulle nascite, limitandosi ad alzarne il tetto. La strategia del figlio unico veniva rivendicata fino a un decennio fa in tutti i consessi internazionali per i suoi «risultati benefici» anche nel campo del contrasto al cambiamento climatico.
Meno persone e meno emissioni, si diceva. In realtà, il modello ha anche creato un profondo squilibrio demografico: oggi in Cina ci sono 30 milioni di uomini in più delle donne, soprattutto nelle zone rurali. Ma ora il trend demografico allarma Xi Jinping. I dati parziali provinciali sulle nascite mostrano nel 2021 forti riduzioni rispetto a un 2020 già molto basso.
Secondo il demografo He Yafu, la popolazione cinese potrebbe raggiungere il proprio picco già quest' anno, in netto anticipo rispetto alla previsione ufficiale del 2027, orizzonte oltre il quale avrebbe dovuto cominciare la discesa. Un recente studio della Xian Jiaotong University sostiene che la popolazione cinese potrebbe dimezzarsi entro il 2045, rivedendo drasticamente al ribasso le proiezioni delle Nazioni Unite.
Lancet prevede invece il dimezzamento entro il 2100. Ma la tendenza sembra ormai inarrestabile e può avere un profondo impatto economico. La forza lavoro è diminuita quasi del 7% in un decennio, mentre gli over 60 sono in costante aumento. Ciò comporta una riduzione della manodopera qualificata e l'aumento dei salari. Per non parlare della crescita del carico su sanità e welfare. Non a caso si parla di una possibile riforma delle pensioni.
Pechino sta provando a ridurre le conseguenze del calo demografico col passaggio da un modello basato sulla produzione a basso costo a una società di consumi. Ma il calo della natalità rischia di avvenire prima che la transizione sia completata e quando ancora diversi segmenti della società vivono appena al di sopra della soglia di povertà. E alzare il tetto sulle nascite non basta senza interventi strutturali.
L'urbanizzazione e l'aumento del costo della vita hanno reso più difficile per i giovani cinesi creare una famiglia e fare figli. I cambiamenti culturali degli ultimi decenni hanno portato a un crollo dei matrimoni, che avvengono in età sempre più avanzata, e a un picco dei divorzi. Il governo ha appena deciso di abbassare i costi delle nozze, mentre cerca di alzare i sussidi familiari.
Allo stesso tempo interviene abolendo la vasectomia in diversi ospedali pubblici, mentre la comunità Lgbt+ è percepita come un ostacolo alla politica di sostegno demografico. Il Partito ha deciso che servono più figli. Ma potrebbe non vederne venire alla luce quanti ne vorrebbe.