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 2021  dicembre 02 Giovedì calendario

L’Ue limita i diritti dei richiedenti asilo

Polonia, Lettonia e Lituania saranno autorizzate a trattenere i migranti alla frontiera fino a un massimo di 16 settimane per esaminare le loro domande d’asilo, senza consentire l’ingresso sul proprio territorio. Inoltre potranno applicare procedure semplificate e più rapide per rimpatriare chi non ha diritto alla protezione internazionale. La Commissione europea resta contraria al finanziamento dei muri ai confini esterni dell’Ue, ma nei fatti fa da scudo ai tre Paesi che si rifiutano di accogliere i rifugiati in arrivo dalla Bielorussia, quasi tutti partiti dal Medio Oriente, molti dall’Afghanistan. Ai tre Stati confinanti con la Bielorussia sarà concesso di estendere a 4 settimane il periodo durante il quale è possibile registrare le domande d’asilo, che di norma sarebbe di 3-10 giorni. Inoltre permetterà loro di prolungare i tempi per la cosiddetta “procedura di frontiera”, quella che consente di tenere il richiedente asilo di fatto fuori dai confini nazionali o in centri chiusi durante l’esame delle domande: potrà estendersi fino a 16 settimane e questo vuol dire che i migranti rischiano di passare l’intero inverno nelle foreste al confine. Bruxelles chiede solo di concedere qualche deroga a chi ha problemi di salute e invita i tre Stati Ue garantire “un’accoglienza che soddisfi le condizioni di base”. “Questa proposta approva implicitamente i respingimenti alle frontiere con la Bielorussia, che sono già praticati dagli Stati membri da alcuni mesi” attaccano gli eurodeputati dei Verdi. Critici anche i socialiti. Per la Commissione, però, ora la priorità non è tanto fornire accoglienza ai rifugiati, ma ridurre “la pressione” sui tre Stati di confine. In seguito alla minaccia di sanzioni alle compagnie aeree, la commissaria Ue agli Affari Interni, Ylva Johansson, ha assicurato che i flussi verso Minsk si sono fermati e ora “la situazione si sta calmando”. Sono già stati effettuati 1.750 rimpatri verso l’Iraq e altri seguiranno. “I numeri sono contenuti – ha aggiunto -, non è una crisi migratoria”. Intanto la Polonia ha annunciato che consentirà l’acceso ai media, ma solo in gruppo e accompagnati dalla polizia di frontiera. —