il Fatto Quotidiano, 9 dicembre 2021
La sobrietà di Draghi parte dai bagni
Con Silvio Berlusconi era tutto uno sfarzo: capitelli corinzi, marmi nei bagni, stucchi bianchi, specchi, fondale azzurro. Eh no, con il “migliore” Mario Draghi questo non è permesso. Come Mario Monti nel 2011, anche l’ex presidente della Bce deve dare prova della sua “sobrietà”. E quindi via al restyling, “lo smantellamento”, “eliminato lo sfarzo”, “finisce l’èra Berlusconi” titolano agenzie e giornali al seguito (Repubblica e AdnKronos su tutti). Quindi, nella sala stampa, sparisce il fondale azzurro e al suo posto arriva un “video-wall” per mettere in mostra il logo della Presidenza del Consiglio o per presentare report o slide di renziana memoria. Nei bagni, invece, spariranno sia i marmi pregiati fatti mettere da Berlusconi sia i rubinetti con fotocellula che saranno sostituiti con quelli tradizionali. Tutto all’insegna della “sobrietà” e della “inclusività”, a cominciare dall’addio alle barriere architettoniche. La spesa per la nuova sala stampa non è ancora nota. Ed è probabile che Draghi quei lavori possa anche non vederli finiti: si concluderanno a febbraio, quando lui potrebbe già essere salito al Colle. Chissà se ha già in testa un restyling anche per il palazzo del Quirinale. Sobrio, s’intende.