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 2021  dicembre 09 Giovedì calendario

Ritratto di Edwina Mountbatten

All’improvviso capii, e forse lo capisti anche tu, che tra noi c’era un attaccamento più profondo, che una qualche forza incontrollabile, di cui io ero solo vagamente consapevole, ci avvicinava l’uno all’altro». A scrivere è Jawaharlal Nehru, politico indiano, Primo ministro dal 1947 al 1964, discepolo ed erede di Gandhi, nonché padre della futura Premier Indira. La destinataria della lettera – di questa e di molte altre – è un’aristocratica inglese, bella e ricchissima, di nome Edwina Ashley Mountbatten. Ovvero la moglie di Lord Louis Mountbatten detto Dickie, primo conte di Burma, ultimo Viceré dell’impero anglo-indiano, governatore generale dell’India indipendente, imparentato alla famiglia reale inglese (suo padre è il principe Luigi di Battenberg, sua madre la principessa Victoria d’Assia e del Reno, nipote della regina Vittoria). Louis è fratello di Alice di Grecia, madre di Filippo duca di Edimburgo, che sposerà la futura regina Elisabetta d’Inghilterra. A Dickie sarà sempre legatissimo il principe Carlo. I tedeschi Battenberg avevano inglesizzato il nome in Mountbatten, su richiesta di re Giorgio V, perché all’inizio della prima Guerra mondiale si era diffusa in Inghilterra una forte componente antigermanica.
IL DRAMMA
È, l’esistenza dei coniugi  Mountbatten, così privilegiata che oggi sembra inverosimile. Pur tuttavia, approfondendola, si evidenzia il nero filo della fatalità. Dickie morirà in Irlanda in modo drammatico: il 27 agosto 1979, l’IRA farà saltare con una bomba la barca a vela su cui egli si trovava. Periranno anche uno dei nipoti, la suocera, un membro dell’equipaggio. Edwina è già morta da anni, il 21 febbraio 1960 a Jesselton, nel Borneo.
Al principio, la vita dei Mountbatten si apre sotto i migliori auspici. La futura Viceregina dell’India nasce a Broadlands il 28 novembre 1901. Si chiama Edwina Cynthia Annette Ashley; è figlia di William Ashley, poi barone di Temple, e di Amalia Mary Maud Cassel. Il padre di quest’ultima è un ricchissimo magnate statunitense, sir Ernest Joseph Cassel, amico del futuro re Edoardo VII. Alla morte della madre Amalia, il padre di Edwina si risposa e lei viene mandata in collegio, ma non è felice. Il nonno la porta a vivere con lui e le affida il compito di padrona di casa delle sue residenze. In seguito, la nomina erede della sua immensa fortuna. Edwina è una ragazza dell’alta società inglese, fa vita mondana, viaggia, si diverte nei ruggenti anni Venti. Sposa Mountbatten il 18 luglio 1922. Come riporta il romanzo di Lapierre e Collins sull’indipendenza dell’India, Stanotte la libertà, Dickie le aveva fatto la domanda di matrimonio in India il 14 febbraio, durante una festa data dall’allora Viceré marchese di Reading. La marchesa di Reading non era stata contenta. «Speravo che Edwina avesse scelto qualcuno con un migliore avvenire». L’avvenire di Mountbatten si rivelerà così fulgido da farlo salire al trono che era appartenuto ai Reading.
IL MATRIMONIO
I Mountbatten hanno due figlie, Patricia e Pamela, ma il loro matrimonio non è felice. Lui è impegnato nella Royal Navy (diverrà in seguito Primo Lord del mare, oltre che supremo Comandante alleato in oriente durante la guerra), lei si getta a capofitto nel divertimento; entrambi hanno altre storie. Edwina è sempre in viaggio, si imbarca per una crociera in giro per il mondo, per mesi non dà notizie di sé. Nel commentare la biografia che Janet Morgan le dedicherà, Publishers Weekly parlerà di due decenni di frivolezza. Le figlie crescono con le governanti.
Le cose cambiano con lo scoppio della Seconda Guerra mondiale. Edwina si impegna in prima persona, con la St John’s Ambulance Brigade. Nel 1947, Louis Mountbatten viene mandato in India con il compito di arrivare all’indipendenza del subcontinente, dove sino allora aveva regnato con pugno di ferro l’Inghilterra, imponendo la discussa pax britannica. Fra i suoi interlocutori privilegiati c’è Gandhi, l’apostolo della non violenza (che Churchill non ama, tanto da chiamarlo «fachiro seminudo»), nonché Nehru e Mohammad Alì Jinnah, leader musulmano. Nonostante i tentativi, Mountbatten non riesce a garantire che l’India resti unita, soprattutto per questioni religiose. Da una parte gli indù, dall’altra i musulmani; si consuma così la partizione del Punjab e del Bengala, nasce il Pakistan. La tanto desiderata indipendenza, dichiarata alla mezzanotte fra il 14 e 15 agosto 1947, si trasformerà in un bagno di sangue, soprattutto con l’assassinio di Gandhi nel gennaio 48.
LE POLEMICHE
Benché in seguito non mancheranno le polemiche sulla gestione di Mountbatten, la coppia riscuote grandi consensi. Edwina, che fa molto per lenire le sofferenze della popolazione, si lega a Nehru, capo del Partito del Congresso. Sia il marito sia le figlie sono a conoscenza della relazione, che accettano ma considerano platonica. Il rapporto continuerà anche a distanza, i due si scriveranno ogni notte. Quando Edwina morirà – nel sonno, in missione in Borneo – sarà sepolta in mare: Nehru manderà una fregata indiana a scortarla, facendo romanticamente lanciare una corona di fiori nell’acqua in memento.