La Stampa, 3 dicembre 2021
Susan E. Arnold, prima presidente donna di Disney, renderà il colosso dell’animazione LGBTQ
È considerata una delle donne più potenti al mondo, non solo per i ruoli svolti in alcune tra le più grandi multinazionali del Pianeta, ma per il suo impegno a favore dei diritti Lgbtq. Susan E. Arnold è la prima presidente donna (chairwoman) di Disney, appena nominata dal Cda, prenderà il posto del veterano Bob Iger numero uno del colosso dell’animazione dal 2000, e dal 2005 al 2020 anche amministratore delegato del gruppo. Il guru artefice dell’acquisto dei marchi Pixar, Marvel, Lucasfilm e 21st Century Fox nel 2019, e con velleità politiche mai concretizzatesi. «Nel mio nuovo incarico continuerò a servire gli interessi a lungo termine degli azionisti di Disney e a lavorare a stretto contatto con l’a.d. Bob Chapek (nominato nel 2020) per onorare l’eredità secolare dell’azienda in termini di eccellenza creativa e innovazione», afferma Arnold in una nota.La successione sarà effettiva alla fine dell’anno assieme a una serie di sostituzioni ai vertici del gruppo tese a cementare la nuova leadership di Disney. Arnold porta in dote 14 anni nel ruolo di consigliera del Cda ed è considerata a tutti gli effetti parte della famiglia che ha dato i natali a Topolino e Minni. A sottolinearne il valore è lo stesso Iger: «Susan è una dirigente stimata, la cui ricchezza di esperienza, integrità incrollabile e giudizio esperto sono stati pregi importanti per l’azienda da quando è entrata a far parte del Cda nel 2007». Del resto, Arnold ha una vasta esperienza nei Consigli di amministrazione così come nelle strategie relative ai beni di largo consumo. Prima di sbarcare in California è stata dirigente nella società di investimento Carlyle e, precedentemente, di Procter & Gamble, ed è stata consigliera nel Cda di McDonald’s per otto anni. Guiderà un colosso che ha dovuto superare un periodo di turbolenze senza precedenti, con la chiusura dei parchi e delle sale cinematografiche a causa della pandemia di Covid. La società da allora ha accelerato i suoi piani per concentrarsi sui servizi di streaming come Disney+, che ha visto una rapida crescita ma anche un più recente rallentamento.Nessun dubbio quindi sulla bontà della scelta che peraltro ha la portata storica di consacrare alla guida del gigante dell’animazione la prima donna presidente nei 98 anni di vita della società. Una donna considerata più volte dalle riviste Fortune e Forbes tra le più potenti al mondo anche l’attivismo dal punto di vista sociale di cui può fare vanto. Apertamente omosessuale, si adopera a sostegno dei diritti Lgbtq nel mondo del business. Lei stessa ha ricordato come in P&G, nonostante le dichiarazioni di facciata, la leadership fosse fortemente conservatrice e i colleghi omofobi. «Vogliamo dirla tutta? C’erano uomini che erano molto potenti alla Procter che si rifiutavano di riconoscere gli stessi diritti alla comunità Lgbqt. Non ce lo meritavamo – racconta Arnold -. Non c’era nessun programma o iniziativa in azienda volta a contrastare questo orientamento». La sua testimonianza ha contribuito la stessa P&G ad avviare una campagna per l’uguaglianza dei diritti Lgbtq anche attraverso un cortometraggio «Out of the Shadows» (fuori dall’ombra), che racconta il tormento a cui erano sottoposti i dipendenti con orientamenti sessuali non etero nei primi anni ‘Novanta, gli stessi che hanno unito le forze combattendo per l’uguaglianza dei diritti sul posto di lavoro. —