Corriere della Sera, 6 dicembre 2021
Storia dell’Italgas
Consegnati alla storia la temporanea integrazione con Snam (2009-2016) e il successivo ritorno in Borsa dopo 13 anni, Italgas ha inaugurato un periodo di crescita record (19 trimestri di fila) caratterizzato, oltre che dal dinamismo imprenditoriale raccontato altrove in queste pagine, anche da una vera e propria rivoluzione del patrimonio immobiliare del gruppo. Dopo la Digital Factory della sede milanese e i nuovi uffici di rappresentanza a Roma, la partnership con lo studio Giugiaro Architettura ha infatti appena scritto un nuovo capitolo: l’inaugurazione della nuova sede torinese di Italgas nei due storici e iconici palazzi di Largo Regio Parco 9 e 11 (60 milioni di investimento). Un intervento che va a impattare positivamente sul tessuto urbano della città (con la riqualificazione anche degli spazi, verdi e non, esterni agli edifici e l’opera monumentale Flammarion) come non lontano da qui aveva già fatto nel 2018 la Nuvola Lavazza di Cino Zucchi.
I due palazzi, che all’esterno hanno mantenuto il loro aspetto classico e rigoroso, all’interno risulterebbero pressoché irriconoscibili agli occhi di un vecchio frequentatore. Gli spazi sono stati infatti completamente riprogettati secondo i più recenti parametri del welfare aziendale, e se l’uso di materiali e tecnologie sostenibili segue quella che sta diventando la prassi in quest’epoca di transizione energetica, è proprio la cura per l’ambiente di lavoro che rappresenta l’aspetto più interessante. «Tra questa e altre operazioni analoghe, investiremo 200 milioni di euro, ma sbaglia chi crede che un investimento simile sia a fondo perso – dice l’ad Paolo Gallo, che non a caso ha definito Italgas «una start up di più di 4.000 persone» —. È fondamentale mettere a disposizione dei nostri dipendenti spazi belli e adeguati dove possano condividere tempo e idee con i colleghi, ma anche rilassarsi, riflettere, fare sport e concentrarsi. Chi al mattino è contento di venire in azienda, sarà anche più produttivo e creativo. E la nostra crescita è figlia anche di questa logica».
Vale però la pena di parlare anche del cuore nobile della nuova sede torinese, che pulsa al civico 11: si tratta dell’Heritage Lab, ovvero il luogo dove, in collaborazione con la Fondazione Giorgio Cini, si sta procedendo alla digitalizzazione, catalogazione e inventariazione dell’archivio storico di Italgas, che comprende documenti vari, circa 12 mila tra volumi, monografie, periodici e collezioni, oltre a fotografie, opere d’arte e oggetti dell’industria del gas dalle sue origini a oggi. Se si tiene conto che l’azienda, come Società Anonima Compagnia di illuminazione a Gaz per la città di Torino, è nata nel 1837 (cioè ben prima dell’Unità d’Italia) e si è sviluppata lungo un percorso piuttosto complesso, è facile capire come il nucleo originario di documenti possa misurare un chilometro lineare con una previsione di estendersi fino a tre. Con le dovute incognite, visto che proprio sotto i nostri occhi alcune addette in guanti bianchi stavano digitalizzando un album di famiglia di un dipendente, appena acquisito alla collezione, che proprio nelle pagine dedicate agli avi ottocenteschi rivelava scatti di grande interesse per le origini aziendali.
A sottolineare poi lo spessore culturale dell’operazione serve ricordare come anche altre istituzioni e fondazioni, impossibilitate a procedere in proprio, abbiano affidato all’archivio di Italgas per la digitalizzazione i propri documenti, spesso di rilevanza storica notevole (sono presenti perfino pergamene, la più antica datata addirittura 1288). Tutti documenti che poi vengono resi disponibili sia ai torinesi, sia naturalmente ad appassionati e studiosi di tutto il mondo, anche grazie alla partnership con la rete europea Time Machine.
Naturalmente un’operazione che ha tutta l’aria di voler essere definitiva non può che appoggiarsi al meglio della tenologia in materia: così nelle sale dell’Heritage Lab si possono trovare scanner avanzatissimi e in grado di trasformare rapidamente in immagini digitali ad alta risoluzione (e ritoccare, se necessario) documenti di ogni genere e qualità, negativi e diapositive compresi: alcuni sono in grado di acquisire fino a 2.000 documenti in 8 ore, anche in modalità fronte/retro o effettuare scansioni laser 3D.