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 2021  novembre 27 Sabato calendario

Il caso dei capezzoli di Madonna

Tutti i nostri ieri. Il Novecento che ritorna. Gli anni Ottanta, il mondo analogico di allora che non tornerà più e che guardava esterrefatto sui giornali di carta e le tv a tubo catodico gli scandali made in Madonna, le provocazioni, il nudo e le crisi mistiche, le foto finte porno del libro «Sex», i video sadomaso, in un crescendo rossiniano – o in un descensus averni, a seconda delle proprie idee e della propria sensibilità – di celebrità. 
I nostri ieri ritornano grazie a Madonna, 63 anni, che una volta provocava il Papa e adesso si vede costretta a mettere nel mirino Mark Zuckerberg, padrone di Facebook e di Instagram, perché proprio Instagram ha avuto l’ardire di rimuovere i «selfie» di Madonna, sul letto come ai bei tempi, come ai bei tempi con capezzolo che fa capolino. 
Instagram, per abbracciare un pubblico il più possibile ampio (e i suoi preziosi dati), ha una politica molto rigida sui nudi: vengono rimossi. Anche se i capezzoli appartengono a un’artista musicale da 300 milioni di dischi venduti (quando ancora c’erano i dischi). Resiliente, lei ha rimesso tutto su Instagram con pecette accuratamente posizionate per evitare nuove rimozioni forzate. 
E le ha accompagnate con una lunga didascalia più simile a un editoriale: «È sorprendente: viviamo in una cultura che consente di mostrare ogni centimetro del corpo di una donna, tranne il capezzolo… Il capezzolo che nutre il neonato! Il capezzolo di un uomo non può essere vissuto come erotico ??!! E che dire del sedere di una donna, che non viene mai censurato da nessuna parte. Ringrazio di essere riuscita a mantenere la mia salute mentale attraverso quattro decenni di censura... sessismo... misoginia… discriminazione basata sull’età… Dio benedica l’America». Emoji: bandiera americana, cuore, X rossa (come il suo disco «Madame X», inevitabilmente). Hashtag: #artistsareheretodisturbthepeace cioè «gli artisti esistono per scuotere le coscienze».  
Quanto i capezzoli di Madonna siano in grado di scuotere le coscienze del 2021 (e del miliardo di utenti di Instagram) resta da vedere: il problema ovviamente non è il parziale capezzolo. Il problema è che Beyoncé (40 anni) ha 220 milioni di follower su Instagram che sono sì tantissimi ma le bastano a malapena a entrare nella top 10 dei più seguiti, Lady Gaga (35 anni) 50 milioni, Taylor Swift (31 anni) 187 milioni. 
Resta la lite (unilaterale) con Zuckerberg, Instagram, e Facebook (ora ribattezzato Meta): tanto al netto dell’età e dei follower nessuno è, tuttora, più «meta» di Madonna. Metamusicale, perché è da quasi quarant’anni un fenomeno prima di tutto di costume, studentessa di Warhol che ne ha applicato con fredda efficienza la lezione. 
Metafisica, perfino: perché dimostra con ammirevole dedizione che una volta a 63 anni (dichiarati) avevi la faccia che ti meritavi e adesso hai la faccia che ti puoi permettere, e se qualcuno nei commenti ironizza su Botox, filler e Photoshop lei ha comunque già fatto gol – la miglior autodifesa è l’attacco – avendo premesso che contro di lei c’è «ageism», cioè discriminazione verso gli anziani. 
Madonna parla correntemente il linguaggio identitario di oggi perché quando Lady Gaga non era ancora nata e di pronomi non si parlava lei trivellava già le culture marginali – i proto-rave, le feste danzanti delle drag queen – di downtown New York ricavandone oro. Lei con l’artista Jean-Michel Basquiat (1960-1988) ebbe una vera storia d’amore, Beyoncé può solo apparire davanti a un Basquiat nella pubblicità di Tiffany accanto al marito rapper con i capelli acconciati con i «dread» resi famosi proprio dal Picasso dei bassifondi di Manhattan.