Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2021  dicembre 04 Sabato calendario

Tutte le ragazze dei presidenti Usa

Che l’ex presidente Bill Clinton volasse sull’aereo privato dell’imprenditore Jeffrey Epstein, morto suicida in carcere negli Stati Uniti nel 2019 dopo gravi accuse di reati sessuali, non ha stupito la società del gossip a New York. Clinton, secondo la testimonianza del pilota Larry Visoski, sarebbe stato a bordo con Epstein, noto per un giro di ragazze, anche minorenni, molte delle quali gli imputano di esser state offerte come preda, a ignobili ospiti di alto rango, incluso il principe inglese Andrew, nel 2002 e 2003. La Fondazione che fa capo a Clinton nega ogni addebito, precisando che il presidente avrebbe solo fatto «autostop», usando il jet di Epstein per attività umanitarie. Con lui, una serie di vip, alcuni scomparsi, dal senatore e astronauta John Glenn, al leader democratico George Mitchell, all’attore Kevin Spacey, e da tutti smentite, sdegno, sorpresa, imbarazzo.
Come sempre, quando la cronaca sessuale incontra la politica, giornali, tv, web si riempiono di pettegolezzi, insinuazioni, memorie, in Italia capitò con lo scandalo Montesi, che ruppe il plumbeo conformismo democristiano del dopoguerra, in Gran Bretagna con l’affaire del ministro John Profumo e della bellissima ballerina Christine Keeler, amante di una spia russa. Ora Washington torna a sfogliare il tomo «Sex with presidents» di Eleanor Herman, o il suo vicino di scaffale, «Sex lives of U.S. presidents» di Nigel Cawthorne e il risultato è eterno: una nazione nata puritana, che vive negli Anni Sessanta la liberazione sessuale della rivista Playboy dell’eccentrico Hugh Hefner, per poi affrontare un drammatico esame di coscienza, dal femminismo Anni Settanta, al movimento Lgbt, nato con la rivolta gay al bar Stonewall a New York, 1969.
A lungo, si sussurrò che Eisenhower, amato presidente repubblicano 1953-1961, da generale a capo dello sbarco in Normandia, avesse avuto una relazione con la sua attendente, ma in quegli anni di silenzi, chi mai avrebbe osato discuterne in un talk show? I giornalisti della capitale erano al corrente di ogni avventura del senatore John Kennedy, eletto presidente nel 1960, alcuni, come il giovane Ben Bradlee, futuro direttore del Washington Post che costringerà Nixon alle dimissioni nel 1974, ne condividevano il libertinaggio, ma a patto di omertà maschile.
Il successore di Kennedy, Lindon Johnson, texano, ruspante, più a suo agio in un ranch che non nel «Gucci Gulch», la Valle Gucci, soprannome di un corridoio del Senato Usa, affollato da lobbisti con ai piedi i mocassini di lusso italiani, non aveva certo i modi del Casanova. Al contrario, ricorda Robert Caro, lo storico autore di una monumentale biografia di Johnson, quattro volumi, tremila pagine e ancora incompleta, il presidente democratico chiamava il proprio pene «Jumbo», fiero delle sue dimensioni, esibendolo agli amici – come al vicepresidente Humphrey, seduto sul water del bagno – e, perfino in aula al Senato, non era alieno da manovre con le mani in tasca davanti ai colleghi.
Di Clinton, la storia registra il sesso con la stagista Monica Lewinsky, con la saga dell’inchiesta repubblicana, e prima ancora le rivelazioni di Gennifer Flowers, fino ad accuse aperte di molestie da governatore dell’Arkansas. E anche il presidente Trump, finito in prima pagina per l’incitamento osceno «le donne van prese per…», è stato bersaglio di titoli e inchieste per rapporti sessuali, riuscendo però, come Clinton, a non riceverne danni politici.
Ma i tempi cambiano e il processo che si svolge ora a Ghislaine Maxwell, enigmatica compagna di Epstein, per decenni stella del jet set anglosassone, figlia dell’imprenditore Robert Maxwell, parlamentare britannico, sospettato di spionaggi e truffe, morto misteriosamente in alto mare, getta ombre sinistre sul giro bene tra Londra, Washington e Manhattan. Maxwell, che tante donne indicano come reclutatrice di minorenni per «massaggi» e rapporti indebiti con Epstein e la sua corte, avrebbe poi coinvolto il principe Andrea e Clinton, vedremo cosa il dibattimento chiarirà.
L’occasione è troppo ghiotta per non citare l’amante misteriosa addebitata a Bush padre, i vizi privati del virtuoso in pubblico Wilson, i figli dei padri della Patria con le schiave, l’amante di Gerald Ford, forse spia tedesca, Andrew Jackson che invita due prostitute a una festa, scandalizzando la buona società in Nord Carolina, XIX secolo. La Storia a luci spente, resta sempre lì, a incuriosire i posteri. —