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 2021  dicembre 10 Venerdì calendario

Trump e la teoria della Sostituzione

In America non è più solo la radicale contrapposizione tra democratici e repubblicani a far deragliare la politica sbarrando la strada alla ricerca di soluzioni di compromesso. Né, per spiegare l’involuzione della democrazia Usa, basta tirare in ballo il narcisismo e l’autoritarismo di Trump. Nella psiche degli americani si agita qualcosa di più profondo: una lacerazione che nella sinistra radicale ha preso la forma delle teorie sul «peccato originale» dei bianchi che hanno costruito il Nuovo Mondo sullo schiavismo (con gli afroamericani, discendenti di quegli schiavi, che oggi chiedono indennizzi) mentre a destra prende sempre più piede la teoria cospirativa del Great Replacement: l’interpretazione della crescita delle minoranze etniche e dei fenomeni migratori come frutto di una congiura mirante a spazzare via la cultura e l’egemonia politica della comunità bianca degli Stati Uniti. Proposta in un saggio del 2011 dall’accademico francese Renaud Camus, la teoria della Grande Sostituzione ha fatto proseliti nell’estrema destra europea ma da qualche anno ha varcato l’Atlantico: era la bandiera dei movimenti dei suprematisti bianchi che nel 2017 si diedero appuntamento a Charlottesville per un raduno che finì in tragedia. È stata evocata più volte da Trump quando era alla Casa Bianca e Tucker Carlson, il più seguito tra i conduttori della Fox, la tv della destra americana, ha accusato anche di recente Biden di assecondare, con le sue politiche, il Great Replacement. Le paure alimentate dalle pressioni demografiche (la Nigeria si avvia ad avere più abitanti dell’Europa occidentale) sono terreno fertile per le teorie cospirative, come effetto di congiure. Secondo la ricerca di un politologo dell’Università di Chicago la maggior parte degli insorti che il 6 gennaio scorso hanno assalito il Congresso crede che l’America stia scivolando verso la Grande Sostituzione. La diffusione di questa teoria può cambiare il destino dell’America. Se Trump ha convinto la maggioranza dei repubblicani che Biden è un usurpatore è anche per paura del Replacement. È importante notarlo oggi, quando Trump sta costruendo – mediaticamente, finanziariamente e imponendo modifiche di collegi e procedure di voto assai poco democratiche in molti Stati – una vittoria alle presidenziali 2024 che nei suoi calcoli deve essere non possibile o probabile ma «blindata». Detesta gli sconfitti e non può nemmeno concepire di essere uno di loro.