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 2021  dicembre 07 Martedì calendario

Intervista a Sofia Goggia

«È successo tutto in fretta, devo ancora realizzare: le imprese storiche hanno bisogno di tempo per essere metabolizzate». Tre su tre, 3-4-5 dicembre 2021 a Lake Louise (due discese e un superG) come Alberto Tomba tra Lech e l’Alta Badia nel ‘94. Ma a Sofia Goggia, atterrata ieri dal Canada e diretta a St. Moritz, i numeri interessano poco: «Non impazzisco per le statistiche, io a quota 14 vittorie in Coppa del Mondo e Compagnoni e Brignone appaiate a 16, e poi non ha senso paragonare generazioni diverse». Rieccola, Sofia. 
Il senso dell’impresa? 
«Essere riuscita a fare lo switch dalla libera al superG, fino a domenica mi era già capitato di centrare doppiette ma poi nel cambio avevo pasticciato. Ora so di aver combinato qualcosa di grande». 
Mi sono fidata dei miei piedi, ha scritto in un post. 
«Loro sanno sempre cosa fare». 
E non ha visto le rivali in tv. 
«Ho guardato solo il superG di Brignone: sapevo che era in canna e che quel tracciato le si adattava, ma all’intertempo ho spento. Le dico la verità?». 
Sempre. 
«Ho sciato in modo ordinario, normale. Nulla di che. Però sono stata brava a sfruttare il terreno, che poi è il mio vero talento». 
Ha espugnato ed esorcizzato Lake Louise, luogo del grave incidente nel 2013. 
«La pista del destino... Ma non è mai la pista in sé a determinare gli infortuni. Nel 2013 c’era -37, condizioni proibitive. Domenica era solo -15!». 
Il messaggio alle avversarie è lanciato: l’obiettivo diventa la coppa assoluta di cristallo? 
«L’anno scorso, essendomi fatta male, ho vinto la coppa di specialità gareggiando mezza stagione. Sofia è stata fortunata, hanno detto. Mica vero: la fortuna è stata delle altre a non avermi tra i piedi al Mondiale di Cortina. Non lo dico con arroganza. Tante cose mi sarei aspettata da Lake Louise, ma non di dare 1”47 alla seconda. Non ho fatto un garone, come sul ghiaccio a Bad Kleinkirchheim nel 2018, per dire, quando abbiamo centrato la tripletta azzurra. Anche nelle due libere ho sciato in modo normale, senza tirar fuori l’estro sciistico». 
Ottimi segnali. 
«Eh ma non tutte le discese si potranno vincere con questa facilità, ovvio. Però mi sono accorta che meno c’è da studiare la pista, più sono avvantaggiata». 
Perché? 
Verso Pechino 
In forma troppo presto? Lo sci non è atletica: è pieno di variabili I Giochi un terno al lotto 
«Credo che suonare il piano mi dia un vantaggio: coordinare due mani che toccano a velocità diversa tasti differenti allena la mia capacità mnemonica e cognitiva». 
Dopo ogni suo successo in Canada, un tweet di Lindsey Vonn, ormai presidentessa ad honorem del Goggia fan club. 
«Lei è davvero una persona incredibile. È venuta a trovarci in ritiro a Copper Mountain e ne ho approfittato per chiederle dei consigli: la stessa cosa detta da una persona diversa, e carismatica come Lindsey, può suonare come nuova. A Copper, giuro, non ero in gran forma: le prendevo nei piani e recuperavo in curva. Eppure Lindsey mi ha detto che si sentiva che avrei fatto tripletta». 
Vonn preveggente. 
«Io la ascolto sempre». 
All’Olimpiade di Pechino mancano due mesi. Non è che è entrata in forma troppo presto, Sofia? 
«Non mi preoccupo. Lo sci è pieno di variabili, non è l’atletica che si corre su una pista sempre uguale. Rispetto agli sport estivi, nello sci il picco di performance non è calcolabile. Da noi la stagione si costruisce in estate, poi decide tanto la neve, che cambia sempre. A Lake Louise mi sono trovata bene complici le temperature, su nevi più aggressive faccio più fatica. Ero convinta di giocarmela sul filo dei centesimi, non immaginavo questo dominio. La prima discesa, quella da cui è partito tutto, l’ho vinta nelle prime tre curve». 
I Giochi cinesi nella bolla anti Covid, a cui si arriverà senza gare pre-olimpiche, saranno un terno al lotto? 
«Sul podio andrà chi si adatterà prima delle altre: non sappiamo a cosa andiamo incontro». 
Non ha ancora commentato il nobile ruolo di portabandiera affidatole dal Coni. 
«Per scelta. Sono super orgogliosa ma ancora non ci voglio pensare: una cosa per volta, ne riparleremo più avanti». 
E il caso di Peng Shuai, la tennista cinese sparita dalla vita pubblica dopo un post in cui ha accusato di molestie un alto funzionario di partito, l’ha seguito? 
«Nella bolla dello sci, tra Usa e Canada, ho visto che le tv ne parlavano tantissimo. So che gli Usa hanno deciso il boicottaggio diplomatico. Ma ho troppi pochi elementi per essermi fatta un’idea». 
E le sue galline? Farà un salto a trovarle prima di partire per St. Moritz? 
«L’idea mi era balenata ma sono schiacciata con i tempi, non ce la faccio. Nel frattempo ne sono arrivate altre 1500. Covano nella neve, felici».