il Fatto Quotidiano, 4 dicembre 2021
Il ritorno di Roberto Napoletano
Il suo vecchio giornale gli chiede 7 milioni e mezzo di danni (in concorso con altre persone) e lui è tuttora imputato per false comunicazioni sociali e aggiotaggio informativo. Eppure per Roberto Napoletano, oggi direttore iper-draghiano del Quotidiano del Sud, si aprono le porte del Governo dei Migliori: a fine novembre il giornalista è stato nominato in una commissione di cinque esperti del ministero del Sud guidato dalla forzista Mara Carfagna.
Il compito di Napoletano e dei colleghi sarà quello di “esaminare, elaborare organicamente e integrare i contributi e le proposte pervenuti” e di sottoporli poi “al ministro per il Sud ai fini della individuazione degli obiettivi strategici del Fondo di sviluppo e coesione per il periodo di programmazione 2021-2027”. Non si tratta di un ruolo qualunque: il Fondo ha una dotazione di 73 miliardi, di cui 58 destinati al Sud. I progetti su come spendere parte di questi soldi passeranno dunque sotto gli occhi di Napoleano, nominato – come rivelato ieri dal Corriere del Mezzogiorno – insieme all’ingegnere Rodolfo De Dominicis, all’imprenditrice Beatrice Lucarella, alla ricercatrice Serena Sileoni (già consulente di Mario Draghi) e ad Amedeo Lepore, storico ed ex assessore di Vincenzo De Luca in Campania.
Tutti “senza rimborso, compenso o gettone di presenza”, come da decreto di nomina, ma con la non trascurabile possibilità di accedere a dossier delicati e di accreditarsi alla corte del governo. Un momento a cui Napoletano arriva senza aver risolto i suoi guai con la giustizia: dal 2019 è imputato a Milano con l’accusa di aver gonfiato per anni i dati delle vendite (soprattutto digitali) del Sole 24 Ore da lui diretto, con ovvie conseguenze per l’attendibilità del bilancio del giornale.
Cacciato dalla direzione (ma con una buonuscita da 700 mila euro), Napoletano è da tempo in causa col Sole, che contro di lui ha avviato un’azione di responsabilità con richieste di risarcimento milionarie a danno suo e degli altri amministratori coinvolti nell’inchiesta.
Nel frattempo, Napoletano ha trovato un nuovo lavoro al Quotidiano del Sud, dove da mesi è ammirato cantore di Draghi e del suo governo. Una passione, quella per il premier, che Napoletano non nascondeva nemmeno ai tempi del Sole (guidato dal 2011 al 2016), quando già lo definiva “statista”, “il banchiere centrale più innovativo che l’Europa abbia mai avuto”, e ne elogiava “il pragmatismo e l’ostinazione”. Poi, col cambio di giornale e l’arrivo di Draghi a Palazzo Chigi, è iniziato un carnevale di elogi che ha avuto il suo compimento nel libro Mario Draghi. Il ritorno del Cavaliere bianco (La Nave di Teseo): “Se vuole è un ammaliatore, può troncare con garbo dopo pochi minuti perché non si sente in sintonia ma può anche farti sentire importantissimo. Di sicuro ascolta sempre, trattenendo la sostanza con velocità, e conosce come pochi le regole della comunicazione”.
Regole evidentemente ben note anche a Napoletano, che dopo tanti apprezzamenti darà una mano in prima persona al governo dei suoi sogni.