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 2021  novembre 27 Sabato calendario

La donna con l’amante nel video di Gigi D’Alessio

Una signora beneventana a passeggio di notte in una strada di Napoli, mano nella mano con un uomo che non è suo marito. Un notissimo cantante che in quella stessa strada sta registrando un videoclip destinato a essere diffuso attraverso un dvd allegato a un settimanale a larghissima diffusione. La passeggiata della signora beneventana con l’uomo che non è suo marito e l’obiettivo della telecamera che inquadra il notissimo cantante si incrociano. Per un attimo lei guarda anche in direzione della lucina rossa, poi prosegue. È roba di pochi secondi, ma quella che ne seguirà sarà una vertenza legale che durerà circa 16 anni, rimbalzerà tra Benevento, Napoli e Roma e giungerà a conclusione con un’ordinanza della prima sezione civile della Cassazione che tra la signora beneventana e il colosso Sony ha dato ragione alla prima e condannato la multinazionale giapponese al pagamento di settemila euro di spese processuali da liquidare alla controparte. 
A ricorrere alla Suprema Corte era stata proprio la Sony, dopo una sentenza sfavorevole emessa dalla Corte d’Appello di Napoli. In primo grado si era invece pronunciato il Tribunale di Benevento, al quale la signora si era rivolta dopo aver scoperto di essere finita suo malgrado nel videoclip – poi distribuito da Tv Sorrisi e Canzoni — in cui Gigi D’Alessio interpretava il brano Oi nenna nè. La donna riteneva di essere stata danneggiata perché quelle riprese rendevano pubblica la sua relazione extraconiugale e inoltre lamentava che la sua immagine era stata utilizzata senza che le venisse corrisposto alcun compenso. I giudici della sua città le avevano però dato torto, ma il ricorso in appello aveva ribaltato la scena. A Napoli le erano stati riconosciuti i danni patrimoniali (che ora andranno liquidati in separata sede) e veniva anche stabilito il diritto della signora a ottenere un equo compenso per l’involontaria apparizione nel videoclip di Gigi D’Alessio. 
Contro questa sentenza la Sony ha presentato ricorso in Cassazione, allegando una memoria in cinque punti che i giudici hanno in parte respinto e in parte considerato inammissibili, accogliendone soltanto uno. 
A riportare per primo la notizia, ieri, è stato il Sole 24 Ore, ma dalla lettura dell’ordinanza emergono ulteriori dettagli. Gli avvocati della corporation hanno inutilmente provato a sostenere che la inevitabile pubblicità data alla relazione della signora beneventana non le avrebbe creato alcun danno patrimoniale in quanto tra lei e suo marito era già in corso una procedura di separazione consensuale da molto tempo prima della pubblicazione del dvd. 
Ma soprattutto non ha trovato d’accordo i giudici della Cassazione (così come già quelli della Corte d’Appello) la tesi, sostenuta dai legali della Sony, secondo la quale la donna, fissando per un attimo l’obiettivo della telecamera, avrebbe di fatto dimostrato di aver capito di essere stata ripresa e dato con quello sguardo fugace un tacito consenso a prendere parte al video.