la Repubblica, 9 dicembre 2021
Lo sfogo tv di Federica Pellegrini
Il maschilismo nel mirino, per cominciare la vita post piscina. Federica Pellegrini ha fatto il botto a Le Iene che, martedì sera, le hanno offerto la conduzione e anche lo spazio per un monologo in cui condensare la sua vita precedente. E l’olimpionica di Pechino 2008 non si è fatta pregare: «Una cosa mi ha fatto riflettere: in tutti questi anni, in cui ho gareggiato contro le donne, perché mi sono dovuta confrontare molto più spesso con gli uomini?». Una pausa, quindi la specifica: «Uomini che mi aspettavano al varco, sia che vincessi, sia che perdessi. Perché se cadi sei un’atleta finita, e se stai in piedi sei una principessa messa su un piedistallo. Se un uomo vince e ne va giustamente orgoglioso è un bomber, se una donna vince e ne va giustamente orgogliosa se la tira. Così stanno tutti in attesa del disastro, tipo “guardiamo dallo spioncino che succede”, che se va male usciamo sul pianerottolo a festeggiare».
Cari uomini tiè, beccatevi questa. Ma mica è finita: «So di avere il mio carattere, mi sono esposta e ho difeso le persone che amo. Ma perché, riguardo alla mia vita privata, se sei un atleta maschio e hai delle relazioni sei fico e se sei un’atleta donna e hai delle relazioni sei la mangiauomini? Come quel figlio di un tecnico di nuoto che, quando ho difeso il mio coach, twittò ‘eh sì, è lui il tuo pene dell’anno’. Una finissima analisi sportiva… che poi, mi chiedo, perché il pene dell’anno? È annuale, tipo il bollo della macchina? ». Il mondo del nuoto ha ascoltato e osservato. Tanti i sussurri, i passaparola. Parla apertamente Claudio Rossetto, suo ex allenatore: con lui al circolo Jolly di Roma Nord fece il suo ingresso in scena Matteo Giunta, oggi promesso sposo di Pellegrini. «Non entro nelle cose private, ma dico questo: Federica ha iniziato in un mondo puramente maschile nel quale non c’erano altre ragazze competitive. È un dato di fatto: era sola, purtroppo, contro tanti maschi. Ne ha sofferto per forza di cose, e lo si può comprendere».
Lo conferma, Federica Pellegrini: «Uomini che, nel mio lavoro, hanno il diritto alla vittoria perché tutti gli sport che tu, donna, hai iniziato a praticare, loro li hanno praticati prima, li hanno eseguiti meglio, li hanno inventati loro. Perché gli sport importanti “sono sport da uomini”. Perché le cose importanti “sono cose da uomini”». Non ha dimenticato un commento radiofonico di lei a 16 anni: «Ero alle prese con l’acne, come tutte le adolescenti di questo mondo, e in radio commentavano ‘sarà il testosterone’».
Ieri sera, a Roma, c’erano le premiazioni annuali del Circolo Aniene, dove l’hanno voluta sul palco a condurre insieme a Jacopo Volpi: «Hai detto parole forti, Federica». «Beh, non voglio fare di tutta l’erba un fascio, ma all’inizio della mia carriera ho avuto tante lotte interne: ci sono stati degli episodi poco carini che ti fanno stare male, e altri che ti rimangono dentro. L’importante è che oggi si parli della differenza uomini- donne, e questo è il motore del cambiamento».
Il suo j’accuse aiuterà le nuotatrici di oggi, come Simona Quadarella: «Mi spiace molto per Federica che ha dovuto vivere queste situazioni. Lei ci ha fatto da apripista, tocca a noi seguire la strada giusta e saperci difendere se dovesse servire ». Ci sono anche uomini che sono sempre stati dalla sua parte. Da Alberto Castagnetti, il suo allenatore scomparso nel 2009, fino a Giovanni Malagò, il presidente del Coni che per lei si è tuffato vestito dopo l’ultima gara a Riccione. «Agli altri uomini, che sono quelli della mia vita, dico grazie: sono gli uomini che non hanno bisogno di cose da uomini ». E così sia.