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 2021  dicembre 06 Lunedì calendario

I cento anni del signor Cynar

PADOVA – Il logorio della vita moderna l’ha combattuto eccome, al punto che ieri è riuscito a tagliare il traguardo dei 100 anni. Rino Dondi Pinton è il papà del Cynar, l’aperitivo a base di carciofo entrato nel cuore degli italiani. «Non poteva mancare un bicchiere anche durante la festa con la famiglia. In realtà ho sempre bevuto più per lavoro che per piacere», dice contento dopo una giornata speciale, che segna il traguardo del secolo di vita. E quante cose avrebbe da raccontare Rino Dondi Pinton, padovano giramondo, abile a intuire i gusti dell’Italia del boom economico degli anni ’50 e ’60. Era il responsabile di produzione della distilleria G.B. Pezziol di Padova, di proprietà dei fratelli veneziani Dalle Molle, quando si inventò il primo rivoluzionario amaro aperitivo al gusto di carciofo. Impossibile scindere il Cynar dallo spot che lo rese celebre, con Ernesto Calidri seduto comodamente a un tavolino in mezzo al traffico cittadino, con giornale in mano e il bicchiere accanto. Sullo sfondo si vedono sfilare le Fiat 127, la Lancia Fulvia, la Fiat 124. «Io sono cresciuto nel mondo dei liquori, perché mio padre preparava il Vov», racconta l’anziano, che vive a Padova nel quartiere Arcella. «Ho fatto anche la guerra dal ’41 al ’45, ero in Sicilia. Mi fecero prigioniero in Algeria ma sono riuscito a portare a casa la pelle», ricorda e ancora tira un sospiro di sollievo. Appena torna nella sua Padova lo mettono subito a lavorare nello stabilimento, dove prende il posto del padre. Sempre a Padova, nel 1919, i fratelli Barbieri avevano inventato l’Aperol, al ritorno da un viaggio a Parigi dove videro l’aperò dei francesi. «La ricetta del Cynar l’ho inventata io. Dopo la guerra la gente cercava qualsiasi cosa avesse proprietà benefiche. Ricordavo che anche per il Vov l’arma vincente fu presentarlo come un ricostituente». Allora Rino, che all’epoca aveva 27 anni, decise di puntare sulle proprietà benefiche del carciofo. «Alcuni studi sostenevano che la cinarina contenuta in questa pianta avesse effetti benefici sul fegato. Allora pensai: un alcolico che fa bene al fegato, sarà un successo. E fu proprio così», racconta con soddisfazione cercando di spostare l’attenzione sul lavoro collettivo che ruota attorno a quell’intuizione. «Al di là della ricetta, fu una grande operazione commerciale e pubblicitaria. Dal 1948 in poi, in tutte le bettole d’Italia esisteva solo il Cynar. Partimmo dal Veneto, conquistammo Milano e poi abbiamo girato il mondo: Jugoslavia, Brasile, Giappone». Nonostante l’età Rino ricorda tutto. Accanto a lui c’è la moglie Ruth, brasiliana conosciuta proprio durante uno di quei viaggi di lavoro. I figli Giovanni e Andrea, con i quattro nipoti, sono la cornice di questa vita stupenda e avventurosa. «A 100 anni sono felice di essere ancora in salute e, tutto sommato, indipendente. Ho fatto la terza dose di vaccino e mi sento fortunato per essere ancora qua». Ancora oggi il Cynar, che ora appartiene al gruppo Campari, spopola nei bar d’Italia. In Veneto è uno degli ingredienti prediletti nelle piazze degli aperitivi: prosecco, Cynar e scorza di limone. È lo spritz al Cynar. Ma, alla fine, è davvero un antidoto al logorio della vita moderna? «Come detto, ho sempre bevuto più per lavoro che per piacere», rivela. «Quando movimentavamo le cisterne di alcol arrivavano delle esalazioni fastidiose, però dovevo necessariamente assaggiare i prodotti prima di metterli in vendita». Da allora una bottiglia del liquore a base di carciofo non manca mai in casa Dondi Pinton. «Un bicchierino al giorno, senza esagerare», dice sorridente mentre accarezza una bottiglia presa dalla dispensa. Il sindaco di Padova Sergio Giordani, due anni fa, l’ha premiato con l’onorificenza di “padovano eccellente”. Quanti brindisi grazie a quest’uomo.