Robinson, 5 dicembre 2021
Lettere alla famiglia di Andrea Camilleri
ROMA, 1952
È venuto a trovarmi a Roma da Parigi Jean Genet di cui vi ho già parlato. È quel celebre autore francese noto per le sue condanne per furti, minaccia a mano armata, scassi e assalto alla Banca di Lione. È rimasto soddisfatto della mia traduzione, sono stato a pranzo con lui e mi ha fatto conoscere Jean Paul Sartre. Genet è un uomo straordinario che lascia un’impressione profonda in chi lo conosce per il suo spaventoso cinismo. Mi ha dato tutti i diritti per il lavoro che ho tradotto, mi ha detto che ne posso fare quello che voglio e che devo trattenere tutti i quattrini, come se l’autore fossi io, senza dar nulla a lui. «Lei è giovane – mi ha detto – e ha bisogno di quattrini. Io sono ricco e non ho bisogno». «E che posso fare per ringraziarla?» – ho chiesto – E lui: «Fra qualche anno mi manderà dei pacchi». «Dove?» – chiedo io – E lui: «Al carcere naturalmente».
ROMA 11 AGOSTO, 1957Mamma carissima, fra 4-5 giorni ti spedirò un altro vaglia telegrafico.
Scusami se non posso così su due piedi. Sono travolto dal lavoro di preparazione della commedia di Siro Angeli, Odore di terra, che andrà in scena ad Assisi il 28 di questo mese e sarà contemporaneamente ripresa tutta per televisione. È il primo esperimento che si fa in Italia di questo tipo. Quando riprendono una commedia da un teatro, chiudono il teatro al pubblico (o almeno fanno entrare solo degli invitati) perché le esigenze della televisione sono opposte a quelle del teatro e viceversa. Questo invece è fatto come una normalissima rappresentazione teatrale e come una normalissima ripresa televisiva da studio (e non da un teatro). Si tratta cioè di veder fino a che punto i due generi possano coesistere. Ora se tu pensi che il lavoro teatrale (21 personaggi e 18 cambiamenti di scena) è di per sé difficilissimo, figurati che cosa significa dover anche affrontare i problemi della ripresa televisiva.
Fortunatamente direttore della ripresa televisiva è Di Gianni un mio vecchio amico, col quale vado d’accordo. Io proverò a Roma, al teatro delle Arti, fino al giorno 22 sera; quindi, mi trasferirò ad Assisi con tutta la troupe. Potete quindi dare l’annuncio ufficiale di questo mio nuovo lavoro, tanto più che fra qualche giorno ne sarà dato l’annuncio sul Radiocorriere. Io passo da una specie di cieca fiducia a momenti di panico reale: lo spettacolo comporta 4 palcoscenici girevoli, 42 proiezioni, ecc., inoltre gli attori passano (mentre parlano) dalla prosa ai versi e viceversa il che comporta una difficile ricerca di tono. Ma speriamo bene: se tu pensi che il personale tecnico impiegato supera le 20 persone!
In salute sto bene, il dente si è calmato ma bisognerà che io uno di questi giorni prenda il coraggio a due mani e vada dal dentista. Anche Rosetta sta benino è sempre sotto controllo o della levatrice o del medico, perché così voglio io. Soffre un pochino la notte, a causa del caldo infernale che si è sviluppato in questi giorni. Cercherò di dire una mezza parola per il figlio di Paolino, sebbene alla T.V. fino a 10 giorni fa non conoscessi nessuno e ora invece mi telefonano spesso e volentieri (sono anche loro un pochino preoccupati).
La cosa meravigliosa è che questo lavoro mi è capitato in agosto, quando l’Enciclopedia è chiusa.
Nell’Enciclopedia da 3 mesi sono successe cose sinistre che non ti ho detto per non impensierirti. Sappi solo questo: Lele D’Amico e Squarzina sono stati costretti a dimettersi, Sandro è stato licenziato. Theodoli ha tenuto invece a chiamarmi per rassicurarmi della sua rinnovata fiducia nel mio lavoro, e attraverso Chicco, mi ha fatto pervenire una proposta di lavoro anche dopo la fine (fra tre anni) dell’Enciclopedia. Ma l’atmosfera è cambiata, l’ingiusto licenziamento di Sandro ci ha duramente colpiti. Ma può darsi che anche questo riesca a essere superato.
Ti invio le altre critiche sul mio spettacolo dei Satiri, uscite in questi giorni. Adamov ha visto il suo lavoro, e l’ha trovato migliore dell’edizione parigina. Spero di riuscire entro il prossimo anno, a mettere in scena un suo lavoro in tre atti (ameno, lui vorrebbe che glielo mettessi in scena io).
Vi abbraccio tutti con tanto amore. Fate sistemare la T.V. altrimenti giorno 28 come farete a vedere il mio spettacolo!
ANDREA
OSTIA, 29 NOVEMBRE 1949 Famiglia Camilleri
Carissimi, due parole in fretta per dirvi che ho ricevuto il pacco con le maglie, il pacchetto con i due libri, il vaglia e le due lettere, tutto questo in un giorno. Ieri, appena ho ricevuto il materiale, non ho potuto scrivervi perché sono tornato ad Ostia alle nove e mezzo di sera e questa sera sono tornato alle otto ma abbastanza stanco. Però non vorrei che la chiara esposizione di quella che è attualmente la mia vita facesse nascere in voi delle preoccupazioni veramente eccessive. Fisicamente sto bene e finanziariamente non altrettanto: però non trascuro di mangiare bene. Pensate che con 300 lire mangio un piattone di pasta asciutta, un secondo che è una sanguinolenta bistecca alta due dita e grande quanto quella che mangio a casa con contorno di purè di patate, frutta, vino e pane. Certe volte, quando ne sento il bisogno mangio un altro secondo in soprappiù. Poi non parliamo quello che mi fa trovare la sera zia Michelina! È incredibile come riesca a mangiare tutto con grande appetito: mi stupisco io stesso. Per quello che riguarda un mio probabile esaurimento nervoso rispetto al veramente massacrante lavoro in Accademia, non credo che sia una eventualità da considerare: credo che mi esauriva di più il non far niente di Porto. Freddo e acqua qui ad Ostia e a Roma ce ne sono in abbondanza ma se riuscirò a stabilirmi a Roma molta parte ne resterà eliminata, perché quello che mi fa star male in definitiva è il dovermi alzare caldo dal letto alle 5.30 del mattino per arrivare alle 8 in Accademia. A Roma invece mi potrei alzare addirittura alle 7. Domenica andrò dai Cumbo e spero di riuscire a combinare qualcosa: la vostra è stata certamente una buona idea.