Corriere della Sera, 25 novembre 2021
Scacchi, gli eterni avversari Carlsen-Nepomniachtchi
Chissà se il favorito Magnus Carlsen quando guarderà il rivale Ian Nepomniachtchi rivedrà l’immagine del ragazzino che gli inflisse le prime dolorose sconfitte. Era il 2002, Magnus e Ian avevano 11 anni ed erano dei predestinati della scacchiera. Si erano già sfidati in Spagna per il campionato europeo under 12, aveva vinto il russo Ian sul norvegese che sarebbe diventato il più forte al mondo. Dopo pochi mesi, di nuovo uno contro l’altro nella finale dei Mondiali a Creta, e ancora una volta Magnus ne era uscito sconfitto. «Era devastato dal fatto che Ian l’avesse superato e avesse vinto l’oro» ha ricordato un altro di quei giovanissimi campioni, David Howell, diventato poi anche lui Grande Maestro.
Carlsen e Nepo si affronteranno ancora una volta a partire da domani a Dubai per stabilire chi sarà il nuovo campione del mondo del nobile gioco di re e regine. Hanno una differenza d’età di 4 mesi, Ian ha 31 anni, Magnus li compirà martedì prossimo. Sanno tutto uno dell’altro, per un paio d’anni si sono allenati insieme, si stimano e si temono. Nepo, in un documentario per l’edizione tedesca di Chess24.com, ha ricordato quei primi incontri e quel ragazzino a cui non dava troppo peso «perché veniva dalla Norvegia, non un Paese tradizionale degli scacchi». Ha aggiunto: «È molto simpatico. Non posso dire che siamo amici intimi, ma abbiamo un bel rapporto. Sulla scacchiera non puoi avere amici».
La carriera di Nepo non è stata lineare, mentre Carlsen diventava uno dei più forti, forse il più forte di sempre. All’età di 13 anni era già Grande Maestro (Nepo a 17), dal 2011 è ininterrottamente il numero uno al mondo, nel 2013 ha vinto il suo primo titolo iridato e l’ha difeso con successo altre tre volte. Domani si siederà da favorito contro lo sfidante che si è guadagnato questa opportunità dopo aver vinto un po’ a sorpresa il Torneo dei candidati, e che attualmente è «solo» quinto del ranking. Eppure la sfida è considerata apertissima, perché il bilancio tra i due è addirittura a favore di Nepo, con 4 vittorie, una sola sconfitta e 6 patte.
«Difficile fare pronostici, credo che saranno partite molto combattute, all’ultimo sangue – ipotizza Sabino Brunello, uno dei nostri migliori giocatori, che si sta preparando al Campionato italiano che inizierà il 30 novembre a Chianciano Terme —. Nepo è più aggressivo, gli piacciono le posizioni sbilanciate, Carlsen è più paziente». Brunello non ha mai giocato con il norvegese, ha invece giocato un paio di volte con il russo: «Ottimo giocatore, velocissimo, anche troppo. E spesso con l’aria annoiata...».
A Nepo viene riconosciuto un talento straordinario ma anche la mancanza di quella dedizione totale che richiede un gioco brutale come gli scacchi. Dopo gli esordi da primo della classe, è rimasto sempre un passo dietro ai primissimi. Almeno fino ad oggi. Il prossimo campione del mondo dovrà prevalere al meglio dei 14 incontri, in caso di parità si andrà agli spareggi con partite rapide. In palio un montepremi record, 2 milioni di euro, 60% al vincitore, 40% allo sconfitto. I soldi contano, ma non sono tutto. Né Magnus né Ian vogliono perdere. Come quando erano ragazzini.