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 2021  dicembre 09 Giovedì calendario

Malaria, 69mila morti in più

La pandemia di Covid ha indebolito la lotta contro la malaria che ha registrato la forte crescita di casi nel 2020. Tuttavia, la catastrofe annunciata (l’Oms aveva previsto fino a 90 mila morti nel 2020) non c’è stata anche se la pandemia di Covid-19 ha ridotto l’accesso alle cure e ha limitato i fondi (3,3 mld di dollari, pari a 2,9 mld di euro) per il trattamento, la diagnosi e la prevenzione di questa malattia infettiva, contro un fabbisogno stimato di 6,8 mld di dollari nel 2020. L’anno scorso i programmi nazionali di lotta contro la malaria hanno distribuito all’incirca 48 milioni in meno di terapie a base di artemisinina, un antimalarico, rispetto al 2019.

Nel 2020 i morti di malaria sono aumentati nel mondo: 69 mila in più rispetto al 2019, e sono cresciuti anche i malati. Il rapporto dell’Oms (organizzazione mondiale della sanità) 2021, appena presentato, il 6 dicembre, sulla lotta contro il paludismo ne ha registrati 14 milioni in più l’anno scorso sul 2019. I casi stimati di malaria complessivamente sono stati circa 241 milioni nel 2020 e i decessi all’incirca 627 mila, precisamente 69 mila in più sul 2019, con una crescita del 12% nell’Africa subsahariana.
Proprio in Africa è stato registrato il 96% di tutti i decessi. Nove vittime su dieci sono bambini sotto i 5 anni.
L’aumento dei morti registrati nel 2020 per due terzi sono dovuti all’interruzione dei servizi di prevenzione, diagnosi e cura durante la pandemia, secondo l’Oms. Tuttavia, a livello mondiale, è stato effettivamente distribuito, entro la fine del 2020, il 72% di tutte le zanzariere impregnate di insetticidi previste per tenere lontane le zanzare vettori di trasmissione della malattia infettiva.

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Nonostante ciò, non verrà raggiunto l’obiettivo 2030 dell’Oms di ottenere la diminuzione del 90% del tasso di incidenza e di decessi della malaria a livello mondiale. In sostanza, il traguardo annunciato di voler eliminare la malattia infettiva slitta da un decennio ad un altro.
E pensare che tra il 2000 e il 2015 i progressi contro il paludismo trasmesso dalle zanzare Anopheles sono stati spettacolari, con la riduzione complessiva del 27% del tasso di nuovi casi a livello mondiale e il calo del 51% del tasso di mortalità associato alla malattia registrato nelle popolazioni esposte al rischio. Un risultato ottenuto grazie al potenziamento dei servizi di lotta contro il paludismo che hanno permesso di evitare milioni di morti, soprattutto in America Latina e in Asia, dove il contrasto alla malattia è risultato più facile. Ma a partire dal 2014 la tendenza al miglioramento si è fermata, soprattutto in Africa e nel 2017 i morti sono di nuovo aumentati: 8 mila in più rispetto al 2016.