La Stampa, 5 dicembre 2021
In Cina miliardari desaparecidos
Follow the money. Anzi, follow the painting. Così sappiamo che il quadro di un importante artista cinese, Zeng Fanzhi, è stato venduto all’asta. Apparteneva a Duan Weihong, miliardaria molto vicina alla famiglia dell’ex premier Wen Jiaobao, ed ex moglie di Desmond Shum, imprenditore sino-britannico che ha recentemente pubblicato un libro dal titolo evocativo, «Roulette rossa», in cui descrive la commistione tra affari e politica, corruzione e vendetta di cui è stato diretto testimone nei suoi anni di attività in Cina. Il venditore dell’opera risulta essere «un’importante istituzione», dando adito a chi pensa che i beni di Duan siano stati confiscati e che lei sia finita in una sorta di detenzione extra-giudiziaria. Di lei, infatti, non si hanno notizie dal 2017, quando è misteriosamente scomparsa poche settimane dopo che Sun Zhengcai – all’epoca il più giovane dei 25 membri del Politburo e considerato un potenziale successore del presidente Xi Jinping – è stato accusato di corruzione e condannato all’ergastolo. Un’unica eccezione: lo scorso settembre aveva chiamato l’ex marito pregandolo di fermare la pubblicazione del libro che raccontava i loro incontri privati e le loro relazioni d’affari con la famiglia Wen, Sun, l’attuale vice-presidente Wang Qishan e persino con la moglie del presidente: Peng Liyuan. Ma Desmond Shum, che nel 2015 si è separato e ha lasciato definitivamente la Cina, ha avuto l’impressione che la sua ex non fosse libera, che fosse stata costretta a fare quella chiamata. Ed è andato avanti con la pubblicazione.
La sparizione di Duan non è un affatto caso isolato. Pechino ci ha abituati a processi a porte chiuse, confessioni pubbliche forzate e personaggi ricchi, potenti e famosi che scompaiono improvvisamente dai radar per riapparire, con tempi più o meno lunghi, nelle maglie del potere o della giustizia cinese. Nelle ultime settimane ha fatto scalpore la vicenda della tennista Peng Shuai, scomparsa dopo aver accusato di molestie sessuali un importante politico in pensione e ricomparsa, a seguito di una campagna di mobilitazione internazionale, in quelle che a molti appaiono foto e video forzati. Ma non dimentichiamoci del patron di Alibaba Jack Ma, eclissatosi ad ottobre 2020 subito dopo aver criticato pubblicamente il sistema della finanza cinese e riapparso un anno dopo in Spagna con 30 miliardi in meno. O dell’attrice Zhao Wei, 86 milioni di follower, completamente cancellata dall’internet cinese in concomitanza con una campagna governativa contro le influencer e ricomparsa un mese dopo in alcune foto che la mostrano nella sua città natale. Visto che da allora nessuno ne ha più avuto notizia, sono in molti a essere convinti che sia riuscita a scappare con suo marito in Francia, dove possiede una vigna nei pressi di Bordeaux.
Per rimanere in tema di attrici c’è anche la vicenda della famosissima Fan Bingbing, scomparsa per alcuni mesi nel 2018 fino a quando non ha confessato pubblicamente di aver evaso le tasse. Si è poi saputo che in quel lasso di tempo era stata costretta a casa dal governo, in una sorta di arresto domiciliare informale. E ancora l’immobiliarista Ren Zhiqiang, condannato per corruzione a 18 anni dopo che aveva criticato pubblicamente la gestione della pandemia. O il mago della finanza Xiao Jianhua, che avrebbe aiutato la sorella e il cognato del presidente Xi Jinping a liberarsi di alcuni scomodi asset e che è stato prelevato nel 2017 da un hotel di Hong Kong e di cui non si è più saputo nulla se non che stesse «collaborando con le autorità» sulla terraferma. E poi ci sono stati Wu Xiaohui, presidente del colosso assicurativo Anbang e sposato con una nipote di Deng Xiaoping, portato via nottetempo e condannato a 18 anni per frode e ancora molti altri. Considerando che fare affari in Cina significa navigare in una zona grigia dove corruzione e politica vanno a braccetto, chi si è arricchito negli ultimi quarant’anni certo non può dormire sonni tranquilli. Specie se non è gradito a Xi.