Corriere della Sera, 29 novembre 2021
Ma Freud e Bacon erano amanti?
Amici, complici, compagni di sbronze al Gargoyle Club di Soho, uniti dal talento senza limiti e da mutua ammirazione che pareva infinita ma finì, e anche male, dopo un quarto di secolo, per motivi mai chiariti che ancora adesso fanno discutere gli storici dell’arte.
Amici, complici. Amanti? L’amicizia tra Lucian Freud e Francis Bacon è una delle grandi storie dell’arte del Novecento che adesso assume, forse, un connotato in più. Che Freud, in gioventù, avesse avuto esperienze omosessuali quando era marinaio della Marina mercantile è considerato un dato di fatto dai biografi più documentati come per esempio William Feaver, autore di un testo di riferimento sulla gioventù dell’artista. L’amicizia con Bacon, di dieci anni più grande, è altrettanto documentata – fu Graham Sutherland a allertare nel 1945 il giovane Lucian, segnalandogli «il più grande pittore inglese, un incrocio tra Vuillard e Picasso» – Bacon per l’appunto.
Sono invece nuove le rivelazioni dell’Observer di ieri, che spiega come quasi 25 anni fa un collezionista d’arte svizzero comprò all’asta un nudo maschile a figura intera attribuito a Lucian Freud e disse di aver poi ricevuto una telefonata dall’artista britannico in persona che gli chiedeva di acquistarlo. Il collezionista rifiutò, e disse di aver poi ricevuto – tre giorni dopo – un’altra telefonata da un Freud furibondo che lo avrebbe minacciato: se non gli avesse venduto il quadro, avrebbe negato di averlo dipinto. Il collezionista – anonimo – ha detto all’Observer che Freud l’avrebbe prima blandito: «Ti darò più di quanto hai pagato, te lo pagherò il doppio». Ma «rifiutai, e diventò molto aggressivo, e volgare». Freud (morto nel 2011) si rifiutò quindi di autenticare Standing Male Nude, olio incompiuto su tela che misura 43 cm per 65 cm, che fino a oggi è rimasto di attribuzione incerta e quindi non è di fatto vendibile sul mercato.
Ora però tre studi indipendenti hanno concluso che è molto probabile che il nudo maschile sia stato dipinto dal maestro, e che sia addirittura un suo autoritratto. Il collezionista ha ingaggiato un detective privato, Thierry Navarro. Navarro ha scoperto che il dipinto rimase per anni in un appartamento di Ginevra usato segretamente da Bacon e da altri amici gay, e che Freud sarebbe stato tra i suoi visitatori (l’omosessualità era legale in Svizzera già dal 1942, al contrario di quel che succedeva nel Regno Unito).
Secondo Navarro «c’è un testimone ancora vivente a Ginevra, nella comunità gay, che ha riconosciuto il dipinto. Questo testimone sapeva della relazione tra Freud e Bacon. Ha fornito molti dettagli. Ha detto che Bacon chiese a Freud di dipingere questo quadro per lui, e che Bacon teneva questo dipinto esposto all’ingresso dell’appartamento».
Perché Freud avrebbe voluto togliere dalla circolazione il quadro? Nel 1993, settantenne, realizzò quello che per i critici è il suo più grande autoritratto, Painter Working, Reflection, nel quale appare nudo a figura intera, con in mano pennello e tavolozza. Il quadro di Ginevra è, paragonato a questo, di assoluta modestia quindi non può trattarsi di questo. Freud voleva cancellare la «prova» delle sue presunte frequentazioni gay ginevrine? Forse. Il collezionista, a supporto di questa tesi, porta anche uno studio scientifico: la dottoressa Carina Popovici, co-fondatrice di Art Recognition, azienda svizzera con sede vicino a Zurigo, usa l’intelligenza artificiale per attribuire quadri agli artisti. «La nostra intelligenza artificiale ha classificato parti del dipinto come opera di Freud con un punteggio molto alto, un risultato positivo fino al 95%. Questo potrebbe implicare che la superficie rimanente sia stata dipinta da qualcun altro». Da Bacon? Un’opera realizzata dai due maestri, seppure incompiuta, avrebbe un enorme valore, certamente più alto dell’attuale che è pari a 0.
Dagli eredi di Freud, per adesso, nessuna reazione.
Quando i due ruppero l’amicizia – c’è un nastro degli anni Ottanta nel quale Bacon, decisamente cattivello e forse alterato, definisce le recenti opere di Lucian «agghiaccianti» – intorno al 1970 Bacon aveva appena realizzato un trittico che ritrae l’amico: trittico che nel 2013 fu venduto all’asta per 142 milioni di dollari dopo una gara al rialzo tra sette collezionisti anonimi rimasta leggendaria, cifra che allora stabilì un record assoluto (battendo L’urlo di Munch). Lucian e Francis, uniti anche dopo la morte, come succede solo agli immortali.