la Repubblica, 27 novembre 2021
Uno studente su 5 fuma cannabis e prende pasticche
Cannabis, cocaina, nuove sostanze psicoattive. Dipendenze di oggi, dipendenze di ieri. Prezzi stracciati e consumi alle stelle. Trecento morti di eroina l’anno e decine di altri decessi a causa di sostanze sconosciute per le quali non c’è antidoto. Ma, soprattutto: marijuana. Ovunque, dappertutto. In particolare nelle abitudini dei più giovani, di fatto depenalizzata nelle loro vite, “normalizzata” come dicono gli esperti, sostanza ben presente comunque anche tra gli adulti. Nell’Italia che per la prima volta si riunisce a Genova per parlare di droghe, a 12 anni dall’ultima conferenza nazionale, il panorama degli usi e dei consumi racconta un mondo dove tutti fumano cannabis, si entra in comunità per dipendenza da cocaina ed eroina (mai per marijuana o hashish) i pronto soccorso denunciano un aumento preoccupante di giovanissimi in preda a deliri psichiatrici frutto di droghe chimiche mai catalogate. Se guardiamo però i dati della Relazione al Parlamento sulle Tossicodipendente elaborata dal Cnr, quello che è evidente in modo assoluto è il consumo di “droghe leggere”, definizione resa desueta dalla legge Fini- Giovanardi del 2006 che abolì la distinzione e introdusse sanzioni amministrative anche per il consumo.
Nella popolazione giovanile il 25% degli studenti tra i 15 e i 19 anni ha ammesso di consumare cannabis, seguita dalle Nuove sostanze psicoattive, il cui utilizzo crolla però al 4,1%, quindi dai cannabinoidi sintetici (2,0%), gli stimolanti (1,9%) gli allucinogeni (1,5%), la cocaina (1,5%), gli oppiacei (1,5%). E dunque appare assai singolare che alla Conferenza nazionale inaugurata stamattina al Palazzo Ducale di Genova, in un’atmosfera sicuramente molto diversa da quella di 12 anni fa, organizzata, allora, dal sottosegretario alla Presidenza del consiglio Carlo Giovanardi (Fi), e dove la parola d’ordine era “repressione”, il tema della legalizzazione della cannabis sia stato escluso dai tavoli di confronto. Una scelta politica e diplomatica, ma ha detto don Luigi Ciotti, di “Libera”, «il dibattito sulla legalizzazione è il grande assente della conferenza».
In questo scenario, qual è la realtà dei consumi di droga in Italia? Riccardo De Facci, presidente del Coordinamento nazionale delle comunità di accoglienza, spiega che anche in questo «settore di mercato» la pandemia ha lasciato il segno. «Con il lockdown abbiamo visto il crollo degli acquisti in strada, ma sul fronte sequestri c’è stato un aumento del 7,4%. In particolare di cocaina (13 quintali, più 62% rispetto all’anno precedente) e di Nps (il 200% in più). Questo vuol dire che il mercato si è riorganizzato, utilizzando sempre di più i canali del delivery, ossia la consegna a domicilio e del dark web». E se per la cannabis, dice De Facci, assistiamo oramai a «un consumo direi quasi normalizzato, i ragazzi non la considerano neanche una droga, raramente diventa un’abitudine problematica, quello che oggi ci preoccupa sono le nuove sostanze, insieme ai prezzi stracciati di cocaina e poi eroina».
Per questo, proprio perché la cannabis è stata normalizzata nei consumi e solo in alcuni casi, spiega De Facci «diventa la via d’accesso ad altre sostanze», «è fondamentale rivedere le sanzioni ancora oggi connesse al suo utilizzo». Dietro la sigla Nps si celano invece quell’infinità di droghe sintetiche che “mimano” in laboratorio le droghe tradizionali (cocaina, eroina, cannabis) con effetti e dannosità moltiplicati a mille. «Il narcotraffico muta costantemente le molecole con cui queste droghe vengono prodotte, in modo che non possano essere inserite nelle tabelle degli stupefacenti e sequestrate. Vengono vendute a prezzi stracciati, pochi euro a pasticca, come del resto le mini dosi di cocaina a 10 euro. Non sapendo però cosa c’è dentro, a volte i medici non sanno come salvare i ragazzi». Ecco perché oltre ai 300 morti di eroina, luttuoso bilancio annuale delle overdosi, il sospetto è che oggi le morti droga-correlate siano molte di più.