Alessandro Sallusti per “Libero quotidiano", 27 novembre 2021
CHE STRANE COINCIDENZE NEL PROCESSO A CIRO GRILLO – ALESSANDRO SALLUSTI: “QUANDO È SCOPPIATO IL CASO, SIAMO NELL'ESTATE DEL 2019, MINISTRO DELLA GIUSTIZIA ERA IL GRILLINO ALFONSO BONAFEDE” – “PER QUASI DUE ANNI NULLA È SUCCESSO, LA COSA SEMBRAVA FINITA NEL DIMENTICATOIO PER POI TORNARE ALLA RIBALTA NEI PRIMI MESI DI QUEST'ANNO, POCO DOPO L'INSEDIAMENTO DEL NUOVO GOVERNO CHE HA VISTO IL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA CAMBIARE DI MANO E USCIRE DALL'ORBITA CINQUE STELLE…”
Ciro Grillo, figlio ventenne del comico fondatore dei Cinque Stelle, andrà a processo insieme a tre amici con l'accusa di violenza sessuale. Lo ha deciso ieri la giudice del tribunale di Tempio Pausania, nord della Sardegna, dopo aver esaminato le carte della procura che ha indagato sui fatti avvenuti la notte del 16 luglio 2019 nella villa della famiglia Grillo di Cala di Volpe e in particolare su quelli denunciati da una ragazza di 19 anni che ha sostenuto di essere stata violentata a ripetizione da quattro ragazzi, uno dei quali Ciro, conosciuti poco prima in discoteca.
La decisione di andare a processo arriva a due anni e mezzo dai fatti, una eternità se si considera che il presunto reato è immortalato nei video girati quella notte dai ragazzi stessi trovati nei loro telefonini subito sequestrati. Una eternità se paragonata ai sei mesi che fu il tempo trascorso tra l'avviso di garanzia e il rinvio a giudizio nel 2011 di Silvio Berlusconi per il caso Ruby dopo un'indagine ben più complessa e risultata poi totalmente infondata.
Intendo dire che la velocità della giustizia è direttamente proporzionale non alla gravità del fatto ma agli interessi politici che attorno a quel fatto gravitano. L'inchiesta su Grillo junior ne è un esempio. Quando è scoppiato il caso, siamo nell'estate del 2019, ministro della Giustizia era il grillino Alfonso Bonafede.
Per quasi due anni nulla è successo, la cosa sembrava finita nel dimenticatoio per poi tornare alla ribalta nei primi mesi di quest' anno, poco dopo l'insediamento - avvenuto a febbraio - del nuovo governo che ha visto il ministero della Giustizia cambiare di mano e uscire dall'orbita Cinque Stelle. Apriti cielo.
Ad aprile, in un memorabile video, Beppe Grillo sbotta contro la magistratura e mette in dubbio pure la trasparenza della ragazza che sostiene di essere stata vittima del branco. Imbarazzo generale, anche in casa grillina, ma l'inchiesta dà l'impressione di rallentare ancora, fino alla svolta tecnicamente a questo punto inevitabile di ieri. Non tocca a me ovviamente stabilire se Ciro Grillo sia colpevole. Segnalo solo delle coincidenze che sommate ai ritardi diventano indizio di una magistratura ancora una volta così così.