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 2021  dicembre 07 Martedì calendario

Perché Massimo Ferrero è finto in carcere

PAOLA (Cosenza) «Un deus ex machina il cui disegno criminale era l’ambizione di soddisfare le sue esigenze personali dando al patrimonio una destinazione diversa da quella di garanzia delle obbligazioni sociali, con conseguente danno per l’Erario e i creditori sociali». È l’immagine che il gip di Paola dà di Massimo Ferrero nelle 105 pagine dell’ordinanza che ha portato all’arresto del «Viperetta», per il quale è stato disposto il carcere. Uno spaccato che ha messo alla luce le modalità d’intervento di Ferrero, definito persona «spregiudicata, pervicace e scaltra». Come quando, il 23 dicembre 2013, nel tentativo di far sparire i libri contabili relativi al fallimento della Ellemme, convinceva il liquidatore della società a denunciare il furto di un’Audi SA8, all’interno della quale c’era una borsa con registri Iva, libro inventari, verbali d’assemblea e del Consiglio d’Amministrazione della Ellemme. 
Un suo ex dipendente della Eleven Finance, Dario Lemma, intercettato il 22 febbraio del 2021 mentre parlava con Vanessa Ferrero diceva: «Conosco bene i doppi giochi di Massimo». E la figlia: «...io mi potevo lega’ tutti al c... perché praticamente stanno tutti alle dipendenze mie... sulla carta comando io!... non l’ho fatto perché sono troppo rispettosa e poi perché non mi è convenuto!... te sto a chiede’ tutto quello che mi devi da’ che non mi hai dato... cioè! lui un po’ l’ha capito..., però non se credesse che co ’sti contentini che m’ha dato... cioè pagame la macchina... famme arriva’ n’altra... e i mille euro! che m’ha sistemato?».
Se da un lato, però, Massimo Ferrero cercava di frenare le richieste della figlia, quando c’era da acquistare beni di lusso non si faceva scrupoli, pur sapendo di non poterselo permettere. Il 24 luglio 2008, l’ex presidente doriano stipula un contratto di leasing per l’utilizzo dell’imbarcazione Azimut pur in presenza di un debito tributario di 497.628 euro e con ricavi dichiarati e registrati nel 2007 per 285.658. Ferrero si impegna a pagare per i primi due anni 600 mila euro di rate per la barca e addirittura 950.304 per i successivi otto. 
Ha manie di grandezza pur non avendo possibilità di spesa. Il 18 novembre 2020 il commercialista che cura gli aspetti economici delle varie società del gruppo parla con un certo Andrea Diamanti: «Ieri stavo a litigare con Massimo... perché mi dice... mo’ c’ho da prendere ’sti soldi qua, perché con questi voglio ricomprarmi via Taramelli!... Ma sei scemo? Mi fa... non hai idea... è una cosa che vale... quando è messa a posto vale 4 milioni. Ma scusa Massimo mi fai quasi ridere! Hai 200 milioni di debiti! Non sai come ne uscirai e adesso pensi di uscirne in ’sta maniera?». 
Anche quando la situazione patrimoniale e finanziaria del gruppo Ferrero era gravata da inequivocabili segnali di difficoltà – come emerge dal bilancio del 2008, con debiti bancari complessivi per 7.038.287 euro – Ferrero ha sottoscritto un contratto di prelazione per l’acquisto di sale cinematografiche di proprietà di Vittorio Cecchi Gori investendo subito 58,5 milioni euro, impegnandosi a versare in futuro altri 19,5 milioni euro, senza averne la disponibilità. La procura di Paola in questi anni ha riletto ogni atto delle quattro società di Ferrero finite sott’inchiesta: Ellemme Group, Blu line srl, Blu cinematografica e Maestrale. La Ellemme addirittura è stata svuotata della contabilità e i finanzieri per ricostruire le sue vicende sono dovuti ricorrere alla banca dati della Guardia di Finanza.