Il Sole 24 Ore, 4 dicembre 2021
Bundesbank, il favorito è Joachim Nagel
Sicuramente non una colomba, ma neanche un falco rigoroso come Jens Weidmann. «Una nomina nel solco della continuità, un economista delle istituzioni». Sono questi i primi commenti raccolti ieri a caldo sulla piazza finanziaria di Francoforte in merito alla candidatura in ascesa di Joachim Nagel alla presidenza della Bundesbank. In un’intervista rilasciata a Handelsblatt nel gennaio 2015 – rara e agli atti – sull’avvio del QE della Bce, Nagel usò un linguaggio in effetti da falco moderato, non certo colomba, mettendo in dubbio l’efficacia del programma di acquisti nell’area dell’euro, mettendo in guardia dagli effetti collaterali del QE nel sistema europeo bancocentrico e senza esperienza in QE, prendendo le distanze dal rischio di una spirale deflazionistica come temuta all’epoca dalla banca centrale europea. Ma quelli, per l’appunto, erano altri tempi. Ora la Bce ne gestisce due di programmi.
Nagel, 55 anni, è attualmente vice responsabile del dipartimento sulle banche della Banca dei regolamenti internazionali, una posizione prestigiosa ma non altissima, che ricopre dal primo novembre 2020.
Sta pesando, nella sua ascesa a capo della Buba, la sua profonda conoscenza della Bundesbank, istituzione dove ha lavorato per 17 anni dal 1999 al 2016 e dove è stato membro del consiglio di amministrazione, specializzandosi nei mercati dei capitali e nelle banche. Nagel ha anche lavorato in KfW (la Cdp tedesca) dal 2016 al 2020 dove è stato responsabile del business internazionale prima di passare alle Bri. La sua carriera totalmente dedicata alle istituzioni (Bundesbank, KfW, Bri) lo rende un candidato “ideale”, non solo per il posto di Weidmann (dimissionario in uscita dalla Buba il 31 dicembre) ma anche in prospettiva per l’incarico di presidente della Bce, poltrona che spetterà al prossimo turno alla Germania, dopo la francese Christine Lagarde, prima di lei Mario Draghi e prima ancora il francese Jean-Claude Trichet.
La candidatura di Nagel, che non è un accademico e non ha ricoperto ruoli politici, sarebbe andata avanti surclassando personaggi del calibro di Isabel Schnabel (membro del comitato esecutivo della Bce) e Jörg Kukies (segretario di Stato al ministero delle Finanze e braccio destro del ministro Olaf Scholz). Questa volta si vuole evitare l’ennesima dimissione di un membro tedesco del Board della Bce, nel pieno del mandato. E Scholz non intende fare a meno di Kukies, stretto consigliere su temi bancari e finanziari.
Nagel si sarebbe fatto strada verso la presidenza della Bundesbank anche per l’appartenenza al mondo socialdemocratico. Il successore di Weidmann sarà scelto dal cancelliere Spd Scholz e non dal ministro delle Finanze, il liberale Christian Lindner. Nagel è membro dell’Spd. Nel 2014 come ricorda Handelsblatt, Nagel perse la corsa alla poltrona di numero due della Bundesbank con l’appoggio dei socialdemocratici: l’incarico fu dato a Claudia Buch, gradita alla Cdu.
L’indiscrezione sull’ascesa di Nagel, lanciata ieri dal Financial Times, è stata ripresa dalla stampa tedesca e arricchita da numerose conferme, non ufficiali. I colpi di scena non vanno mai esclusi nel toto-nomine, ma in Germania sono rari.