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 2021  dicembre 07 Martedì calendario

Periscopio

Offriamo un’immagine desolante perché si danno responsabilità a incompetenti. Giangilberto Monti, cantautore (Paolo Carnevale). Corsera.

In un periodo in cui ero libero, e lei era libera, sono uscito con Edwige Fenech. La porto a cena, al tavolo accanto c’è Luca di Montezemolo, glielo presento. Mi sono dato la zappa sui piedi da solo, ma che facevo, finta di non conoscerlo? Di fatto però Montezemolo me l’ha poi soffiata. Nicola Pietrangeli, tennista. (Gaia Piaccardi). Corsera.
Conte è stato il luogo politico che di se stesso diceva «sono l’interlocuzione» e si autocitava, parlava in terza persona come la regina Elisabetta: «Vi prometto che il presidente Conte non si lascherà distrarre». E ancora: «Figuriamoci se il presidente Conte ha qualcosa contro qualcuno». Francesco Merlo. Repubblica.
Dalle elezioni mi aspettavo Meloni indebolita; Conte fallito come nuovo capo 5S; Salvini bocciato e subito dopo sfiduciato o commissariato da Giorgetti, Zaia&C.; Pd più forte dove corre da solo e più debole dove si allea col M5S; buoni risultati per FI e Calenda (l’Innominabile non lo nominano più nemmeno gli amici). Marco Travaglio. Il Fatto quotidiano.

In base alle analisi del voto, tra gli elettori tedeschi con meno di trent’anni, al primo posto si piazzano i verdi con il 22 per cento, secondo i liberali con il venti, segue l’Spd i socialisti con il 17. La giovane Germania è gialloverde. Roberto Giardina. ItaliaOggi.
A volere Mattarella presidente della Repubblica fu Matteo Renzi, allora all’apice del consenso. L’ex-sindaco di Firenze, vale la pena di ricordarlo, aveva concluso con Silvio Berlusconi il patto del Nazareno, che avrebbe potuto portare all’approvazione del referendum per la riforma della Costituzione su cui vi era sostanziale accordo fra la maggioranza al governo e Forza Italia all’opposizione. Doveva essere eletto il nuovo presidente della Repubblica in seguito alla decisione di Giorgio Napolitano di dimettersi dal secondo mandato il 31 dicembre 2015 per le difficoltà legate all’età. Nell’ambito del patto del Nazareno, Berlusconi insisteva per l’elezione a nuovo presidente della Repubblica di Giuliano Amato, “il dottor sottile” per la sua intelligenza, in quel momento giudice costituzionale dopo la lunga carriera politica nel Psi, fino a essere per due volte presidente del Consiglio. Berlusconi lo sosteneva, dicono i bene informati, perché Amato avrebbe potuto concedere la grazia a Marcello Dell’Utri. Renzi si convinse che il “dottor sottile” al Quirinale sarebbe stato per lui ingombrante. E dopo una consultazione con tutti i partiti a eccezione del Movimento 5Stelle, decise di non accettare la richiesta di Berlusconi per Amato e di puntare invece per un uomo con le sue stesse radici, la sinistra Dc. Paolo Panerai. ItaliaOggi.

L’ostruzionismo più lungo fu quello condotto dai democristiani nel 1974 contro l’introduzione del divorzio. Presidente dei deputati cattolici era Giulio Andreotti che, sotto la gibbosità che gli dava l’aria di un punto interrogativo, aveva una fibra d’acciaio. Galvanizzò la sua truppa di baciapile, trasformandola in un manipolo di marò. La sconfitta fu onorevole: i democristiani resistettero sei mesi, come gli ebrei zeloti di Masada. Giancarlo Perna: “Ring”. Guerini e Associati.
Debbo molto al Sud: se anziché pizza e pasta avessi venduto solo polenta, non avrei avuto tanto successo. Ma l’unico Eataly che ho aperto al Sud, quello di Bari, ha chiuso perché davanti vendevano il caffè a 60 centesimi e il panino con la birretta a due euro; al confronto i nostri prezzi apparivano esagerati. Oscar Farinetti, patron di Eataly (Aldi Cazzullo). Corsera.

Non ci sono più partiti; al loro posto, partiti personali, trasformati ormai in sette carismatiche, remote dalla società come le lune di Giove dal bar sotto casa. Sono Ufo pilotati da alieni: il leader scravattato, l’avvocato del popolo, la Pasionaria, l’avanzo della Sorbona, Gianburrasca, l’Antiscienziato, «Arrestate Me». Sono fatti della stessa sostanza dei tweet: frizzi, lazzi e baggianate. Diego Gabutti. ItaliaOggi.
Ero legato moltissimo a mio zio Giuseppe Dossetti. Andavo a trovarlo nei luoghi sempre più appartati dove si ritirava. A Gerico viveva in una capanna di fango e frasche. Un caldo indiavolato, specie quando spirava il khamsin, il vento del deserto. Mi fece amare la Terrasanta. Aprì un primo monastero a Gerusalemme, sul Monte dello Scandalo, e un secondo vicino a Madaba, in Giordania, e un terzo poco distante da Ramallah. Giuseppe Dossetti, prete, nipote di Giuseppe Dossetti. (Stefano Lorenzetto). Corsera.

Dalla morte di François-René de Chateaubriand sono passati 230 anni, ma siamo più o meno sempre lì. Qualche osmosi c’è stata fra le due sette. Per esempio, trent’anni fa la parte più elitaria dei “destri illiberali” decise di cambiare casacca e si impossessò di quella dei “sinistri” spingendo la parte povera di costoro nei recinti dei “destri”. Da allora al potere ci sono degli ex “destri” che si vergognano di esserlo e allora si spacciano per “sinistri”, pur continuando a fare politiche “destre”. Riccardo Ruggeri. ItaliaOggi.
Quando fu possibile liberarlo senza danneggiarlo, il cadavere mummificato dell’uomo delle nevi venne portato in Austria ed esaminato da Konrad Spindler, esperto di preistoria dell’Università di Innsbruck. Senza esitare disse che l’uomo doveva essere morto almeno 4mila anni prima. Nacque così la leggenda della “mummia del Similaun”. Un giornalista austriaco particolarmente spiritoso (sembra impossibile, ma ce ne sono anche nella seriosissima Vienna) buttò lì l’idea di chiamarlo “Ötzi”, dal nome della valle, Öztal, che confina col luogo del ritrovamento. Però il nome funzionò subito.nLa storia c’era tutta: un viaggiatore nel tempo, arrivato a noi da cinque millenni fa. Tutti i media si misero a seguire da vicino gli studi sul misterioso “uomo venuto dai ghiacci” e da un’altra éra. Scoppiò la Ötzi-fever, la febbre per Ötzi. Maurizio Pilotti, Libertà.
A Marsiglia ci sono lavori in corso dappertutto. Nella drogheria «Empereur» in loco dal 1827 si vendono ancora utensili in ferro smaltato e c’è perfino il «Papier d’arménie» una speciale carta profumata molto in voga nell’Ottocento. Ad ogni angolo, Marsiglia ricorda quanto la vita possa essere varia e tanta. Nicola Lecca, scrittore (Studi Cattolici).
La vita. Sebbene non ne abbia ancora afferrato il senso, ho capito che ne ha uno straordinario. Roberto Gervaso, scrittore.