la Repubblica, 9 dicembre 2021
Tre scenari con il Rosatellum se si votasse oggi
Tutto può succedere. Se si votasse oggi, sondaggi alla mano, l’unico pronostico a prova di errore sulla schedina del toto-elezioni sarebbe quello classico: 1-X-2. Vittoria, pareggio, sconfitta. Indifferentemente del centrosinistra o del centrodestra. Coi moderati a far da ago della bilancia, sia che si propongano come raggruppamento autonomo, sia che vadano in ordine sparso, agganciati a questo o a quell’altro schieramento. Tre risultati diversi, ciascuno a suo modo plausibile, in cui sono le coalizioni a fare la differenza. La loro composizione o, viceversa, scomposizione. Che la partita sul Quirinale potrebbe cristallizzare. Determinando l’esito delle prossime Politiche.È firmata YouTrend insieme a Cattaneo Zanetto & Co la simulazione di cosa potrebbe accadere se si andasse alle urne col Rosatellum, tenendo conto della riduzione dei parlamentari, del ridisegno dei collegi e dell’abbassamento da 25 a 18 anni dell’età per votare al Senato. Tre gli scenari ipotizzati, basati su diversi schemi di alleanze. Il calcolo, escludendo quelli assegnati all’estero, riguarda 392 seggi su 400 alla Camera e 196 su 200 al Senato. Vediamo.
Scenario A – Il Grande centro
È forse lo scenario meno probabile, a dispetto del gran lavorìo di Renzi, Toti e associati. L’asse giallorosso (Pd-M5S-Verdi-Leu) si troverebbe a sfidare il blocco sovranista Lega-FdI e un polo centrista composto da Iv, Azione, +Europa, Forza Italia e Coraggio Italia. In questo schema nessuna coalizione avrebbe la maggioranza assoluta, ma quella relativa andrebbe ai giallorossi con 194 seggi su 400 alla Camera (dove la soglia della maggioranza assoluta è fissata a 201) e 100 seggi su 200 al Senato (dove, escludendo i senatori a vita, la soglia è 101). Sarebbe dunque un quasi pareggio, sinonimo di stallo.
Decisivo potrebbe allora risultare il Terzo polo. Nella quota maggioritaria, il blocco di centro allargato a FI e Coraggio Italia non riuscirebbe a eleggere deputati e senatori, ma i suoi 62 parlamentari sarebbero tutti eletti nella quota proporzionale. Inoltre, coi sovranisti scoperti sul fianco moderato, i 147 collegi uninominali della Camera finirebbero per la gran parte ai giallorossi (88), seguiti da centrodestra (57) e Svp (2). Così come i 74 collegi uninominali del Senato: 46 ai giallorossi, 26 al centrodestra e 2 alla Svp. La coalizione Lega- Fdi darebbe man bassa al Nord (in particolare Lombardi e Veneto) e nel Lazio, a eccezione delle aree metropolitane di Roma, Milano e Torino. Ma resterebbe a secco in quasi tutto il Sud e nel triangolo Liguria- Emilia-Toscana.
Scenario B – Centrodestra unito
In tal caso, il centrodestra resta unito (Lega, FdI, FI, Coraggio Italia), il polo centrista si riduce (Iv, Azione e +Europa), l’asse giallorosso rimane invariato. Stavolta è il centrosinistra a risultare più debole: la vittoria andrebbe al centrodestra con 202 seggi alla Camera e 101 al Senato. Anche qui, lo schieramento centrista otterrebbe seggi solo nella quota proporzionale. Negli uninominali, il centrodestra eleggerebbe 83 deputati e 41 senatori, i giallorossi 62 deputati e 31 senatori, la SvP 2 deputati e altrettanti senatori. In questo schema, il centrodestra classico risulterebbe favorito anche in Emilia, Toscana, Liguria e in circa la metà dei collegi centro-meridionali, dall’Abruzzo alla Sicilia.
Scenario C – Il Campo largo
L’ultimo scenario vede il centrodestra perdere nettamente contro un maxi-schieramento in cui l’asse giallorosso (Pd-M5S-Leu) si allea con Iv, Azione e +Europa. I seggi conquistati sarebbero 210 alla Camera e 107 al Senato. Nel maggioritario, il centrodestra vincerebbe 60 uninominali alla Camera e 27 al Senato, mentre il Nuovo Ulivo 85 alla Camera e 45 al Senato, con la Svp sempre a 2 in ciascuna delle Camere. La coalizione Salvini-Meloni-Berlusconi resterebbe favorita al Nord e nella fascia centrale, mentre al Sud numerosi collegi sarebbero in bilico, specie in Puglia e Sicilia.