Da www.open.online, 28 novembre 2021
IL CLAN NON HA PERSO IL TRENO – I FRATELLI MOCCIA DA ANNI SAREBBERO RIUSCITI A CONDIZIONARE ALCUNI APPALTI PUBBLICI. E ORA CHE I CAPI SONO TORNATI LIBERI, LA FAMIGLIA CAMORRISTA PROVA A RIBUTTARSI SUGLI AFFARI FERROVIARI, GRAZIE A UNA RETE DI AZIENDE INTESTATE A PRESTANOME – L’INCHIESTA DI FRANCESCA FAGNANI PER “L’ESPRESSO”: ESISTE UNA LISTA DI AMICI IMPRENDITORI DEI MOCCIA CHE SI SONO AGGIUDICATI UN APPALTO DI RFI… -
Da anni i fratelli Moccia sarebbero riusciti a condizionare gli appalti pubblici. E ora con i capi tornati liberi, il clan camorrista si è rituffato sugli affari ferroviari grazie a una rete di aziende intestate a prestanome, personaggi considerati molto vicini alla famiglia mafiosa.
In un’inchiesta pubblicata su L’Espresso, la giornalista Francesca Fagnani ha raccontato le nuove mosse del clan originario di Afragola radicato nella camorra. Nel gruppo, i fratelli si alternano alla guida delle operazioni criminali a seconda di chi è in libertà.
Luigi, detto Gigino, è stato al 41 bis per mafia fino allo scorso luglio e anche Teresa è ora in libertà con l’obbligo di firma. Suo marito Filippo Iazzetta e l’altro fratello Antonio (da dieci anni a processo, da unico imputato, per camorra) sono stati arrestati ad aprile.
L’organizzazione mafiosa opera, oltre ad Afragola, a Casoria, Arzano, Caivano, Cardito, Crispano, Frattamaggiore, Frattaminore, tutti i comuni della cinta nord di Napoli e a Roma. Nella Capitale, dove Luigi e Antonio hanno spesso vissuto, hanno un giro di locali e ristoranti destinati al riciclaggio, scrive l’Espresso, e portati avanti anche in questo caso grazie a una rete di prestanome.
Tra le inchieste in cui sono coinvolti c’è la Petrol-mafie Spa, una serie di frodi fiscali nel commercio del gasolio che, scoperte, hanno portato a un maxi-blitz con 71 misure cautelari e al sequestro di quasi 1 miliardo di euro.
Le inchieste sul mondo ferroviario L’inchiesta giornalistica mette in fila una serie di collegamenti tra il clan camorristico e la Rete ferroviaria italiana (Rfi).
Esiste una lista di amici imprenditori dei Moccia «che si sono aggiudicati un appalto pubblico da Rfi» e che sono considerati dei prestanome. Manlio Esposito, ad esempio, proprietario della Kam Costruzioni, che ha ricevuto un appalto da Rfi da 13 milioni.
Ma anche la ditta Railway Enterprice srl, intestata a Concetta Credentino, moglie di Giuseppe De Luca (condannato in passato per mafia e cognato di Angelo Moccia), e ai figli Antonio e Leonardo De Luca. E poi la Edil-Fer srl, di proprietà dei figli di Enrico Petrillo, anche lui da tempo nella rete dei Moccia.