il Fatto Quotidiani, 2 dicembre 2021
I De Luca sono tutti prof: dopo Piero anche Roberto
Il sequel del film “Mio figlio professore” a casa del governatore della Campania, Vincenzo De Luca, potrebbe essere intitolato “I miei figli professori”. Dopo Piero, lo è diventato anche Roberto. L’ex assessore al Bilancio della prima giunta salernitana di Vincenzo Napoli, ha vinto un concorso da ricercatore dell’Università di Salerno (che ha sede a Fisciano), dipartimento di Scienze aziendali. L’incarico è di tre anni, rinnovabile fino a cinque. I concorrenti erano due. Uno si è ritirato. Trafila non molto diversa da quella di Piero. L’anno scorso, il deputato e vicepresidente del gruppo dem ha vinto un concorso interno per una cattedra di professore associato di Diritto dell’Unione europea all’Università di Cassino. Era l’unico in lizza.
Roberto era già docente a contratto da alcuni mesi in Unisa, nella stessa area didattica in cui presterà servizio da ricercatore. La “promozione” è stata sancita da un decreto del rettore di Unisa, Vincenzo Loia. Arrivato al termine di una selezione dai tempi rapidi. La commissione giudicatrice è nominata l’8 novembre: ne fanno parte i professori Vittorio Antonelli (che assumerà l’incarico di presidente), Paolo Tartaglia Polcini e Luca Del Bene. Si insedia il 12 novembre su una piattaforma online. Fissa la conclusione dei lavori entro il 24 novembre. E il 18 novembre, in via telematica, studia la documentazione del concorso presentata dai candidati sulla piattaforma.
Come si legge dal verbale dei lavori, “dopo aver verificato la corrispondenza delle pubblicazioni scientifiche all’elenco delle stesse allegato alle domande di partecipazione la Commissione ha preso in esame le pubblicazioni redatte in collaborazione con altri coautori, al fine di valutare l’apporto di ciascun candidato, ammettendo alla valutazione solo quelle pubblicazioni ove il contributo del candidato è enucleabile e distinguibile. La Commissione ha altresì preso atto dell’avvenuta pubblicizzazione dei criteri”. Del perché poi il 23 novembre, alla nuova riunione della commissione d’esame, dei due concorrenti se ne presenti soltanto uno, in relazione non c’è traccia. Se ne prende soltanto atto. E così Roberto De Luca vince. L’unico comparso. Dell’altro non viene nemmeno riportato il nome.
“Per l’unico candidato presente – si legge nel rapporto di quattro pagine – sono stati predisposti: un prospetto nel quale sono riportati i punteggi attribuiti collegialmente dalla commissione ai titoli presentati; un prospetto nel quale sono stati riportati i punteggi attribuiti collegialmente a ciascuna pubblicazione”. E dunque, “tenuto conto della somma dei punteggi attribuiti alle pubblicazioni presentate, ha proceduto collegialmente all’espressione di un giudizio in relazione alla quantità e alla qualità delle pubblicazioni, valutando inoltre la produttività complessiva del candidato anche in relazione al periodo di attività”.
Roberto De Luca ottiene 47,12 punti. Vittoria. La commissione ha così “proposto per la chiamata il dott. Roberto De Luca, in qualità di ricercatore a tempo determinato (…) per il settore concorsuale 13/B1 “Economia aziendale” – settore scientifico disciplinare SECS-P07 “Economia aziendale”, presso il Dipartimento di Scienze Aziendali – Management & Innovation Systems dell’Università degli Studi di Salerno”.
Tutto è bene quel che finisce bene per il giovane commercialista, che passò il suo brutto quarto d’ora quando finì nelle maglie di una inchiesta della Procura di Napoli su episodi di corruzione intorno agli appalti dei rifiuti e della depurazione. Le telecamere nascoste di Fanpage lo ripresero mentre apriva la porta del suo studio a un faccendiere ex pentito spacciatosi per un imprenditore capace di risolvere il problema dello smaltimento delle ecoballe in Campania. Costui poi provò a proporre una tangente alla persona che aveva organizzato l’incontro. Le indagini, iniziate nel gennaio 2018, hanno appurato che De Luca jr. era totalmente ignaro di ciò che accadde alle sue spalle. E sulla sua archiviazione, arrivata in tempi molto più lunghi del concorso universitario appena vinto, e sulla sua esperienza (si dimise da assessore per il clamore dell’inchiesta) ha scritto un libro, L’Uragano. Lo ha presentato al “Salerno Letteratura”.
Salerno. Già. Se Piero è arrivato a Roma e a Cassino, Roberto deve accontentarsi di Salerno: la sua carriera politica e professionale per ora non decolla fuori da qui.