Il Sole 24 Ore, 7 dicembre 2021
I cinesi puntano tutto su Marte
Impossibile comprendere la portata delle ambizioni cinesi nell’aerospazio ignorando la voglia di riscatto della seconda potenza economica mondiale e la valenza ideologica che gli eredi di Mao attribuiscono al progresso nel campo scientifico.
«Le persone che guardano al cielo sono la speranza della Nazione». Se questa è la premessa, l’esplorazione e lo sfruttamento dello spazio è motivo di orgoglio nazionale.
Oltre cent’anni fa, nel 1921, quando nasceva il Partito Comunista, la Cina era tecnologicamente arretrata, incapace di produrre beni affidandosi alle sue capacità scientifiche e tecnologiche. Al contrario, il 14esimo Piano quinquennale 2021-25 indica l’autarchia come la via maestra anche per l’aerospazio, perché oggi la Cina è cambiata, vuol stupire il mondo e vuol farlo da sola, con le sue sole forze, bruciando i tempi. Il binomio “riscatto-ideologia”, tuttavia, l’avvicina tatticamente a Mosca, ovvero al Paese che più di tutti ha identificato nelle grandi svolte tecnologiche l’unica strada per la salvezza delle sorti della Grande Madre Russia. Gli Usa, il loro comune competitor, contrastano l’ascesa di entrambe le potenze militari-energetico-tecnologiche, coinvolgendo la Nato per frenare l’escalation cinese.
In questo contesto difficile, Pechino può dire di aver inanellato negli ultimi settant’anni notevoli progressi scientifici, dagli aerei a reazione alla bomba atomica, dalla coltivazione di riso ibrido alla capsula spaziale Shenzhou, inclusi il sommergibile con equipaggio Jiaolong, il rover lunare Yutu e quello per Marte, Tianwen. E, ancora, satelliti orbitanti, voli con equipaggio, missioni lunari, esplorazione di asteroidi e del pianeta rosso. Le missioni Chang’e-4 e Chang’e-5 sono ormai pietre miliari dell’esplorazione lunare. La Chang’e-4 è stata la prima sonda ad atterrare sul lato oscuro della Luna, dove la Cina ha fatto germogliare la prima foglia verde.
Mentre Pechino nega ambizioni per altri primati entro il 2049, centenario della fondazione della Repubblica popolare cinese, per l’esplorazione di Marte apre la gara a progetti di ricerca congiunta. E perfino nel 2020, anno della terribile pandemìa, ha innescato la marcia cercando di colmare un divario che ad altre nazioni è costato decenni di sforzi. Non sono mancati gli intoppi, è accaduto al Lunga Marcia 7A proprio nel marzo 2020 perchè non ha raggiunto l’orbita. Ma la Cina non si è fermata, ha ancora progetti molto ambiziosi per l’industria aerospaziale e oggettivamente di grande difficoltà. Deve superare la vecchia tecnologia sovietica e imparare dagli americani come affrontare il versante commerciale delle scoperte fatte.
La Cina tuttavia rappresenta nel settore spazio il Paese con il più alto trend di crescita, sia economico che tecnologico. Le strategie dell’Agenzia Cinese hanno inseguito con forza il proseguimento dei programmi legati alla Stazione Spaziale Cinese Tiangong 3 che sarà operativa nel 2024.
Nel campo dei satelliti applicativi e scientifici ha favorito la crescita della New Space Economy. Sia in ambito istituzionale sia in ambito più economico la Cina offre opportunità di collaborazione e di business per aziende dotate di competenze e prodotti innovativi.
Per numero totale di passeggeri trasportati, la Cina è seconda solo agli Stati Uniti e rappresenta il mercato in più rapida crescita, si prevede che entro il 2025 nonostante la battuta di arresto da coronavirus sostituirà gli Stati Uniti come mercato dell’aviazione più grande al mondo. Secondo le stime ufficiali la Cina punta a rafforzare il settore domestico dell’aviazione destinando un trilione di yuan (circa 153 miliardi di dollari) per lo sviluppo del settore, sia nella progettazione e costruzione di aeromobili (circa 5mila, inclusi elicotteri e jet privati), sia la creazione di nuovi aeroporti (un totale di circa 500). A fine 2015 la Cina aveva già un parco di 1.874 aeromobili (508 solo per il training) e 300 aeroporti. Le ore di volo censite nel 2019 erano state 779.300, il 15,5% in più rispetto all’anno precedente.
Ma la Repubblica popolare cinese sta costruendo e dispiegando anche un sofisticato e moderno arsenale missilistico, con mezzi che utilizzano una combinazione di missili balistici e da crociera lanciati da aria, terra e mare per colpire le risorse militari stanziate nell’Asia-Pacifico. La Cina sta anche sviluppando una serie di capacità avanzate quali missili balistici anti-nave e veicoli plananti ipersonici. Un mix che depotenzia il ruolo strategico delle portaerei e delle basi aeree avanzate. La Cina ha anche un contingente relativamente piccolo ma in via di sviluppo di missili balistici intercontinentali nucleari in grado di colpire oltre l’Atlantico, fino negli Usa, e una flotta in crescita di sottomarini missilistici nucleari.
Ha creato sgomento il fatto che la Cina stia testando nuove capacità spaziali con un missile ipersonico, il lancio la scorsa estate di un razzo nucleare che ha fatto il giro del mondo ha colto di sorpresa l’intelligence statunitense. Il nuovo veicolo planante ipersonico è stato lanciato proprio con un razzo Lunga Marcia, quello usato per trasportare la sonda lunare cinese Chang’e-5 per il suo programma spaziale. Morale: la Cina ha compiuto progressi sorprendenti ed è molto più avanzata di quanto non ci si potesse immaginare. L’imponente parata militare di cinque anni fa per i 70 anni della liberazione era tutt’altro che scenografia.