Robinson, 5 dicembre 2021
Che serie noiosa e tragicomica è la settimana
La settimana è composta da sette episodi (da qui il titolo) della durata di ventiquattro ore l’uno a struttura circolare (alla fine lui/lei dorme, anche se troppo poco), consigliata a chi piace il genere tragicomico in prima persona. L’inizio è promettente: nonostante tutti ne parlino malissimo, il lunedì comincia con una bella scena di sveglia alle sette molto adrenalinica; e dal punto di vista drammaturgico non vedo modo migliore per cominciare la settimana: di lunedì i personaggi sono tutti ben delineati (il capoufficio odioso, il collega solidale ma sciocco, il partner assente o irritabile) e i conflitti emergono con facilità, iniziando da quelli automobilistici. Sarà per le aspettative basse generate dalla cattiva fama che lo precede, ma dei sette il lunedì è il giorno che più di ogni altro può riservare belle sorprese: già solo l’arrivare incredibilmente vivi a fine giornata ci fa andare a letto con il sorriso e la curiosità di scoprire cosa succederà l’indomani – il lunedì infatti genera suspense e ci lascia con il fiato sospeso: riuscirò a rispettare gli impegni presi per questa settimana? La vera delusione arriva il martedì: sostanzialmente uguale al lunedì, senza colpi di scena e rari guizzi di sceneggiatura (“toh, guarda chi si rivede!”) che si risolvono però in veloci caffè al bar, per giunta in piedi. Ma il peggio arriva nell’episodio successivo: di mercoledì tutte le premesse del lunedì (buoni propositi, possibili appuntamenti, cose da fare) saltano miseramente o accumulano ritardi irrecuperabili, il tutto all’interno di una giornata sempre uguale a tutte le altre. La sensazione di noia e déjà-vu prevale, ma se uno supera il male di vivere e invece che buttarsi giù da una finestra va avanti con la settimana, il giovedì si risolleva inaspettatamente: non che vi siano grandi sorprese, ma il protagonista (cioè voi) recupera tono e speranze perché il giorno dopo è venerdì (emblematica la scena in palestra). E il venerdì in effetti non delude: nonostante i buchi di sceneggiatura (che fine ha fatto la risposta a quella email urgente? e i bambini chi è andato a prenderli in piscina?) la settimana si rivitalizza, con scene conviviali che sconfinano nel musical. Il sabato vale da solo tutta la settimana, c’è persino qualche scena di sesso – peccato siano così corte. Domenica finale malinconico e col mal di testa, ma che lascia presagire un’altra settimana. Non un capolavoro, ma alla fine ti affezioni a luoghi e persone.