ItaliaOggi, 1 dicembre 2021
Periscopio
Oggi si vince al centro. Come hanno fatto Scholz in Germania, Biden negli Usa e Macron in Francia. Ma se Letta si farà prendere dalla ubriacatura grillina invece di capire che il successo è al centro, qualcuno occuperà quello spazio, e non con una somma di sigle, quella è roba del passato che mi fa venire l’orticaria. Matteo Renzi, alla Leopolda.
L’ex «avvocato del popolo» Conte ha difeso la sua prerogativa, in quanto capo del M5S, di scegliere almeno uno dei direttori Rai. Sia perché è una implicita ammissione di sconfitta («specialista di penultimatum», l’ha definito Grillo); sia perché stride con la benemerita tradizione anti-lottizzatoria del Movimento. Antonio Polito. Corsera.
Ipotizzare grandi manovre e cioè un’operazione politica per eleggere un presidente della Repubblica spaccando in modo traumatico la maggioranza di governo significa andare incontro a un immediato scioglimento delle Camere che è la prospettiva più temuta dalla stragrande platea degli elettori presidenziali. Ugo Finetti. il Sussidiario.net.
Le costanti polemiche tra il leader di Iv, Renzi, e Conte stanno generando gravi tensioni nel fronte giallorosso. Se è vero che i grillini hanno dichiarato guerra a Renzi, è pur vero che una parte del Pd non lo disprezza del tutto. In questo senso, l’ex premier è un fattore divisivo che impedisce a Letta di consolidare efficacemente il campo largo per isolare le destre sovraniste. Peraltro, se il senatore di Scandicci dovesse riuscire a strutturare una forza di centro indipendente, magari aggregando gli scontenti di Forza Italia, Più Europa e i calendiani, verrebbe meno lo schema bipolare auspicato da Letta. Salterebbe infatti la terza gamba liberale e di centro indicata da Bettini come componente cruciale per stabilizzare il campo largo composto da M5s, Pd e partitini di sinistra-sinistra. Martino Loiacono. ItaliaOggi.
Ciò vale per la sinistra come per la destra. È altrettanto sbagliato voler chiudere i centri sociali, come a volte chiedono Salvini e Meloni. Compito della politica è ricomprendere le ali estreme, non di buttarle in galera. Non si deve chiudere niente! Che democrazia è quella che accetta di vedere sparire i centri sociali o anarchici o neofascisti? E poi è irresponsabile: il rischio è che esploda una guerra civili. Pigi Battista, scrittore (Luigi Mascheroni), il Giornale.
Oggi si può immaginare una situazione in cui la destra vince la maggioranza dei collegi del Nord, e la sinistra quelli delle regioni rosse. L’esito, in termini di maggioranza assoluta per l’uno o per l’altro, dipenderebbe dai collegi del Sud. Ma come ho detto l’esito potrebbe non essere decisivo, cioè produrre una maggioranza assoluta. E se nessuna coalizione ottiene la maggioranza assoluta il centro diventa determinante. Roberto D’Alimonte politologo della Luiss Guido Carli di Roma (Alessandra Ricciardi). ItaliaOggi.
Un docente di farmacologia dell’Università di Padova consigliava: «Curateli in fretta, altrimenti guariscono da soli». Sono d’accordo. Infatti solo il 10 per cento di coloro che visito finisce sotto i ferri. Giampietro Pinna, neurochirurgo azienda ospedaliera universitaria di Verona (Stefano Lorenzetto). l’Arena.
Arthur Koestler era uno che nella vita è stato comunista, poi fiero anticomunista; sionista e poi a suo modo antisemita; vagabondo e apolide; capace di scrivere e parlare quattro lingue, di attraversare due guerre, finire al muro per essere fucilato, sopravvivere e arruolarsi nella Legione straniera, fare la fame e poi diventare uno scrittore da milioni di copie con quel dolente “Buio a mezzogiorno”, uno dei grandi romanzi del ventesimo secolo. Fino a scoprirsi monumento vivente di se stesso e decidere di disintegrare quella statua ormai insultata dal tempo e dalla vita, facendo ancora una volta una scelta di libertà, l’ultima della sua vita da ex. Maurizio Pilotti. Libertà.
Direi che l’improvvisa corsa verso la terza dose è una sorta di effetto Kabul. Quando gli americani hanno detto che avrebbero lasciato l’Afghanistan nessuno ha battuto ciglio. Quando hanno visto che salivano sugli elicotteri c’è stato l’assalto all’aeroporto. Succede sempre così: fin quando non tocchi con mano che accade qualcosa di serio, aspetti e speri. Poi ti muovi e inizia la corsa. Guido Bertolaso (Stefano Landi), Corsera.
Cina e India a Glasgow, con un semplice cambio di avverbi hanno negato ogni restrizione sul carbone combustibile. Il phase out è stato sostituito dal generico, futuribile, disimpegnato phase down. Dunque continueranno ad avvelenarci con la scusa che sono Paesi in via di sviluppo. Non aveva ragione Trump quando affermava che senza Cina e India ogni patto climatico sarebbe stato inutile? Cesare De Carlo. QN.
«Noi non togliamo la libertà a chi la salsiccia la vuole ogni giorno» spiega la tedesca Frau Jana Rückert-John, professoressa per la sociologia della nutrizione a Fulda «la potrà mangiare altrove», sostiene . Ovvio, ma gli operai non possono uscire in cerca di un chiosco per strada durante la pausa in fabbrica. Roberto Giardina. ItaliaOggi.
Sono molti e rilevanti gli artisti e gli scrittori di ieri e di oggi che a Napoli hanno lasciato il cuore nonostante i lazzaroni, la sporcizia e la miseria. «Napoli è il fiore del paradiso», scrive il grande Alexandre Dumas. «È la più bella città dell’universo», afferma De Musset. E Johann Wolfgang Goethe, che la visitò nel 1787 : «Il golfo, il Vesuvio, la città, le vicine campagne: io scuso tutti coloro cui la vista di Napoli fa perdere il senno». Giovanni Serafini. QN.
Nel maggio del 1976 Tognoli diventa sindaco di Milano. È il primo cittadino di una città dove il Sessantotto ha fatto di tutto e di più nel peggio e ha partorito persino il brigatismo, tanto che in quel periodo a Milano non si riesce neppure a uscire di sera. In pieno periodo terrorista, nel dicembre 1979, Tognoli organizza un convegno al Circolo Rodolfo Mondolfo, con la collaborazione di Critica sociale, dedicato al dialogo tra la cultura socialista e quella liberale, che al tempo si definì «lib-lab». Di quel convegno si possono ricordare i partecipanti. Tra gli altri Ralf Darhendorf, Norberto Bobbio, Leo Valiani, Francesco Forte, Giovanni Spadolini, Enzo Bettiza, Guido Calogero, Aldo Garosci. Si può dire che fosse un raduno piuttosto diverso dal folklore degli «Stati generali» riuniti due anni fa dal noto primo ministro pentastellato Giuseppe Conte? Il problema è che non sono cambiati solo i tempi, ma soprattutto i protagonisti di una politica ormai inesistente. Gianluigi Da Rold. Studi Cattolici.
Mai farsi conoscere troppo da chi ti ammira. Roberto Gervaso.