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 2021  dicembre 03 Venerdì calendario

Alec Baldwin si difende: «Nno ho premuto il grilletto»

«Alec Baldwin Unscripted», cioè senza sceneggiatura. Prima sulla Abc (è andato in onda negli Stati Uniti ieri notte) poi in streaming sulla piattaforma Hulu. L’intervista-confessione con il giornalista George Stephanopoulos (ex stratega di Bill Clinton nella sua prima corsa alla Casa Bianca nel 1992, altre ere geologiche di media e politica) sorprende per una serie di motivi.
Non tanto per il packaging da tv-verità probabilmente inevitabile visto il tema, un grande attore di Hollywood che racconta la sua versione dell’incidente sul set del film Rust che il 21 ottobre è costata la vita alla direttrice della fotografia, colpita in pieno addome da un proiettile sparato dalla pistola impugnata proprio da Baldwin. E neppure per il tono da confessore dell’intervistatore, visto che la polizia sta ancora indagando e sembra se non inevitabile almeno probabilissimo un processo, in New Mexico, per la morte accidentale di Halyna Hutchins.
Non basta neanche l’attenuante – se attenuante si tratta – della particolarissima cultura delle armi che caratterizza gli Stati Uniti da sempre, ma in particolare nell’ultimo trentennio. È e resta ai limiti dell’incredibile la sovrapposizione mediatica delle due questioni di cronaca nera del giorno.
Da una parte lo special di Baldwin, dall’altra la terrificante cronaca dell’ennesima strage in una scuola, quattro ragazzini morti in Michigan (finora, altri sono in ospedale) dopo l’attacco di un loro compagno armato.
L’attacco del Michigan è il 29esimo dell’anno, l’87esimo dal 2018, nelle scuole americane è entrato nel curriculum di studi anche il corso di sopravvivenza a un eventuale attacco armato. L’emergenza però sembra quella degli incidenti sui set di Hollywood: tre morti accidentali in trent’anni, per negligenze facilmente evitabili con un po’ di attenzione in più (dalla disgrazia del New Mexico potrebbe nascere un’autoregolamentazione, un impegno comune dei produttori a usare sempre armi finte e aggiungere gli effetti visivi digitalmente in post-produzione, ormai è semplice e economico).
Baldwin, nelle anticipazioni diffuse dalla Nbc, ha garantito di non aver mai premuto il grilletto della pistola dalla quale è uscito il proiettile che ha colpito Halyna Hutchins dietro la macchina da presa.
«Il grilletto non è stato premuto. Non ho premuto il grilletto. Non punterei mai una pistola contro qualcuno premendo poi il grilletto, mai».
Baldwin ha anche detto che non ha idea di come un proiettile sia finito nel revolver d’epoca (una Colt.45) che ha usato nella scena del film. «Qualcuno ha messo un proiettile vero dentro quella pistola, un proiettile che non doveva nemmeno essere presente sul set» (la prima regola di sicurezza sui set americani è la proibizione di portare proiettili veri sul posto, anche se fossero dentro una scatola nel baule di un’auto nel parcheggio sarebbe una violazione: ma nella pistola consegnata a Baldwin per la scena c’era un proiettile vero).
Baldwin, che durante l’intervista ha pianto più volte, ha spiegato: «Halyna era una persona amata da tutti coloro che hanno lavorato con lei, apprezzata da tutti coloro che hanno lavorato con lei… la ammiravano tutti… non mi sembra vero». Aggiungendo che l’incidente è la cosa peggiore che gli sia capitata nella vita. «Penso e ripenso a cosa avrei potuto fare».