la Repubblica, 29 novembre 2021
Intervista a Angelique Coetzee, che ha scoperto la variante Omicrom
A incuriosirla sono stati i diversi effetti del virus nei pazienti: “Ho voluto indagare”
«Da circa otto settimane non avevamo pazienti Covid. A metà novembre è arrivato un uomo di 33 anni. Presentava dei sintomi lievi ma diversi da tutti quelli che avevo visto fino ad allora. Ho deciso di fare il test perché comunque ci trovavamo davanti a un’infezione virale. Al quarto membro della sua famiglia risultato positivo, con gli stessi sintomi leggeri, mi si è accesa una lampadina».
Il 18 novembre la dottoressa sudafricana Angelique Coetzee scopre e isola la variante Omicron che fa tremare il mondo e chiude l’Africa australe al resto del pianeta. Presidente dell’Associazione dei medici del Sudafrica e membro della task force sanitaria governativa, Coetzee ci racconta da Pretoria questi ultimi dieci giorni che le hanno rivoluzionato la vita mettendola al centro dell’attenzione internazionale.
Che cosa l’ha spinta ad approfondire?
«È come se si fosse acceso un interruttore. Erano sintomi mai visti prima. Quando anche il quarto famigliare del mio primo paziente è risultato positivo, mi sono detta, qui c’è qualcosa che non va. Ho mandato un messaggio ai miei colleghi della task force, scrivendo: “Ehi, qui sta succedendo qualcosa. Non è la variante Delta. È diverso”».
Cosa è successo dopo?
«I nostri scienziati hanno subito fatto le ricerche delle sequenze virali. Lunedì 22 novembre è arrivata la conferma: questa è una nuova variante».
Ci parli meglio dei sintomi
«Stanchezza, mal di testa, prurito in gola, leggero raffreddore. Non coincidevano con quelli della Delta che avevamo visto fino a dieci settimane prima. Abbiamo deciso di testarli perché erano simili a quelli di un’infezione virale. Finora nessun paziente affetto da Omicron è stato ricoverato. Non abbiamo mai riscontrato effetti gravi. La cosa interessante è che i pazienti con forti dolori alla gola sono poi risultati tutti negativi».
C’è stato qualche caso più particolare di altri?
«Una bimba di sei anni. Aveva la febbre e la tachicardia. Mi sono domandata se fosse il caso di ricoverarla. Due giorni dopo, quando l’ho rivisitata, non ce n’è stato più bisogno perché stava benissimo».
Cosa implica la presenza dell’ampio numero di mutazioni riscontrata in Omicron che l’Organizzazione mondiale della sanità definisce “preoccupanti”?
«È proprio quello che i nostri scienziati stanno cercando di capire. Ora non lo sappiamo.
Nessuno lo sa. Entro le prossime due settimane probabilmente avremo delle risposte».
I casi Omicron di cui lei si è occupata sono vaccinati?
«Il vaccino lo ha ricevuto meno della metà di quelli esaminati.
Ma i sintomi sono molto lievi e sono uguali per entrambi, vaccinati e non».
Come stanno i pazienti ora?
«Stanno molto bene, e a breve li ritesteremo. Nessuno ha presentato problemi degni di nota. E consideri che siamo arrivati al dosicesimo giorno dalla scoperta. Si sono ripresi tutti velocemente, in due-cinque giorni».
Che grado di contagiosità avete rilevato?
«Si sono contagiati solo i membri della famiglia del paziente zero.
Gli altri contatti dei casi positivi sono tutti negativi. Potremmo dire che il grado di contagiosità è più o meno simile a quello della variante Delta. Non di più e non troppo severo».
Il presidente del Sudafrica Cyril Ramaphosa si è detto «profondamente deluso» dalla decisione «discriminatoria» presa da diversi governi di vietare i viaggi dall’Africa meridionale. Alla luce di quanto ha osservato, come valuta la reazione internazionale e le misure intraprese per evitare l’entrata della nuova variante?
«Esagerata. Sono d’accordo con Ramaphosa. Sicuramente vedremo altri casi con questa variante, ma non sono davvero malati. Avrei capito la chiusura e la paura se avessimo assistito all’esplosione di effetti gravi. Ma non li abbiamo visti. Nessuno di loro è stato mai ricoverato».
Com’è la situazione a Gauteng, l’epicentro di Omicron?
«Tranquilla. Ieri sono risultati positivi 2.264 pazienti su 10 mila persone testate».
In attesa dei risultati su questa nuova variante, cosa si sente di consigliare?
«Non dovete farvi prendere dal panico. Se avvertite questo tipo di sintomi, come quelli descritti, per più di due giorni, fate il test.
Vaccinatevi, indossate la mascherina e non state in posti affollati».