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 2021  dicembre 03 Venerdì calendario

Intervista ad Alfredo Altavilla


imagoeconomica Il manager di lungo corso.  Tarantino di origine e laurea in Cattolica, ha lavorato per quasi 30 anni nel gruppo Fiat fino a diventare braccio destro di Sergio Marchionne. Alla sua morte lascia Fca ed entra in vari cda, tra cui Telecom e Recordati (di cui è stato presidente): da giugno è presidente Ita Alfredo Altavilla fa la pace con i sindacati. Il presidente esecutivo della compagnia ieri ha firmato con otto sigle sindacali (eccetto Usb e Navaid) un accordo che trasforma in contratto nazionale del trasporto aereo il regolamento aziendale che l’azienda del Mef aveva applicato per i dipendenti assunti, dopo la rottura delle trattative in settembre. Firmato anche un nuovo protocollo per le relazioni industriali e un contratto integrativo per Ita per alzare gli stipendi, già tagliati con il regolamento. In quest’intervista Altavilla spiega le intese e il momento di Ita.
Presidente Altavilla, cos’è successo per fare un accordo su quello che prima i sindacati consideravano inaccettabile?
Il dialogo con i sindacati non si è mai interrotto. I tempi sono stati velocizzati dalle esigenze per fare l’alleanza. Ho detto ai sindacati che nella data room con il potenziale partner ci metto tutti i contratti dell’azienda. Quindi se non si fa un accordo ci metto il regolamento ed è permanente.
Una trattativa sotterranea?
Arriviamo alla firma in seguito a qualcosa che è successo l’altro ieri. Ho convinto i commissari di Alitalia a sciogliere il cda di Assaereo, visto che il loro compito era firmare un contratto nazionale che è scaduto il 31 dicembre 2016. È stato nominato un nuovo cda, con management Ita, che ha dato mandato al presidente di firmare un eventuale contratto nazionale.
Il contratto nazionale è stato firmato da Ita?
È stato firmato dal presidente uscente di Assaereo. Abbiamo fatto il salto quantico dal regolamento aziendale al contratto nazionale di lavoro. A questo associamo un integrativo aziendale. Abbiamo inserito il welfare aziendale, l’assicurazione sanitaria per tutti i dipendenti di terra che prima non l’avevano, e un aumento del premio per il personale navigante. Abbiamo firmato un nuovo protocollo di relazioni industriali e un regolamento del premio
di risultato.
Cosa cambia con questi accordi?
Va dato atto al sindacato che questi mesi di duro confronto gli hanno fatto riconoscere Ita come start up, la competitività del costo del lavoro la rende funzionale per un’alleanza. Il sindacato riconosce che il premio di risultato fa parte della retribuzione variabile, vale il 15% del totale. Su questi valori fondamentali ci siamo trovati d’accordo. Il premio di risultato
si basa su due criteri, la redditività economica dell’azienda
misurata con l’Ebitdar e la soddisfazione del cliente.
Cosa cambia per i lavoratori?
Il 2022 resta quello prescritto dal regolamento aziendale. Ma il premio di risultato è suddiviso in due semestri. Al 30 giugno 2022 se ci sono le condizioni maturerà il primo premio di risultato per i dipendenti. E nessuno glielo toglierà se il risultato al 31 dicembre non dovesse far scattare il premio. Nel 2023 ci sarà un miglioramento della base contrattuale.
Di quanto miglioreranno le retribuzioni nel 2023?
Vi sarà un progressivo riallineamento degli elementi retributivi, che parte da un incremento del 3 % per i piloti e dell’1% per gli assistenti di volo.
Nel dare la veste di contratto nazionale al regolamento intendete farlo valere come «contratto collettivo nazionale del settore» e farlo applicare anche alle low cost in Italia, come prevede l’articolo 203 del decreto rilancio del 2020?
È il nostro auspicio e anche dei sindacati, anche allo scopo di cominciare a riallineare situazioni non corrette di competitività. Il prossimo passo sarà l’esame
degli incentivi di enti locali e aeroporti alle low cost.
I sindacati chiedono assunzioni nel 2022.
Il piano resta condizionato all’andamento del mercato. Se resta coerente con il nostro business plan prevediamo di inserire almeno altre 1.000 persone. Prevalentemente naviganti.
Li prenderete dai cassintegrati di Alitalia?
Potenzialmente il bacino di elezione resta quello di Alitalia. Ma non è escluso il ricorso a professionalità anche dall’esterno.
Secondo voci Ita è decollata il 15 ottobre con meno dei 2.800 dipendenti previsti dal business plan. È vero?
Assolutamente sì. Con lo scarso traffico come facevamo? Al 15 ottobre eravamo 1.951.
Adessoabbiamo raggiunto l’obiettivo che ci eravamo prefissato all’inizio delle attività operative, siamo 2.141.
Secondo voci gli aerei operativi che Alitalia vi ha trasferito sarebbero meno dei 52 dichiarati, solo 27.
Gli aerei passati sono 52. Solo che una parte aveva bisogno di manutenzione che stiamo facendo noi, Alitalia non l’aveva fatta in ragione della sua situazione economica.
Quanti sono gli aerei in manutenzione?
Ad oggi solo 7.
I costi li addebiterete ad Alitalia?
No. Fanno parte del prezzo di 1 euro che abbiamo pagato per tutto l’insieme.
Quando entreranno i mille da assumere nel 2022?
Coerentemente con l’andamento macro-economico e specifico del trasporto aereo mondiale, una prima tranche importante rientrerà il 30 aprile. Inoltre riprendiamo a fare i corsi per la formazione di comandanti che Alitalia non faceva da oltre 10 anni.
Ci sono comandanti in Cigs in Alitalia. Perché non li prendete?
Come detto guida l’operatività dei voli, ma purtroppo, anche se può sembrare offensivo, ci sono comandanti e piloti che alla nostra chiamata di assunzione preferiscono restare in cassa integrazione.
Avete assunto piloti da compagnie diverse da Alitalia?
Sì, provengono sia da compagnie italiane sia straniere
Anche da Ryanair?
No, guidano aerei Boeing 737 e noi abbiamo Airbus.
E forse in Ryanair guadagnano di più?
Non è vero.
Avete firmato l’ordine di acquisto di 28 nuovi Airbus. Il contratto per il leasing dei 31 Airbus con Alc quando verrà firmato?
Il contratto con Airbus lo abbiamo firmato la settimana scorsa. Anche il contratto di leasing è già stato firmato.
Ci saranno ulteriori 25 Airbus in leasing da altri lessor, in totale 84 nuovi aerei?
Corretto.
I primi aerei nuovi entreranno in flotta a marzo 2022?
Sì a marzo, saranno A320neo. I primi A350 probabilmente
a metà maggio.
L’operativo come va?
Bene. Sia come puntualità sia come regolarità. Per tre settimane siamo stati la compagnia migliore in Europa per questi parametri.
Quanti passeggeri avete trasportato finora?
Circa 700mila. A Natale dovremmo arrivare a un milione.
Quanti ne prevedete nel 2022?
Oltre 13 milioni, anche se lo scenario sta cambiando per le recenti evoluzioni della pandemia.
Che tempi per l’alleanza?
La vedo in tempi rapidi. Vedo
più i primi sei mesi del 2022, che
il 31 dicembre.
Ci sono due strade, Air France-Klm o Lufthansa?
Invito tutti quanti a non fossilizzarsi solo sul doppio binario.
Il partner americano di queste compagnie, Delta o United, sarà agganciato a quello europeo?
Non è detto. L’approccio delle compagnie americane nel periodo post-Covid non è come quello precedente. È possibile che siano interessati indipendentemente dall’attuale partner europeo
di riferimento.
Il partner appena si fa l’accordo diventerà socio di Ita?
Sì, potrà avere una posizione
nel capitale.
Maggioranza o forte minoranza?
È troppo presto per parlare di quote azionarie.
Il cambio di nome e della livrea da Alitalia a Ita l’ha deciso in autonomia o è stato autorizzato dal presidente del Consiglio Draghi?
È una decisione totalmente di Ita, ma ho avuto il piacere di informarlo in anteprima. Draghi ha apprezzato. Anche al presidente Mattarella è piaciuta.
Il budget 2022 cosa prevede?
Sarà coerente con l’evoluzione dello scenario di mercato.
Conferma le indicazioni del piano industriale?
Il piano è di sei mesi fa. Un tempo che in un questo contesto è un’eternità. Confermiamo l’obiettivo di pareggio operativo entro il secondo trimestre 2023.